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"Gli altri fantasmi" di Maurizio de Giovanni

“Gli altri fantasmi” di Maurizio de Giovanni è una “trilogia delle anime”, nata per esser recitata… e non potrebbe essere altrimenti con il titolo che si ritrova. Perché i fantasmi citati, ad un orecchio orgogliosamente partenopeo, non possono non ricordare quelli di “Questi fantasmi” il film commedia, del 1954, scritto e diretto da Eduardo. E nelle pagine di de Giovanni la si respira tutta l’atmosfera del teatro di Eduardo e Titina de Filippo, l’aroma potente del caffé “come solo a Napoli lo sanno fare” e l’intrusione prepotente delle “zaffate salate” d’aria di mare, che solo chi ci è stato almeno una volta sul golfo, lo può capire. Ma non è tutto. Anche l’introduzione del regista Francesco Saponaro e le postfazioni degli attori Chiara Baffi e Tony Laudadio , avevano un certo sentore teatrale. L’autore delle storie del Commissario Ricciardi, che avevamo lasciato qualche tempo fa alle prese con le indagini per trovare l’assassino di Mammarella , consegna una nuova prova magistrale a quel “magnifico teatro dell’assurdo” che è la sua città, che descrive con parole amare, velate di speranza. Napoli è così, milioni di persone in uno spazio ridottissimo, una sull’altra e ognuna con la …

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"Gli altri fantasmi" di Maurizio de Giovanni

"Mammarella" di Maurizio de Giovanni

Dal paginone cultura del Mattino di stamattina, fa capolino un racconto inedito Maurizio de Giovanni che lascia senza parole. La sua è una Napoli violenta e stretta stretta, nella quale galleggia il Commissario Ricciardi. Una città che ha la luce fascista del ventennio (se questo ha davvero un senso), e si ritrova annegata dalla pioggia. Eh si, piove anche a Napoli, nonostante nessuno ci creda, e la bellezza del mondo baciato dal sole e dal mare si trasforma in un “gomitolo di strade” piene di gente, di caos, di urla e persino di topi. Un posto nel quale “non servono indirizzi per trovare il cadavere, basta seguire la folla”. Perché il morto c’è davvero (anzi la morta per essere precisi) ed è uno di quelli che difficilmente passa inosservato. Si tratta di Maria Rosaria, in arte Gilda, la più bella e la più desiderata donnina di una casa chiusa del centro. Ma chi l’ha uccisa non si sa, e in quella maniera così feroce poi. Un’apertura profonda ne lascia intravedere gli intestini, uno squarcio che scopre “il ventre aperto in diagonale, un taglio che partiva sotto il seno sinistro e

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"Mammarella" di Maurizio de Giovanni