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Franco Antonicelli, a Livorno un omaggio in mostra

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Franco Antonicelli, a Livorno un omaggio in mostra

I quaderni in ottavo di Kafka, resoconti di battaglie di parole e di silenzi significativi

C’è un Franz Kafka noto ai più, è il creatore della tensione monumentale de “Il Processo”, dell’angoscia distillata de “Il Castello”, uno dei pochi che ha saputo affrontare il difficile argomento della Metamorfosi producendo un capolavoro capace allo stesso tempo di rivaleggiare con le elaborazioni classiche (Ovidio docet) e di illustrare il dramma della moderna condizione di lacerazione dell’Io, spina, sfida e languore del XX° secolo. Il Kafka dell’estrema oppressione burocratica trasfigurata in scenari da incubo, e il timido e a volte ardito amante delle “Lettere a Milena” . Due volti ai quali si aggiunge un terzo, figlio di entrambi, ma più vicino al secondo, è proprio a quest’uomo che appartengono i “Cahiers in-octavo”. Una pubblicazione recente, tradotta dal tedesco al francese a cura di Pierre Deshusses e pubblicata nel 2009 da Payot et Rivagese, che restituisce i pensieri dello scrittore catturati tra il 1916 e il 1918 , pochi anni prima della morte prematura avvenuta nel 1924 e custoditi in origine all’interno di piccoli quaderni blu, dal formato che ci suona ormai così atipico e che, fino a qualche decennio fa, non lo era poi così tanto. Sono scrigni incrostati di emozione, che scavano nella testa dello scrittore restituendo alle riflessioni la loro fragile dimensione originale snaturata da un&#…

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Gli scritti originali di Kafka verso Gerusalemme

Sembrerebbe arrivata una svolta nella storia delle passionali battaglie tra coloro che si contendono l’eredità dello scrittore Frank Kafka . O almeno così farebbe credere la decisione del tribunale di Tel-Aviv, che ha imposto il trasferimento degli scritti di Kafka e del suo amico ed esecutore testamentario Max Brod, nella cassaforte della Biblioteca Nazionale dello Stato d’Israele a Gerusalemme. Ma gli strascichi della vicenda legale si preannunciano piuttosto burrascosi dato che l’avvocato di Eva Hoffe ha già annunciato l’intenzione della sua cliente di ricorrere in appello. La donna, che ha ormai sorpassato gli ottant’anni, è la figlia di Esther Hoffe, segretaria e probabile amante di Brod, emigrato con una valigia contenente i preziosi scritti e arrivato in Palestina nel 1939. La sua morte, avvenuta nel 1968 senza che fossero stati designati dei discendenti ufficiali, ha dato inizio a una “lunga e sanguinosa guerra”, andata avanti per molti decenni tra la Hoffe, che ha custodito i manoscritti fino ad oggi (e che

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Uno stralcio d’amore da Kafka a Milena

Kafka vide Milena poche volte, eppure quegli attimi rubati diedero vita a magnifici torrenti d’inchiostro, racchiusi nelle “Lettere a Milena” . Frasi che si susseguivano oltre il dolore della distanza, oltre l’incomprensione della comunicazione mediata dalla parola, tirannica anche nelle dita di due “plasmatori di mestiere” come i protagonisti della vicenda amorosa, quasi completamente privati della sensuale gioia del contatto. Un rapporto sublimato e straziato a forza di sottili stilettate, arricchito e smunto come solo le grandi relazioni epistolari hanno possono essere. Lei era Milena Jesenska-Polak , scrittrice, traduttrice e giornalista boema di talento, sposa infelice e tradita di Ernst Pollak; lui il creatore dall’immaginazione formidabile, autore delle Metamorfosi, Il Castello, Il processo… ossessionato dall’impurità della condivisione carnale e sempre più ripiegato su se stesso, per sottrarsi al mondo e alle sue ingiustizie. Domenica saremo insieme, cinque, sei ore, troppo poche per parlare, abbastanza per tacere, per tenerci per mano, per guardarci negli occhi. Franz Kafka; Praga 8-9 VIII .2o Domenica sera. Via | lafrusta

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