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Buon Natale tra Charles Dickens, Salvatore Quasimodo e David Maria Turoldo

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Buon Natale tra Charles Dickens, Salvatore Quasimodo e David Maria Turoldo

Un inglese a Parigi: Hugo riceve Dickens

Se si lascia da parte la “consueta inimicizia” che sembra legare i “cittadini della Corona” e quelli “della République”, non si può fare a meno di mettere in evidenza alcuni “scambi fondamentali”. La testimonianza di uno di questi si chiama “Hugo riceve Dickens” ovvero un inglese a Parigi, ed è visitabile fino al 13 maggio, presso la Maison de Victor Hugo , situata nel quadrilatero di place des Vosges . Si tratta di un esplorazione di alcuni nodi comuni, condotta attraverso materiali d’epoca. Caricature, manifesti e giornali, che permettono di farsi un’idea “delle peregrinazioni dickensiane” nella Ville Lumière , tra teatri, incontri mondani, prigioni e obitori, ma anche foto di Julia Margaret Cameron e Edmond Bacot sulla condizione dell’infanzia descritta da entrambe “le penne”. La manifestazione, inserita nella cornice del bicentenario della nascita di Charles Dickens, parte proprio dagli incontri tra i due scrittori, tramandateci come avvenimenti quasi leggendari. E’ l’inglese a recarsi per primo da Hugo, in una fredda domenica parigina del gennaio 1847, ma le traduzioni e la fama dei suoi romanzi lo hanno preceduto. In una lettera poco posteriore, indirizzata alla Contessa di Blessington centellinerà un elogiativo commento nei confronti “dell’epigono d’oltremanica”: Hugo mi ha colpito profondamente, ha l’aria di quel genio, che sicuramente è, ed è

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Un inglese a Parigi: Hugo riceve Dickens

A Dickens, nel bicentenario della sua nascita

Erano gli orfani e gli orfanotrofi, le strade costeggiate dai rivoli maleodoranti, i bassi nei quali la rivoluzione industriale non significava altro che sfruttamento, gli angoli marci di grida e di maltrattamenti. Era la Londra di Oliver Twist , la metropoli malfamata di Charles Dickens , che ritorna come un fantasma a due secoli dalla nascita del grande scrittore. Una ricorrenza strana, una specie di “ipotetico compleanno” del quale approfittare per “rispolverare” uno degli “scrittori sociali per eccellenza”, passato dalle atmosfere nostalgiche del Il circolo Pickwick alle oppressioni in fabbrica del forzato David Copperfield . Dickens che ha svelato il vero volto dell’infanzia ottocentesca, sporca di solitudine e abbandonata a se stessa, una “stagione brevissima” fatta di malvagi apprendistati e di “aria avvelenata ” dal carbone, di povertà e di malattia, ma anche di improvvisi sprazzi di assistenzialismo. Il Dickens del vecchio e avaro Scrooge, dei fantasmi dei Natali passati, presenti e futuri, del fatalismo e del riscatto finale della piccola Dorrit . L’autore che ha saputo “scavarsi un solco” e raccogliere già in vita, i benefici del successo ottenuto dalle sue pubblicazioni a puntate, veri e propri “eventi letterari” attesi con impazienza. I suoi libri hanno fatto parte del “corredo formativo” di parecchie generazioni, per “perdere leggermente di smalto” negli ultimi anni, pur restando innegabili crocevia di “Grandi Speranze” . Poi guardai le stelle e pensai come doveva essere atroce per un uomo, mentre sta morendo di freddo, alzare gli

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