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La differenza sessuale c’è, lectio di Luisa Muraro al Bookpride

Milano, nell’ambito di Bookpride, Fiera Nazionale dell’Editoria Indipendente (27-29 marzo 2015, Frigoriferi Milanesi, Via G.B. Piranesi 10), domenica 29 marzo 2015 ore 15.00, Sala Carroponte: La differenza sessuale c’è, lectio di Luisa Muraro. «Ci costringono a rivendicare l’evidenza di un fatto naturale. Metto queste parole sul mio stendardo, ma evitiamo i malintesi. Non c’è differenza tra uomini e donne. Quel “tra” è un abbaglio. Tra i sessi c’è di tutto, istituzioni, pregiudizi, leggi, violenza, ma la differenza non è tra: ci precede e ci oltrepassa, come una mancata coincidenza e un differire di sé da sé a causa del nostro essere corpo e …

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La differenza sessuale c’è, lectio di Luisa Muraro al Bookpride

Festival della Letteratura di Milano 2014: appuntamento dal 4 all’8 giugno

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Festival della Letteratura di Milano 2014: appuntamento dal 4 all’8 giugno

Cosa NON fa un lettore Doc

Se dopo che avete citato Una stanza tutta per sé qualcuno vi chiede “chi l’ha scritto, questo romano?”; se dopo mezzora di conversazione vi accorgete che qualcuno ha scambiato P.G. Wodehouse per P.D.James; se capita che qualcuno ti chieda: “ma perchè dici sempre La vecchia/Il vecchio” davanti ai nomi degli scrittori (mai sentita nominare la vecchia Phoebe? Ma neanche a Salinger mi stai? Madddai). Ecco, nei tre semplici casi qui sopra elencati, NON vi trovate davanti a un lettore/lettrice Doc. Ne parlo spesso : in Italia, si sa, l’editoria campa con quei “pochi ma buoni” che da soli comprano libri per dieci persone cumulativamente. Sono i “lettori forti”, identificati da un parametro numerico (almeno 6 libri l’anno). Nella mia personale definizione invece lettore “DOC” implica l’introduzione di un parametro qualitativo, inerente appunto la qualità delle letture stesse. Insomma, non pretendo che si sappia per esteso il secondo nome di Philip K. Dick, ma allo stesso tempo ho ben chiaro chi NON è un lettore Doc, che è colui/colei che: NON nomina sempre e invariabilmente i soliti tre-quattro autori (conosco gente che campa per secoli citando sempre e solo, l’ultimo di Stefano Benni o Isabel Allende o Banana Yoshimoto che siano. Ma come si fa?) NON vi dice che il libro più bello che ha letto è Siddharta (l’ho sentito dire a ultradiciottenni. Santo Cielo, Siddharta è sempre il migliore, fino a una certa età, poi si spera uno sia andato avanti a leggere altro. Lui/…

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Cosa NON fa un lettore Doc

La poesia (in Italia) è morta. Viva la poesia!

Chi bazzica il mondo dell’editoria, o è semplicemente un appassionato lettore, lo sa già: la poesia non è per tutti. Anzi, è per pochi (pochissimi), come diceva Wislawa Szymborska in un componimento che citerò alla fine del pezzo. Anche voi, lettori Doc, quanti libri di poesia avete in libreria, in percentuale, sul totale dei vostri titoli? Il nome del primo poeta contemporaneo che vi viene in mente? Ci state ancora pensando vero? Quante volte vi è capitato di leggere sui siti delle case editrici “non si pubblicano volumi di poesia” nell’informativa rivolta ad aspiranti esordienti? Eppure quante volte avete sentito qualcuno dei vostri conoscenti ammettere di aver scritto (e magari pure pubblicato) un libretto di poesie con qualche piccolo editore? Tutti la vogliono scrivere, nessuno la legge: anche questo in Italia è un dato di fatto. Onore ai (veri) poeti e soprattutto ai lettori di poesia, innanzitutto. Poi passiamo ai dati Aie che mostrano quanto la poesia sia emarginata nel mondo editoriale italiano. Innanzitutto in Italia, in media, un buon libro di poesia 629 copie. Nel 2009 su 1990 titoli pubblicati, solo il 3,9% era di poesia, mentre su 160 milioni di copie stampate e distribuite ’soltanto’ 1,2 milioni, pari allo 0,8% delle copie complessive, era di poesia. E ora, lascio la parole al premio Nobel Szymborska, ripromettendomi nei prossimi post di inaugurare una rubrica in cui andrò a scovare per voi poesie che ci parlino del perchè esiste la poesia: Ad alcuni piace la poesia Ad alcuni – cioè non a tutti. E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza, Senza contare le scuole, dove è un obbligo, e i poeti stessi, ce ne saranno forse due su mille. Piace – ma piace anche la pasta in brodo, piacciono i complimenti e il colore azzurro, piace una …

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