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Giallo a Milano, Piazza San Sepolcro di Gianni Simoni

Le storie di suspense e di inseguimenti in genere mi affascinano anche per le descrizioni dei movimenti sul territorio, come ad indicare una sorta di antropologia animale attraverso l’esperienza spaziale nell’avvicendamento più archetipico che c’è: lo schema relazionale predatore/preda. Cosa che suscita sempre un certo fascino sul lettore straniero, ma può essere altrettanto avvincente leggere storie ambientate in luoghi a noi familiari; mi è succeso con il primo titolo della nuova serie di libri gialli ambientata a Milano edita da Tea: Piazza San Sepolcro di Gianni Simoni. Un ispettore dal nome italianissimo, Andrea Lucchesi, e dalla pelle scura ereditata dalla madre eritrea (piuttosto futuristica come previsione) si muove sui navigli del Ticinese, tra i palazzi settecenteschi del budello milanese più tradizionale, alla ricerca di preziose tele scomparse e i cavalcavia e i parcheggi della periferia; ad accompagnarlo una costante pioggerellina leggera, o nel migliore dei casi, l’umidità che ti entra nelle ossa , e nell’animo. A casa, non lo aspetta nessuno. L’intreccio include anche la vicenda di uno stupratore seriale e dei disastri che le sue aggressioni provocano nelle vite delle sue vittime, che anche quando riescono a scappare, si ritrovano poi a fare i conti con il blocco emotivo di mariti borghesi totalmente incapaci di amare. Un racconto doloroso, scritto da un ex magistrato, che esprime il senso di profondo disorientamento dell’uomo contemporaneo nelle grandi città; la toponomastica è metafora di una mappatura emotiva complessa e difficile da gestire, in cui anche il “buono” della situazione, prende quello che vuole, senza chiedere. Giallo a Milano, Piazza San Sepolcro di Gianni Simoni

Pesca con la mosca, di Gianni Simoni

Gianni Simoni è uno scrittore di cui si parla poco e che invece meriterebbe un po’ più di attenzione, prima di tutto per l’accuratezza che riserva ai suoi gialli, se non altro per l’esperienza accumulata sul campo. In effetti, prima di dedicarsi completamente alla scrittura, Gianni Simoni è stato un magistrato che ha indagato su criminalità organizzata, terrorismo. In parole povere conosce la materia, sa quello che racconta. Non solo, conosce i meccanismi che regolano i rapporti professio-nali tra gli addetti ai lavori, e spesso traspaiono anche le piccole debolezze umane tra colleghi, le invidie, le simpatie e, soprattutto, le antipatie. Non è un caso, forse, che il personaggio uscito dalla penna di Si-mone sia un ex magistrato: Carlo Petri che ha a cuore un’unica cosa, la giustizia, e che in un modo o nell’altro lo tiene attaccato a tutto ciò per cui ha sgobbato per una vita, il suo lavoro. Per un tipo così, andare in pensione dev’essere un inferno. Ma è così che lo conosciamo: un uomo in pensione che si è dato alla pe-sca grazie ai suggerimenti di un amico. Ed è proprio durante una battuta di pesca alla trota (di qui il titolo: Pesca con la mosca , edito da TEA) a Tavernole – nel bresciano – che Petri si imbatte nel cor-po senza vita di una giovanissima donna. Apparentemente, dal momento che Petri non rileva evidenti segni di…

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Pesca con la mosca, di Gianni Simoni