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La storia di papa Francesco, di A. Peiretti, illustrata da F. Assirelli

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La storia di papa Francesco, di A. Peiretti, illustrata da F. Assirelli

All’incrocio dei sentieri di Kossi Komla-Ebri, racconti dell’incontro

Pezzetti d’Africa, incontri ed esperienze europee per una raccolta densa di vite. Kossi Komla-Ebri racconta il Togo , suo paese d’origine che tinge di mille colori declinandone tradizioni, profumi e piatti attraverso la colorata palette narrativa che caratterizza il libro “All’incrocio dei sentieri” , insieme di racconti dell’incontro. C’è Francesca, italiana innamorata, che si ritrova a portare avanti tradizioni funerarie che appartengono alla famiglia dell’amato Togbe, e poi la Parigi di Yao, e l’Italia di tanti giovani che arrivano, molto spesso per ricongiungersi con i familiari che li hanno preceduti in uno spostamento così importante, altre volte più all’avventura, traghettati da potenti sogni di riscatto. Tutti al crocevia tra i ricordi d’Africa di tanti abitanti del continente nero, provenienti da vari paesi e il confronto, molto spesso rude, con una realtà estremamente diversa, più urbanizzata e molto meno protetta dall’esiguità dei vincoli familiari e dall’assenza di quelli tribali. Terra d’Europa insomma, sognata, agognata e scoperta sotto una luce inattesa e, nella maggior parte dei casi, molto meno dorata del previsto. Meno scintillante e tintinnate dell’immagine da cartolina veicolata dalla televisione e dalla pubblicità, difficilmente riconducibile alla marea di cliché, e proprio per questo molto più vera e identificabile, grazie alle mille sfumature che solo la diversità, con il suo enorme portato di punti di vista altri, sa mettere concretamente in luce. Quando tornò dall’ospedale la madre di Francesca la vide sotterrare una scatola di fiammiferi nel giardino sotto l’albero ove, l’estate, i marito usava fare la siesta. Alla sua domanda: – Cos&#

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Si chiama Francesca, questo romanzo, di Paolo Nori

Da qualche giorno è di nuovo nelle librerie, grazie a Marcos y Marcos, Si chiama Francesca questo romanzo , uno dei più quotati di Paolo Nori , scrittore parmense che ha fatto del proprio stile aderente al parlato, anacolutico e ripetitivo una vera e propria bandiera. Se avete mai avuto occasione di sentire Paolo Nori leggere i suoi scritti vi sarete senz’altro chiesti, da tanto quell’operazione di lettura risulti naturale, come mai non ne producano direttamente degli audiobooks (su ilpost.it trovate degli estratti letti dall’autore ). Protagonista di questo libro vorticoso – sia nello stile, come al solito a pioggia, sia nella costruzione avvolgente, è ancora una volta Leandro Ferrari. Per molti versi Leandro e Paolo si assomigliano, come spesso capita nella letteratura che si nutre della linfa vitale e delle ossessioni dell’autore che la mette in pagina. Ma a differenza di altri grandi narratori dell’ossessione, Paolo Nori sembra divertirsi a mettere sul palcoscenico della sua finzione il suo Leandro, personaggio un po’ impacciato un po’ pazzo, assillato dalle voci che sente nella testa e innamorato di Francesca. Qualcuno potrebbe pensare che lo stile di Nori sia istintivo, raggiunto con facilità dall’autore perché aderente al parlato, quasi grossolanamente. Io non credo che sia così, credo che dietro alla voce di Leandro ci sia un lavoro mica da ridere di Paolo, che spesso dimostra nelle sue pagine di amare le circonvoluzioni logico-linguistiche. È questo il caso della pagina più bella del libro (pp. 110-111), quando Leandro si fa travolgere dalla confusione e dall’emozione mentre parla…

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Il gattino marroncino, di Ivana Marangon

C’è una tondetta Paperina smemorata “che si scorda di girare la frittata”, ma anche il Pappagallo a cui sono diventate verdi le piume dalla rabbia (e certo, visto che è chiuso in gabbia!) mentre il Millepiedi è disperato: provate voi a risuolare ogni volta 50 paia di scarpe. Costa una fortuna, a volte, il semplice fatto di camminare. Ho adorato subito questo librettino quadrato splendidamente illustrato da Francesca Vignaga: mi piacciono le illustrazioni dietro le quali si scorge la pastositò del colore, che li fa sembrare capolavori eseguiti su muri screziati con quei pastelli a cera per cui andavo pazza da bambina. E l’opera di Vignaga, che illustra le simpatiche filastrocche del Gatto marroncino di Ivana Marangon, sono proprio così: animaletti tondi e paffutelli, che piaceranno ai lettori più piccoli, perchè sono simpatici e strampalati. Proprio come il gatto Matto, che prima insegue il topo e poi lo invita a colazione a fare gran scorpacciate di dolcetti, o quello marroncino, che combina dei gran disastri con i gomitoli. Ma è piccolo e, ne è certo,da grande diverrà un grande esperto. Basta non scoraggiarsi ai primi guai che si combinano no? Ivana Marangon, Francesca Vignaga (ill.) Il Gattino Marroncino e altri animali in rima Edicolors 9.90 euro Il gattino marroncino, di Ivana Marangon