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Libri Musica: Non So Che Viso Avesse

Biografia disinteressata del vate Francesco Guccini. In diciassette capitoli tutte le curiosità e gli avvenimenti legati ai luoghi, al tempo, alle radici della sua famiglia, ai primi concerti nelle balere più infime, alla professione di giornalista che lo vide impegnato prima di diventare ufficialmente “cantante”. Purtroppo NON si parla mai delle canzoni (unica eccezione La Locomotiva – ma proprio quella che è la più famosa?).
Quindi dico subito a chi come me vuole leggere questo libro per risolvere tutti i misteri e capire le mille citazioni che ruotano intorno alle canzoni di FG che rimarrà deluso, anche se comunque il libro è molto divertente.
Completa il libro una consistente appendice critica dell’italianista e poeta Andrea Bertoni.

Ah sì… una cosa su una canzone l’ho imparata: la bellissima “Keaton” contenuta nell’album “Signora Bovary” è stata scritta da Claudio Lolly mentre Guccini ha scritto solo l’ultima memorabile strofa:

Keaton, quello vero, l’ ultima volta che l’ hanno visto passeggiava
lungo le strade e per il vento di Roma
durante le pause di un film con Franchi e Ingrassia.
Aveva in corpo mille litri di alcool,
la faccia la solita, senza allegria;
si ubriacava ogni giorno con la troupe borgatara
alla faccia della cirrosi epatica,
perchè lui ci teneva al suo pubblico,
più che al suo fegato,
e gli elettricisti sono gente simpatica;
gli urlavano infatti “anvedi s’è forte ‘sto Keaton!”,
bevendo il bianco misterioso dei colli di Roma
o quello forte del sud che fa assaggiare l’ infinito
a tutta la gente di bocca buona…

Francesco Guccini si racconta
Foto del cantautore

Non so che viso avesse, Francesco Guccini, 2010.

Recensione di Montag

Libri Recenti: Dove gli uomini diventano eroi

L’ultimo libro di Jon Krakauer ha come protagonista Pat Tillman, giocatore professionista di football americano che è diventato tristemente famoso per aver rinunciato ad un contratto milionario, aver abbandonato la giovane moglie appena sposata ed essersi arruolato nell’esercito per finire ammazzato da fuoco amico in Afghanistan il 22 aprile 2004.
I contorni della storia sono inquietanti e Krakauer con il solito piglio giornalistico srotola la matassa della vicenda mettendo in luce tutti gli aspetti relativi alla personalità del protagonista, alle sue scelte. Gli interrogativi che nascono alla fine del libro rimarranno probabilmente senza risposta, ma l’autore facendo dei confronti con altri militari che in passato sono stati utilizzati a fini propagandistici, dimostra come più di una volta il governo USA abbia ricostruito intere vicende e sacrificato i suoi uomini migliori o più importanti per condizionare l’opinione pubblica sulla bontà dei propri interventi nei vari conflitti in giro per il globo.
Il libro mi è piaciuto, la scrittura di Krakauer come sempre risulta esaustiva e scorrevole, a tratti divertente.
Per quanto riguarda Pat non riesco a comprendere come un ragazzo così speciale possa farsi trascinare dal suo patriottismo fino ad abbandonare la moglie per andare a combattere l’ennesima guerra di conquista coloniale americana (mettetela come volete ma questo è il senso delle cose e la guerra in Afghanistan in fondo è una guerra del petrolio). Come è possibile che un uomo così intelligente ignorasse questo aspetto? Era davvero convinto che fosse una guerra giusta? Era davvero convinto di essere dalla parte dei buoni?
Io credo che siano stati il suo amore per la bandiera a stelle e strisce e la sua sete di gloria ad ucciderlo. Sinceramente Pat: potevi accontentarti di quello che avevi e che molti non si sognano neanche, dovevi pensarci bene prima di diventare un burattino delle Lobbies Americane! Te la sei andata a cercare. Oh certo, l’attentato alle Torri Gemelle ha sconvolto tutti, me compreso, ma questo non mi sembra un buon motivo per giustificare le tue scelte!!
Chi troppo vuole, si sa, nulla stringe.
Invito comunque tutti coloro che hanno letto il libro e soprattutto quelli che la pensano diversamente, ad esprimere la loro opinione nei commenti.

