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Scrittrici e scrittori a confronto sulla situazione della scuola in Italia

Parole per l’inclusione, parole di famosi scrittori per la scuola: è questo il focus del convegno La qualità dell’integrazione scolastica e sociale, un incontro che ha al centro la didattica, soprattutto quella inclusiva, che cioè abbia in sé strutturalmente i principi e le pratiche dell’inclusività. E per affrontare questo argomento, delicato e affascinante, il Centro Studi Erickson ha affidato la direzione scientifica del convegno La qualità dell’integrazione scolastica e sociale a tre scrittori di punta del nostro panorama letterario e cioè Mariapia Veladiano , Marco Lodoli e Piergiorgio Odifreddi . L’idea, infatti, è quella di raccontare la scuola italiana, in un modo giusto e corretto perché, lo sappiamo bene, un oculato uso della parola ancora oggi può fare la differenza. Gli autori chiamati a dirigere il convegno, come dicevamo, sono tre eccellenze della cultura in Italia: Mariapia Veladiano – che con il romanzo La vita accanto si è aggiudicata il Premio Calvino 2010, si è classificata al secondo posto al Premio Strega 2011 e ha ottenuto l’alabarda d’oro per il miglior romanzo e nel 2012 ha pubblicato, sempre per Einaudi,

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I ragazzi leggono male perchè leggono pochi fumetti

Carino lo spunto della rubrichetta di Marco Lodoli (scrittore stimabile e insegnante) ‘Primo banco’ di oggi. Invece di prendersela con i fumetti che tolgono tempo alla lettura dice esattamente il contrario. “Leggere una pagina di un libro, quanta fatica costa ai miei alunni!…. leggono in modo stentato, appiccicando le sillabe col fiatone, esitando, strascinando la voce, sbagliando i suoni. Quanti libri avevo letto io fino ai sedici anni? Mah, forse un paio di avventure di Sandokan, Ventimila leghe sotto i mari, forse Zanna Bianca, ma non fino in fondo. Però avevo letto un milione di fumetti”. Ed è qui che sta la differenza perchè i fumetti insegnano a leggere, ovvero: L’occhio andava sempre più veloce, legava in un baleno le parole, le frasi, apprendeva termini nuovi, conquistava divertendosi la dimensione della lettura. Da lì passai a Linus, al Mago, alle riviste di fumetti più sofisticati, conobbi i Peanuts e BC e Bristow e le strisce di Feiffer:… alla fine ero un treno, con uno sguardo traversavo tutta una pagina. Oggi nessun ragazzo legge più i fumetti. E allora almeno, concude Lodoli, “e allora: non dico Balzac o Puskin, ma ridateci almeno Paperoga e il professor Mortimer, lo zio

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