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Racconti di Natale, double face Carlo Collodi e Eleonora Mazzoni

E’ proprio una bella atmosfera natalizia quella che si respira nei due racconti selezionati in questo magnifico libriccino edito da Graphe, Racconti di Natale , che mette insieme due “gioiellini” che possiamo leggere quasi allo specchio. Firmati da un grande autore classico, Carlo Collodi, e della scrittrice Eleonora Mazzoni, autrice de Le difettose , Einaudi 2012. Un attimo però. Ho scritto della “atmosfera natalizia”. Ma che cos’è? Per quanto mi riguarda, è quando rinasce dentro di me quella sensazione che avevo durante l’infanzia, quando credevo che, in quei giorni lì, si aspettava tutti qualcosa (la nascita di Bambino Gesù, per quanto mi riguarda). Era come avere la sensazione di vivere una nuova “armonia” collettiva: nel mondo, pensavo, tutti sono alle prese con il Natale. E “alle prese” con il Natale, in modo molto diverso, sono anche i personaggi protagonisti di questi due raccontini. Nel primo, quello di Collodi, troviamo tre bambini che sono nella classica situazione di aspettare di rompere i salvadanai per avere i soldi necessari a “regalarsi” ciò che desiderano di più. Desideri da bambini, è chiaro: rivestire di trine la bambola preferita, fare un vestito nuovo al pupazzetto Pulcinella, amico preferito di giochi, o bardare come si deve il proprio inseparabile cavalluccio. Eppure c’è un altro bimbo – in carne ed ossa – che rappresenterà l’occasione, per uno dei tre piccoli, di regalarsi il dono più grande: il proprio stesso cuore. Nel secondo racconto invece, Un Natale come tutti gli altri, siamo alle prese con l’impareggiabile signora Bini, che, sposatasi in tarda età, è tornata zitella dopo l’abbandono del marito. E già il fatto che per lei ogni Natale possa essere uguale agli altri ce la dice lunga sullo stato del suo cuore in questo Natale, durante il quale le tocca fare i conti…

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Le difettose, di Eleonora Mazzoni

Per me, maschietto senza figli, leggere il romanzo Le difettose di Eleonora Mazzoni è stata una bella esperienza. Il libro, infatti, racconta la storia di una donna, Carla, che ce la mette tutta per avere un figlio e, alle soglie dei quarant’anni, continua a sperare di poter diventare madre affidandosi agli ultimi ritrovati della scienza in questo campo. Racconta di tutto un mondo a me poco noto, fatto di paure, di attese, di speranze, di invidie, di messaggi in codice. Di paure , anche “banali” a volte, come per esempio la domanda che si pone la protagonista: Come diavolo fanno tre embrioni appena introdotti nella vagina a rimanere dentro e a non scendere? È un mistero, come un aereo che vola. Tonnellate di metallo, carburante e carne umana che stanno sospesi lassù nel cielo. Quella della caduta degli embrioni è una paura di tutte noi fivettare. Licia ha addirittura il terrore di perderli starnutendo. Katia facendo la pipì. Di speranze e di invidie , come leggiamo in un altro passaggio: Mentre vago per i negozi in attesa del risultato, un piccolo barlume di speranza sta ancora acquattato in silenzio dentro di me. Caterina Sforza, signora della mia Romagna, a chi minacciò di ucciderle i figli, sollevandosi le gonne e indicando il pube, rispose: “Ammazzateli, se volete. Ho con me lo stampo per farne quanti ne voglio”. Cosa darei per avere un milionesimo della sua spavalderia e della sua fecondità. Di messaggi in codice : Per noi fivettare le mestruazioni sono le “rosse” o le “malefiche” o le “maledette”, i ginecologi…

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