Dove gli uomini diventano eroi

Dove gli uomini diventano eroi – ed. Corbaccio, di Jon Krakauer, 2010.

Recensione di Montag

Recensione del Libro “Kesa” di Francesco Amato

Emoziona e coinvolge la scrittura di Francesco Amato, autore del libro “Kesa, alla fine della solitudine”, edizioni Adea.
La trama si sviluppa in una Milano moderna e ci porta a conoscere in profondità l’anima e la mente di personaggi che sono parte integrante della narrazione. Mira, una quarantenne dinamica e affascinante, incontra ad una cena di amici Massimo, un ragazzino dodicenne, che vedendola è improvvisamente travolto dal ricordo delle vite passate. Un dramma insolito per la psiche di questo giovane, in viaggio verso la sua maturità di uomo. Sarà Mira stessa, a percepire e rievocare la vera essenza di Massimo,e  ad accompagnarlo, tra innumerevoli difficoltà , ad una scoperta sottile e misurata della sua identità.
Originale e brillante l’evolversi della storia, che mette a nudo sentimenti ed emozioni, che sembravano “cristallizzati” in una dimensione quasi ammutolita. L’autore ci accompagna coraggiosamente a comprendere quanto l’amore possa diventare una forza in grado di rivelare esattamente chi siamo e cosa desideriamo, tanto da definirlo un’ancora di salvataggio per l’esistenza. E’ così che il lettore scopre con un’analisi attenta delle situazioni, quanto sia importante il processo di ricerca interiore dei protagonisti. Con l’intenzione di creare qualcosa di unico e autentico per il panorama letterario, Amato ci propone un’opera alternativa, fuori dai soliti schemi, dalle solite tendenze, sciogliendo il tutto in una sorta di testo “profetico”. “Kesa” è un libro che sviscera avvenimenti segnati da profondi misteri, emergono parallelismi “familiari” che sembrano sfidare ogni sorta di temporalità.
L’autore ci affida la purezza e la potenza di un dono affettivo concreto come l’amore, ci fa scandagliare le coscienze attraverso gli sviluppi narrativi, ci assegna il compito di testimoniare lucidamente quelle verità in apparenza contraddittorie. Il  linguaggio appare particolarmente avvincente, nonostante possa sembrare a tratti complesso ed impegnativo. E’ comunque uno strumento indispensabile per dare forma e vigore allo stile.
La verità è una luce difficile da conquistare. Francesco Amato sa accendere e stimolare la fiaccola delle parole, per farne senso e traguardo delle cose.

kesa

Michela Zanarella

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La primavera di Palma – Libro di Salvatrice Vilardi

Un libro piacevole da leggere, senza fronzoli, diretto.
L’autrice riesce a far immedesimare il lettore e lo rende partecipe degli avvenimenti.
Una volta iniziata la lettura non si riesce a staccare gli occhi dallo scritto, se non dopo averlo “divorato”.
Si consiglia, anche perché ricco di descrizioni di una Sicilia degli anni ‘30 e ‘40, degli usi, dei costumi, dei sapori e degli odori, ma anche di una storia d’amore intensa e per certi versi struggente. Un romanzo avvincente, che cattura sino alla fine, con una tecnica descrittiva trascinante, che rapisce il lettore e lo immerge in un mondo, quello della zia Palma, dove le emozioni, gli odori, gli umori, i paesaggi e i personaggi diventano talmente reali, da essere quasi tangibili al lettore.

salvinavilardi

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