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"Le leggi del mestiere dell’editore" alla Biblioteca del Centre Pompidou

L’esposizione “Editeurs, les lois du métier” , allestita al secondo piano della biblioteca del Centre Pompidou di Parigi è un viaggio nel “mondo selvaggio” delle case editrici e degli scandali che le hanno accompagnate durante l’ultimo secolo. Il tutto dal punto di vista dell’editore. Mercante, mecenate e sponsor, a volte sostenitore e talent scout, altre volte vera e propria “rovina” degli scrittori. Un “mestiere” descritto abilmente dalla curatrice della mostra Isabelle Bastian-Dupleix: Editare significa pubblicare un libro e prendersi la responsabilità dell’atto! Testardo difensore del diritto di “pubblicare in tutta libertà”, e allo stesso tempo abile sfruttatore degli echi mediatici come Régine Deforges, fondatrice della casa editrice L’Or du temps e autrice a sua volta, Jean-Jacques Pauvert che si è guadagnato un bel numero di multe grazie alla riedizione di alcuni “libri proscritti” e François Maspero impegnato soprattutto nell’opposizione alla censura politica. Tutti uniti nella capacità di sfruttare gli “avvenimenti pruriginosi” per promuovere le opere considerate pericolose dal Cartel d’action morale et sociale , un documento voluto dalla lobby antipornografica fondata dai protestanti repubblicani francesi nel 1886. Si tratta in fondo di una testimonianza dei grandi cambiamenti che hanno attraversato la società, la cultura e l’editoria, che molto spesso la riflessione l’ha diffusa, ma tante volte persino ostacolata, riportando lo sguardo sulla decolonizzazione , sulla sessualità e sui costumi . Una ricognizione nei “grandi affari” che svela retroscena misconosciuti grazie ad archivi giuridici, carteggi, edizioni originali e articoli provenienti dagli Archives nationales , dall’ Imec (Istituto per la memoria delle edizioni…

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"Dignità", nove scrittori per Medici senza frontiere

Come si può raccontare l’orrore, la miseria, la bestialità umana, la violenza gratuita senza essere retorici, ma allo stesso tempo arrivando con forza al lettore? Devono esserselo chiesto i nove scrittori di fama internazionale (Esmahan Aykol, Eliane Brum, Tishani Doshi, Catherine Dunne, Alicia Giménez-Bartlett, Paolo Giordano, James A. Levine, Wilfried N’Sondé, Mario Vargas Llosa) a cui Medici senza frontiere , che quest’anno compie 40 anni, ha chiesto di visitare alcuni contesti in cui l’associazione opera e di raccontarli. Ciascuno ha dato una risposta diversa ed è nato così dignità , un collage di storie laceranti, di umanità violata, calpestata e martoriata. Un libro difficile da leggere e da scrivere. C’è chi come Alicia Giménez-Bartlett ha scelto il racconto nudo e crudo, senza finzioni letterarie. Il suo compito è descrivere la Grecia, ma non la terra fatta di gente ospitale, mare e cibo, che conosceva. Il suo viaggio è nei Centri di detenzione per “clandestini”, tra mani tese dietro le sbarre e bambini “tristi”. “ Non sono riuscita a scrivere una storia inventata sulla mia esperienza – spiega l’autrice spagnola – La sola cosa che desideravo trasmettere ai lettori italiani era, appunto, un’esperienza. Non sono mai stata meno letteraria in un mio scritto, né più fedele alla realtà “. Anche il Nobel per la letteratura 2010 Mario Vargas Llosa ha deciso di adottare la forma del reportage per raccontare il Congo. Tutta la verità, in modo lucido e a tratti spietato. Alcuni particolari sono come schiaffi in faccia, come quando il dottor Tharcisse, di Mdf, racconta: “ In questo consultorio arrivano ogni giorno donne, bambine, violentate con rami, coltelli, baionette. Il terrore collettivo è perfettamente spiegabile “. Ha invece preferito…

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"Italian Noir": un brivido italico!

E’ noir e parla italiano. Si tratta di una raccolta, di un “distillato di tensione in versione italiota”, di un’antologia insomma, ma non non stiamo parlando di glorie ultra consolidate (e spesso sclerotizzate) del panorama letterario nazionale, bensì di di giovani autori dalla penna ardentemente affilata. Un libro che contiene 37 racconti nati “dall’inarrestabile e contagiosa passione dell’Associazione Culturale I Sogni di Carmilla ” per “l’oscura parola”. Una parabola che attraversa tutte le declinazioni del genere, dalle detective stories ai pulp a tinte forti, passando per le cornici più tradizionali di polizieschi e gialli, con un velo di amara ironia che dona unità nella differenza all’insieme. L’operazione curata da Gisella Calabrese e Giuseppe Mallozzi, riempie una lacuna che rimonta ad un’importante tradizione, perché, oltre il dibattito sull’esistenza o meno di un “genere giallo del bel paese”, quello che emerge è un’estrema vitalità, una ricchezza di storie che non solo non attendono altro che essere raccontate, ma accolgono nei loro più reconditi corridoi, vere e proprie miniere di derivazioni pronte a partorire ulteriori declinazioni narrative. Tanti i partecipanti, ne abbiamo contati ben 37, altrettanti “gli spezzoni di vita” racchiusi dietro il

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La versione di Vasco: tra i frammenti autobiografici c’è spazio anche per la letteratura

Esce oggi in tutte le librerie per i tipi di Chiarelettere un nuovo libro di Vasco Rossi, il rocker italiano più grande di tutti i tempi – da tutti i punti di vista – tanto amato quanto discusso, tanto criticato quanto idolatrato, capace di mobilitare due milioni e mezzo di fan sulla sua pagina di Facebook, ma anche di far raggiungere cifre milionarie anche alle pagine che lo attaccano. Ili libro si intitola La versione di Vasco ed è una sorta di autobiografia a frammenti che come in un grande caleidoscopio cercano di formare un ritratto complessivo: dai dettagli della vita personale e affettiva a quelli sulla sua vita professionale, passando per alcuni piccoli dettagli e perle inaspettate e curiose. Per quanto riguarda noi di Booksblog, i

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