Tag Archives: medioevo

Cinque libri su Francesco d’Assisi, in occasione della sua festa

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Illuminare l’Abruzzo, codici miniati tra Medioevo e Rinascimento in mostra a Chieti

Chieti svela il suo tesoro di manoscritti in una grande mostra visitabile fino ad agosto. L’appuntamento è per venerdì prossimo, il 10 maggio, quando presso il Museo Palazzo de’ Mayo di Chieti , sede museale della Fondazione Carichieti che sostiene l’evento, sarà inaugurata la mostra “Illuminare l’Abruzzo. Codici miniati tra Medioevo e Rinascimento” a cura di Gaetano Curzi e Alessandro Tomei, dell’Università di Chieti “G. D’Annunzio”, da Francesca Manzari, dell’Università di Roma “Sapienza” e da Francesco Tentarelli, soprintendente per i Beni Librari dell’Abruzzo. Un’esposizione destinata a presentare al grande pubblico il patrimonio librario medievale e rinascimentale abruzzese in tutte le sue sfaccettature, ma che mette in luce anche un lavoro di analisi che illustra attraverso prestigiose acquisizioni provenienti da istituzioni non solo italiane ma anche…

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Storia della violenza, di Robert Muchembled

Che cos’è la violenza? È innata? La sua fine è possibile? Sono domande che capita di porsi, soprattutto in questo periodo post Nobel per la Pace all’Unione Europea. Intorno a queste domande è imbastito il bel libro di Robert Muchembled dal titolo Storia della violenza dal Medioevo ai nostri giorni , pubblicato in Italia da Odoya, con la traduzione di Marco Pegoraro. Il saggio di Muchembled è un lungo viaggio nella storia della violenza e si analizza il fenomeno sotto diversi punti di vista: feste sanguinarie e giochi brutali, il duello, la violenza popolare, la diversità che la violenza assume a seconda se ci si trovi in città o nei villaggi, la violenza delle bande. Per non tralasciare la nascita del racconto nero che trasforma l’omocida sanguinario in un bandito beneamato e quasi idoltratato. Un lungo excursus storico, completato da alcune pregevoli illustrazioni. A proposito del discorso violenza, Europa e pace, trovo significativo questo passaggio: È ormai dal 1945 che l’Europa non ha più subito sul suo suolo una conflagrazione militare significativa. La brutalità dei giovani maschi occidentli continua ciononostante a essere sistematicamente a essere respinta fuori dallo spazio pubblico. Probabilmente è inibita molto più energicamente di prima anche tra le mura domestiche. La scomparsa del conflitto patriottico legittimo, tradotta dall’abrogazione del servizio militare obbligatorio in numerosi paesi […], sottrai l’unica valvola di sfogo di massa considerata tollerabile dalla nostra cultura a una combattività giovanile che essa non ha mai voluto estirpare totalmente. Questo squilibrio recente sempre più marcato è probabilmente una delle cause principali, insieme alla disoccupazione, di un’ondata di esasperazione ben visibile tra gli adolescenti. E si domanda: Siamo giunti a una svolta? La nostra civiltà globalmente senza conflitti, ricca e edonista saprà sublimare le pulsioni giovanili violente, che fino a poco tempo fa continuava ad alimentare riservandole a confronti armati, per evitare che saturino i margini poverissimi delle grandi metropoli o gli stadi e che producano esplosioni a catena? Molto curata l’edizione italiana di questo saggio di Robert Muchembled, uscito in Francia nel 2008. Personalmente avrei preferito le nota a piè…

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Medioevo romantico, di Paolo Golinelli

A voler ben guardare, cos’è che unisce noi italiani in un’unica identità? Di primo acchito verrebbe da dire: poco o nulla. Poi magari ci si pensa e iniziamo a trovare varie motivazioni. Dalla geografia particolare che definisce bene i confini all’unità religiosa (il cattolicesimo, con tutti i suoi pro e i suoi contro): in mezzo, una marea di di motivazioni, più o meno condivisibili. Ma c’è qualcosa di più profondo? Paolo Golinelli, ordinario di storia medievale e didattica della storia all’università di Venezia, individua il collante dell’identità nazionale nel Medioevo. Così lontano nel tempo? Secondo Golinelli sì e gli argomenti che porta a sostegno della sua tesi sono affascinanti e condivisibili. Golinelli, rifacendosi a Ludovico Antonio Muratori, vede nel Medioevo “le origini delle nostre tradizioni, dei nostri costumi, delle nostre leggi, della nostra letteratura”. Ed è proprio nella letteratura la chiave di volta dell’unità nazionale italiana: La presenza di una letteratura nazionale, con la sua capacità di veicolare narrazioni, esempi eroici, interpretazioni e ideali attraverso i mezzi più diversi – dalla scrittura alla trasmissione orale; dal teatro alle immagini, alla musica – nei qual gran parte del popolo si identificava, costituì il cemento unificatore della nostra nazione. C’è quindi un forte nesso tra Medioevo e Ottocento italiano, testimoni di un duplice “risorgimento della nazione” […]: il primo di carattere linguistico e culturale, il secondo approdato all’indipendenza e all’unità nazionale. Del resto, Alla base dell’insegnamento della scuola del tardo Ottocento e fino almeno alla fine del Novecento esisteva un “canone” di testi che costituivano il background culturale degli Italiani […], che apprendevano …

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