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Scelti 15 personaggi rappresentativi di 150 anni di cultura italiana. Chi manca?

Quanto è cambiato il volto del “lettore italiano” medio , in 150 anni di storia italiana? Tantissimo, visto che ad esempio nel 1861 l’Italia aveva il 70% di analfabeti e oggi siamo il settimo mercato editoriale al mondo. A dedicare una mostra all’argomento sarà la prossima edizione del Salone del Libro di Torino (12-16 maggio) che prevede una esposizione dedicata al tema. Il percorso è organizzato in cinque filoni (150 grandi libri, 15 Superlibri, 15 personaggi, Editori, Fenomeni editoriali) L’elenco dei personaggi, che trovate qui sotto, comprende i maggiori, ma purtroppo (ovviamente) ne mancano tanti (soprattutto qualche donna, visto che ce n’è solo una!). Io avrei inserito come minimo Matilde Serao ed Elsa Morante. Voi? Francesco De Sanctis; Giosue’ Carducci; Gabriele D’Annunzio; Emilio Salgari; Benedetto Croce; Luigi Pirandello; Filippo Tommaso Marinetti; Giovanni Gentile; Antonio Gramsci; Leo Longanesi; Cesare Pavese; Indro Montanelli; Leonardo Sciascia; Pier Paolo Pasolini; Oriana Fallaci. Foto | Flickr Scelti 15 personaggi rappresentativi di 150 anni di cultura italiana. Chi manca?

Piccole anime, di Matilde Serao

Trovo sempre interessanti le iniziative delle case editrici che recuperano il nostro passato letterario. Non per una forma di nostalgia o per una sorta di disprezzo dell’attuale panorama editoriale italiano, ma perché sono fermamente convinto che una casa senza fondamenta non sta in piedi. Ben venga, allora, l’iniziativa della Albus Edizioni che nella collana Classica – dedicata ai capolavori del “passato”, che poi sono quelli di sempre – pubblica la raccolta di racconti Piccole anime di Matilde Serao (1856-1927). Piccole anime è un testo del 1883 e, come scrive la Serao stessa, è un libro scritto pei grandi, parla sempre di bimbi, nelle sue storielle. Sono bimbi veri: non li ho sognati, mi apparvero nella loro realtà. Vissero meco un anno, un minuto, un giorno, un’ora, faccine smunte o guance colorite, corpicciuoli scarni o pienotti, vestitini di raso o straccetti per cui si vedeva la pelle – ed erano creature volta a volte ingenue e pensierose, fantastiche e brutali, dolci e acri. Si tratta di dieci racconti che hanno per protagonisti i bimbi veri. La scelta del soggetto viene spiegata dalla Serao nell’introduzione: parole scritte oltre un secolo fa, ma che sono fortemente attuali: … questo bimbo moderno, nato da gente inquieta e convulsa, cresciuto spesso in un ambiente di nervosità irritante o di languida malinconia, che vede troppe cose, che assiste troppo alle piccole catastrofi familiari che impara troppe cose, questo bimbo ha ora acquistato una sensibilità precoce, una intuizione troppo rapida. Talvolta — e sempre senz’averne coscienza — un bimbo è cosi sottilmente scettico che ci sgomenta, noi che avemmo un’infanzia molto più grossolana, molto più animalesca, ma molto più allegra. Il bimbo moderno legge troppi libri illustrati ed ha per mano troppi giornali. Quando suo padre parla tranquillamente di suicidio, quando suo zio si burla della religione, egli tende l’orecchio. Così…

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