Tag Archives: interviste allo specchio

Eroi esauriti: intervista a Davide Lisino

Siamo tornati sulle tracce dell’autore di Eroi esauriti – di cui abbiamo parlato proprio qualche giorno fa-, Davide Lisino, che naturalmente ci parla del suo ultimo romanzo, del suo Garibaldi e ci fa anche entrare nel suo mondo narrativo (che spesso e per ragioni diverse si scontra con quello esterno), svelando così uno scrittore molto più complesso di quanto si possa immaginare. Perché hai sentito l’esigenza di scrivere un libro proprio su Garibaldi? In realtà la molla che mi ha spinto è stata quella di scrivere una storia di avventura con molti elementi western, ma con un eroe totalmente italiano. Sergio Leone al cinema ha cambiato per sempre il western, ma il suo protagonista senza nome interpretato da Clint Eastwood…

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Eroi esauriti: intervista a Davide Lisino

L’universo di Livido: intervista a Francesco Verso.

Un paio di mesi fa, Monica Cruciani ha parlato su queste pagine di Livido , l’ultimo romanzo di Francesco Verso, una delle voci più interessanti della fantascienza italiana che abbiamo avuto occasione di intervistare e che ci parla del romanzo e di una nuova iniziativa che gira intorno a Livido. Tu definisci il tuo tipo di narrativa Future Fiction. Perché? Ho trovato questa definizione nella prefazione al romanzo di Anthony Burgess “The Wanting Seed” (Il seme inquieto, Fanucci). L’autore conia questo termine per sottrarre importanza all’aspetto scientifico del genere “science-fiction” nei suoi romanzi “Arancia Meccanica” e “Il seme inquieto” e mettere invece in risalto l’aspetto futuristico – inteso in maniera più totalizzante – legato alla società, alla lingua, alla politica, all’antropologia. Per questo “future fiction” è un termine molto calzante per il genere di narrativa che porto avanti da alcuni anni, la quale si inserisce comunque nel solco della narrativa di speculazione, di anticipazione e della new-wave anni ‘70 . Come si inserisce Livido nella Future Fiction? Livido è ambientato in una …

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L’universo di Livido: intervista a Francesco Verso.

DSK riesce a far condannare il libro della sua ex-amante per "attentato alla vita privata"

Stamattina avrebbe dovuto invadere gli scaffali delle librerie francesi, e invece “Belle et bête” il libro di Marcela Iacub edito da Stock, potrebbe non apparire così a breve. Dopo la procedura d’urgenza avviata da Dominique Strauss-Kahn presso la diciassettesima camera correzionale del Palazzo di Giustizia di Parigi, per vietarne la pubblicazione, la giudice Anne-Marie Sauteraud, non ha accolto la richiesta, ma ha ordinato che rigorosamente “prima di ogni diffusione”, in ogni esemplare sia inserito un inserto nel quale si informano i lettori che il libro “attenta alla vita privata di DSK”, con tanto di pena pecuniaria che ammonta a 50 000 euro di danni per la scrittrice e l’editore e 25 000 euro per il quotidiano Le Nouvel Observateur , che la settimana scorsa aveva pubblicato degli estratti dell’opera e un’intervista alla Iacub. E mentre su Amazon troneggia la laconica scritta “disponibile a breve” qualche riflessione sorge spontanea. Perché per essere un paradosso lo è davvero, se ricordiamo le ultime occasioni che hanno visto DSK calcare un’aula di tribunale. Ma stavolta la vicenda ci interessa ancora di più perché coinvolge proprio un libro e chiama in causa la stessa libertà d’espressione. Per non precipitare le cose un chiarimento è d’obbligo. L’argomento sul quale ci accingiamo a speculare riguarda il libro scritto dalla franco-argentina Marcela Iacub , ex-amante del politico francese ed ex-direttore del FMI Dominique Strauss-Khan, coinvolto nel cosiddetto “scandalo del Sofitel” . Un testo che già nel titolo basta a far accapponare la pelle, la sua traduzione letterale infatti sarebbe « bella e stupidina » a voler essere gentili e a non voler invece, riprendere le evidenti assonanze bestiali sulle quali c’è ben poco da dire. O forse no, dato che i protagonisti della storia non si sono risparmiati colpi bassi che difficilmente ricorderebbero i peggiori istinti del mondo animale. E se la “Bestia” non si trasforma in Principe Azzurro bisogna ammettere che a brandire le armi della giustizia ci ha messo davvero poco, contro una donna che ha preso spunto dalla…

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Intervista a Kamala Nair, autrice di "Una casa di petali rossi"

Il suo libro d’esordio “Una casa di petali rossi” , ve l’abbiamo presentato solo qualche giorno fa, e l’orizzonte profumato e colorato del paese d’origine della sua giovane autrice, ci è letteralmente “entrato nel sangue”. Ma non ci bastava. Abbiamo approfittato del tour italiano di presentazione per farle qualche domanda, eccovi le sue risposte e qualche curiosità, che non hanno assolutamente tradito l’immagine di freschezza che ci avevano già trasmesso le sue pagine. L’India che descrivi trasuda di natura selvaggia e spiritualismo. Quali sono gli elementi del tuo paese d’origine che riescono maggiormente ad ispirarti anche quando sei lontana? Nel mio libro io scrivo in particolare del Kerala, una regione dell’India che ha un paesaggio davvero speciale. I suoi boschi rigogliosi, la vegetazione lussureggiante, i fiori dai colori vivaci, gli uccelli esotici e i prati di un verde brillante, tutto questo è stato fonte di grandissima ispirazione per me. Oltre a questo ci sono le tradizioni e i costumi della popolazione locale, e quindi anche della mia famiglia, rituali che mi hanno sempre affascinato e mi hanno ispirato nella stesura del romanzo. Il libro ha un’atmosfera quasi magica, incarnata dalla madre che si alterna con un forte bisogno di realismo rappresentato dal padre della protagonista. Sono due aspetti costantemente presenti in ugual modo o uno dei due prende il sopravvento nel tuo temperamento? Sì, entrambi questi aspetti fanno parte di me: mi affido molto alla logica e alla ragione, ma c’è anche un’altra parte di me che trova molto intrigante la magia, la superstizione e gli aspetti del…

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Intervista a Kamala Nair, autrice di "Una casa di petali rossi"