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Ventinove anni fa moriva Christopher McCandless, raccontato da Jon Krakauer nel romanzo “Nelle terre estreme”

C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso. Così scriveva Christopher McCandless in una lettera. McCandless, conosciuto anche come Alexander Supertramp, moriva il 18 agosto di ventinove anni fa. La sua storia di viaggiatore esteta è stata raccontata da Jon Krakauer nel romanzo Nelle terre estreme e portata sullo schermo da Sean Penn nel 2007 con il film Into the…

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Ventinove anni fa moriva Christopher McCandless, raccontato da Jon Krakauer nel romanzo “Nelle terre estreme”

Libri Recenti: Dove gli uomini diventano eroi

L’ultimo libro di Jon Krakauer ha come protagonista Pat Tillman, giocatore professionista di football americano che è diventato tristemente famoso per aver rinunciato ad un contratto milionario, aver abbandonato la giovane moglie appena sposata ed essersi arruolato nell’esercito per finire ammazzato da fuoco amico in Afghanistan il 22 aprile 2004.
I contorni della storia sono inquietanti e Krakauer con il solito piglio giornalistico srotola la matassa della vicenda mettendo in luce tutti gli aspetti relativi alla personalità del protagonista, alle sue scelte. Gli interrogativi che nascono alla fine del libro rimarranno probabilmente senza risposta, ma l’autore facendo dei confronti con altri militari che in passato sono stati utilizzati a fini propagandistici, dimostra come più di una volta il governo USA abbia ricostruito intere vicende e sacrificato i suoi uomini migliori o più importanti per condizionare l’opinione pubblica sulla bontà dei propri interventi nei vari conflitti in giro per il globo.
Il libro mi è piaciuto, la scrittura di Krakauer come sempre risulta esaustiva e scorrevole, a tratti divertente.
Per quanto riguarda Pat non riesco a comprendere come un ragazzo così speciale possa farsi trascinare dal suo patriottismo fino ad abbandonare la moglie per andare a combattere l’ennesima guerra di conquista coloniale americana (mettetela come volete ma questo è il senso delle cose e la guerra in Afghanistan in fondo è una guerra del petrolio). Come è possibile che un uomo così intelligente ignorasse questo aspetto? Era davvero convinto che fosse una guerra giusta? Era davvero convinto di essere dalla parte dei buoni?
Io credo che siano stati il suo amore per la bandiera a stelle e strisce e la sua sete di gloria ad ucciderlo. Sinceramente Pat: potevi accontentarti di quello che avevi e che molti non si sognano neanche, dovevi pensarci bene prima di diventare un burattino delle Lobbies Americane! Te la sei andata a cercare. Oh certo, l’attentato alle Torri Gemelle ha sconvolto tutti, me compreso, ma questo non mi sembra un buon motivo per giustificare le tue scelte!!
Chi troppo vuole, si sa, nulla stringe.
Invito comunque tutti coloro che hanno letto il libro e soprattutto quelli che la pensano diversamente, ad esprimere la loro opinione nei commenti.

Dove gli uomini diventano eroi

Dove gli uomini diventano eroi – ed. Corbaccio, di Jon Krakauer, 2010.

Recensione di Montag