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Ah, gli orologi! Una poesia di Mario Quintana

E così anche quest’anno è giunto il momento di mettere mano alle lancette dell’orologio e spostarle un’ora indietro: dalla notte scorsa, infatti, è tornata l’ ora solare e così potremo approfittare di più luce. L’ora solare sarà in vigore fino al 30 marzo 2014 quando passeremo all’ora legale rimettendo le lancette avanti. In occasione del passaggio all’ora solare, dilagano i consigli degli esperti su come affrontare il cambiamento: da cosa mangiare o non mangiare a come e quando riposare, da quello che fare e non fare a chissà cos’altro. Tutti consigli giusti, per carità! Noi vi proponiamo di ricorrere alla poesia, panacea per molti mali. E, tra le varie poesie che parlano del tempo che passa e degli orologi, ve ne proponiamo una del poeta brasiliano Mario Quintana (1906-1994): Ah, gli orologi! Amici, non consultate gli orologi il giorno in cui me ne andrò dalle vostre vite, nei loro futili problemi tanto perse che sembrano piuttosto necrologi… Perché il tempo è un’invenzione della morte: non lo conosce la vita – quella vera – in cui basta un momento di poesia per darci l’eternità intera. Intera, sì, perché la vita eterna da sé solo è divisa: non ne spetta una porzione ciascuno. E gli angeli guardano in tralice – se spaventati quando qualcuno – tornando in sé dalla vita – per caso chieda loro che ore siano… Via | Mario Quintana, Il colore dell’invisibile (traduzione di Natale Fioretto) Ah, gli orologi! Una poesia di Mario Quintana

Le stelle cadenti in una poesia di Mario Quintana

Nottata magica quella del 10 agosto per le stelle cadenti che esaudiscono i desideri. Gli studiosi ci fanno sapere che lo sciame di stelle cadenti non rispetta il calendario, ma, come si dice, al cuore non si comanda! Molte sono le poesie dedicate a questa giornata: celeberrima quella di Giovanni Pascoli dal titolo X agosto . Noi vi proponiamo una poesia che viene dall’altra parte del mondo: è del poeta brasiliano Mario Quintana . A dire il vero non è una poesia specifica per il 10 agosto ma è dedicata alle stelle cadenti: il poeta descrive cos’ha provato il suo cuore nel vedere per la prima volta una stella che cadeva. Le stelle Si sono aperte poco a poco le stelle… di perle bel campo in fiore! Tanto alto il Cielo! Potessi andarle a cogliere… chiederei a una se mi vuoi bene. Stelle alte! Di che si preoccupano? Tanto distanti sono… tanto lontano da questo mondo… tremula banda di candele distanti ancorate nell’azzurro del cielo profondo… Il mio cuore però si è quasi fermato, volavano là le mie speranze quando una di quelle stelline, Dio la guidi!, dal cielo è precipitata… Certo era l’amore che mi volevi che

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Le stelle cadenti in una poesia di Mario Quintana

L’apprendista stregone, di Mario Quintana

Se morissi domani, lascerei solo, solo Un carillon Una bussola Una mappa illustrata Delle poesie colme della bellezza unica Di essere incomplete Il mistero è un angelo “di Pietra che è sempre immobile dietro ogni cosa / Nel centro delle sale da ballo, tra il fragole delle battaglie, nei comizi pubblici di piazza – /Nei cui occhi senza pupille, bianchi e immobili/Nulla del mondo si riflette” (Jazz). Trovo che sia questo il paesaggio nascosto dietro i versi de L’apprendista stregone , quinto libro del brasiliano Mario de Quintana che, pubblicato nel 1950 da Fronteira de Porto Alegre, già allora pur nelle sue contenute dimensioni ebbe grande risonanza in ambito letterario, come ci informa Natale Fioretto nella prefazione, spiegandoci anche il senso del titolo. “Nell’antica Persia” infatti, “il mago, per la straordinaria inventività del suo ingegno visionario era considerato in grado di “amplificare” la realtà, di trasformarla e, infine, di purificarla”, come a modo suo fa il poeta. Il mio consiglio è di leggere questa raccolta, in prima lettura, d’un fiato, e poi di snocciolare lentamente, con salti fra le pagine, le frasi rimaste impigliate nella mente durante la prima “traversata” di questi versi. Per quanto mi riguarda, è stato come avere fra le mani l’esplosione di un microuniverso, e poi tornare sulle sue tracce per ricostruirne i frammenti e ricostruirlo a modo mio. Per …

Fonte originale:
L’apprendista stregone, di Mario Quintana