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La Disparition di Georges Perec alias come scrivere un intero libro senza la lettera e

Romanzi, giochi stilistici, notturni sproloqui di un creativo pronto a confrontarsi con una sfida, pizzico salato contro la crisi di novità o malsano gioco…ed ecco che, dopo quasi due intere righe nelle quali ci siamo sforzati di “far senza”, la lettera e ritorna ad affermare il suo diritto d’esistenza. Perché la sua intera rimozione all’interno di un testo non breve resta un’opera titanica, alla quale sottoporsi non é per niente facile. Accentata o pura, tale lettera, con il suo innegabile portato di enumerazione, è la base stessa delle descrizioni, ambientali e non. Legame fondamentale, ben più forte della sottile virgola, ma anche indispensabile vocale dalla fonetica apertura che quasi forza la pronuncia in un sorriso obbligato. Eppure la storia della sua rimozione esiste, eccome, e coincide con “La disparition” , lipogramma dello scrittore francese Georges Perec . Un racconto che ha il ritmo serrato dell’avventura, e che mescola elementi fantastici ad un clima da poliziesco di violenza estrema senza alcuno spiraglio per la salvezza. Universo quasi surrealista di sfingi e indovinelli nel quale i personaggi che si distruggono a vicenda e progressivamente, rievocando la stessa storia dell’autore, colpito dalla morte di eux entrambi i genitori, il padre ucciso in guerra nel 1940, e la madre deportata ad Auschwitz agli inizi del 1943. Radici che affondano la storia nel dolore della guerra e sostanziano alcune ragioni espresse dallo stesso Perac in un’intervista del giugno del 1969 , conservata sul sito degli archivi nazionali ina.fr, una perla da rivedere per apprezzarne il solo apparente nonsense che prende forma già nella definizione della grande assente: un cerchio, non completamente chiuso che termina con un trattino dritto Immagine da blogs.lavozdegalicia.es La Disparition di Georges Perec alias come scrivere un intero libro senza la lettera e

L’alienazione del lavoro secondo Georges Perec diventa un sito web

Sono tempi difficili, si sa. Tra la crisi economica che imperversa, la mancanza di lavoro e la diffusione massiccia e senza regole di stage e tirocini sottopagati, la situazione del mondo del lavoro di questo inizio anni Dieci è senz’altro lontana anni luce da quella in cui si barcamenavano, alla fine degli anni 60, i potenziali lettori-protagonisti di questo esperimento letterario del folletto Georges Perec , che ancora potevano pensare anche solo alla possibilità di chiedere un aumento al proprio capo. Ma paradossalmente, proprio ora che di aumenti non se ne parla più – che è già tanto se si parla di stipendi – l’incredibile corsa ad ostacoli che Perec mette nero su bianco nel suo “l’arte e la maniera di affrontare il proprio capo per chiedergli un aumento” torna attuale grazie al web (nonché grazie a qualche ristampa sparsa in tutta Europa) che ripropone il potenzialmente infinito schema logico che sta alla base del libro in un sito da percorrere , anch’esso senza fine. E ancora più del libro, che soffocava e stordiva per l’inarrestabilità del testo, senza un punto ne una virgola, questo sito, nella sua semplice monotonia, rischia di arrivare al centro della questione con molta più efficacia, mostrando con ancora più potenza ed evidenza, la cifra che, anche con l’evoluzione delle tecniche di produzione e di lavoro, sembra essere alla base del lavoro nella modernità: l’alienazione. Una cifra immutabile che accumuna quattro o cinque generazioni di lavoratori, da chi lavorava in catena di montaggio all’inizio del Novecento, magari alla Ford, a chi lavorava come impiegato dietro una scrivania negli anni 60, fino a chi lavora oggi, tra call center e precarietà. Via | ReadySteadyBook L’alienazione del lavoro secondo Georges Perec diventa un sito web