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"Della neve, ovvero, Cartesio in Germania"

E se il razionalismo cartesiano fosse frutto di una coincidenza metereologica? Mettete uno spirito attento come quello di un certo René Descartes , bloccatelo per settimane a causa di una fitta nevicata, “costringetelo” a distillare il meglio del suo pensiero, tra sogni e teorie, ed eccovi l’origine di una tale fortunatissima corrente filosofica. Semplicismi a parte, l’arresto prolungato di Cartesio, annoiato dalle lungaggini militari e dagli svaghi annessi, giocò indubbiamente un ruolo nello sviluppo successivo del filosofo. Durs Grunbein , elemento chiave della cultura post-unificazione e voce della poesia tedesca contemporanea, si è avventurato proprio su questa strada con “Della neve, ovvero, Cartesio in Germania” . In 42 canti di 2000 versi, l’opera racchiude gli sviluppi delle peregrinazioni intellettuali cartesiane, dando vita a quel solido percorso immaginario, che intraprese il filosofo, frenato dalla gigantesca nevicata che isolò parte della Germania meridionale nell’inverno del 1619. Se persino la Guerra dei Trent’anni subì un necessario arresto, non fu lo stesso per le “viaggi mentali” di un uomo che, dinanzi al calore della stufa, disegnò angoli di mondo e plasmò le basi del suo celebre metodo. Mi spaventa la neve, questo lenzuolo funebre, come bocca che sbava, o come occhi rovesci. Il nuvolo mi strappa dalla tana, non il ghiacciaio sfavillante. Diavolo, dov’è la colazione? Ho freddo, è tardi. Non mi serve l’esterno. Ho da guardarmi dentro. Immagine da | nicolas.brodu Via | ilportoritrovato.net “Della neve

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