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Libri per Natale: L’altro siamo noi, di Enzo Bianchi

Natale è la festa dell’accoglienza dell’Altro (o dell’altro, se volete, il che cambia poco). Al di là di luci e lucine, dolci e leccornie, smancerie e sprechi, al di là di un discorso strettamente religioso è l’infinito del volto dell’altro (per dirla con Levinás) la cifra del Natale, di ogni Natale (o, anche qui, se volete, di ogni natale). In quest’ottica si colloca il prezioso libretto di Enzo Bianchi edito per i tipi della Einaudi dal titolo L’altro siamo noi . L’autore – priore della comunità monastica di Bose, una realtà che sfugge un po’ ad alcune ferree logiche ecclesiastiche – traccia un’analisi che oltrepassa la dicotomia noi/loro per avere uno sguardo nuovo sulla storia e sulle storie. La paura dell’altro è una sensazione paralizzante che va superata non rimuovendola […] L’identità non va indurita, non va cercata senza e contro gli altri. Perché diventa un fantasma, e ciò porta a ridurre le relazioni sociali alla materialità del dato etnico, dell’omogeneità del sangue, della lingua parlata o della religione praticata, aprendo così la via a forme di politica totalitaria e intollerante. I risorgenti nazionalismi e le tendenze localistiche si accompagnano sempre a spinte xenofobe e razziste che tendono all’esclusione dell’altro e si risolvono in un autismo sociale cioè in una mancanza di ossigeno vitale contrabbandata come nicchia dorata, ma che, in …

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Sulla lingua del tempo presente di Gustavo Zagrebelsky

Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus. Della rosa ora resta solo il nome, noi possediamo soltanto nudi nomi. Così termina uno dei romanzi più letti e tradotti di Umberto Eco, Il nome della rosa e, se da una parte questa affermazione – un esametro modificato da un originale del XII secolo – sottolinea la caducità del mondo la cui sopravvicenza è lasciata ai “nudi nomi”, dall’altro ci ricorda quanto sia grande l’importanza delle parole, della lingua in generale, per la nostra descrizione del mondo. La realtà è letteralmente schiava dei nomi, dei modi che usiamo

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Sulla lingua del tempo presente di Gustavo Zagrebelsky

Mood, la nuova sezione di Einaudi Stile Libero

Novità in casa Einaudi, o meglio, in casa Einaudi Stile Libero, che più che essere una collana rappresenta una casa editrice vera e propria, distinguibile allo stesso modo di altri marchi. Ha appena esordito nelle librerie una nuova sottocollana, Einaudi Stile Libero Mood , inaugurata da “ Quattro giorni per liberarmi di Jack “, di Lauren McLaughlin. Si tratta della storia di una ragazzina che pochi giorni prima del ciclo mestruale si trasforma in Jack, un ragazzino vivace pronto a lanciarsi in nuove conquiste. Insomma, una storia che richiama chiaramente il dottor Jekyll e Mr. Hyde, solo in salsa adolescenziale. Sì, perché le caratteristiche di questa nuova collana, a scorgere i prossimi titoli, sono piuttosto chiare: il pubblico di riferimento è quello

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Roberto Saviano non rinnega Gomorra, ma non lo ama

Roberto Saviano parla del suo Gomorra in un’ intervista a Vanity Fair : dice di non rinnegarlo, che lo riscriverebbe, ma che non è un libro che ama dal momento che gli ha tolto tutto: È un libro che non rinnego, lo riscriverei, ma sarei falso se le dicessi che lo amo. Perché mi ha tolto tutto: io volevo solo diventare uno scrittore. A centomila copie ero felicissimo, mi pubblicano importanti case editrici straniere e mia madre dice che in quei giorni sembrava che volassi, io non mi ricordo niente. Chiamo mio fratello e gli dico: “Ho i soldi dell’anticipo, compriamoci la moto”. La sognavamo da tanto tempo una moto. Poi arrivano la scorta, le minacce. Io volevo essere quello di prima. Mi è scoppiato tutto in mano. Mio fratello non posso più incontrarlo in mezzo alla gente perché nessuno sappia che faccia ha. Nell’intervista dice anche che rimarrà in Mondadori ed Einaudi “fino a quando le condizioni di libertà saranno garantite fino in fondo”, ma, secondo lui, Marina Berlusconi non ha mai

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