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Milano brucia, di Giuseppe Catozzella: uno stralcio inedito dell’autore di Alveare

Giovedì sera io e Gabriele Ferraresi ci siamo ritrovati alla Palazzina Liberty per la serata inaugurale dell’ultima stagione di Officina Italia , dedicata quest’anno alla Capitale immorale. Ovviamente si parlava di Milano e tra gli interventi d’autore della serata c’era anche quello di Giuseppe Catozzella, un bravissimo scrittore milanese che ci ha colpito molto . L’autore di Alveare – un bellissimo libro sulla ‘ndrangheta a Milano pubblicato da Rizzoli a marzo di quest’anno – nel quarto d’ora a sua disposizione ha letto un suo scritto inedito intitolato Milano brucia . E’ un pezzo potente, vivido e fiammeggiante . E non solo perché parla di incendi. Su 02blog potete leggere la bella intervista che gli ha fatto ieri da Gabriele Ferraresi , mentre dopo il salto trovate l’incipit di Milano brucia, per gentilissima concessione dell’autore. Sono sicuro che sarete d’accordo con il nostro giudizio e colgo l’occasione per ringraziare ancora una volta Giuseppe Catozzella e per fargli degli enormi complimenti. Un santo, doveva essere un santo, forse un barbone o al massimo davvero un angelo poteva essere l’uomo che stava sul tetto della palestra, del centro sportivo mentre bruciava tutto il piano sotto di lui, devono avergli cominciato a scottare anche le piante dei piedi a un certo …

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Al via giovedì a Milano l’ultima stagione di Officina Italia dedicata a Milano, capitale immorale

La capitale immorale. Mai ci fu miglior tema, si potrebbe dire, di quello scelto per questa ultima rassegna di Officina Italia, l’appuntamento letterario organizzato da Alessandro Bertante e da Antonio Scurati che da cinque anni ravviva il clima culturale della città meneghina. A partire da giovedì 20, fino a sabato 22, nella piccola ma splendida cornice della Palazzina Liberty di piazza Marinai d’Italia si alterneranno sul palco le voci di alcuni dei personaggi più importanti del panorama letterario nazionale. Da Michele Mari a Antonio Scurati, da Aldo Nove a Giuseppe Genna, fino ad arrivare ad Antonio Franchini e Gianni Biondillo. Il programma, come vedete, è veramente succulento. Piace molto poi, almeno a chi scrive, lo spirito della manifestazione di quest’anno. Leggiamo dal comunicato stampa: Officina Italia affronta di petto l’immaginario letterario di

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Mafia a Milano, sessant’anni di affari e delitti: la prima ricostruzione sistemica del fenomeno

Segnalo volentieri quello che si presenta come la prima storia sistemica della penetrazione della mafia a Milano. Si intitola Mafia a Milano – sessant’anni di affari e delitti , e si tratta di una inchiesta firmata dai colleghi Mario Portanova, Giampiero Rossi e Franco Stefanoni (Melampo ed.) Il tema è di stretta attualità, visto lo scalpore delle dichiarazioni di Saviano in merito, tempo fa, e di altri studi sull’argomento (ne abbiamo parlato, vedi ad esempio Metastasi). Il valore aggiunto sta appunto proprio nella ricostruzione puntuale del fenomeno. Coraggioso il Consiglio regionale lombardo, che ha deciso di ospitare la presentazione del testo, a cui, come hanno specificato gli autori, è stato dato un taglio storico “che vorrebbe restare, per tentare di capire cosa è successo in questo mezzo secolo”. “Della mafia lombarda – ha aggiunto Giulio Cavalli – bisognerebbe parlarne non solo a partire dalle scuole, ma alle fermate dei tram”. Mario Portanova, Giampiero Rossi e Franco Stefanoni Mafia a Milano, sessant’anni di affari e delitti Melampo ed. 18.50 euro Mafia a Milano, sessant’anni di affari e delitti: la prima ricostruzione sistemica del fenomeno

Appunti di un venditore di donne, di Giorgio Faletti. La recensione

“Intanto che dormivate di giorno e vi illudevate di vivere la notte, il mondo è cambiato e non ve ne siete accorti. Il ‘68, il ‘77, la lotta di classe, la lotta armata. Tutte cose senza senso, per voi. Peggio ancora, tutte cose sconosciute. Siete solo nebbia sottile, quel tratto di nulla fra il bene e il male”. “Qualcuno a suo tempo ha “pesantemente decurtato la mia possibilità di essere. Quello che mi resta è la possibilità di avere”. E’ così che si presenta il protagonista di ‘Appunti di un venditore di donne’, l’ultimo romanzo di Giorgio Faletti , uno che “nella sua vita si è trovato sempre dalla parte sbagliata di una pistola o di un coltello”. Lui, conosciuto da tutti semplicemente come ‘Bravo’, ci svela la sua verità fin dall’incipit: qualcuno lo ha evirato. Da quel momento, si è tenuto per sé il suo segreto, e ha deciso di rifugiarsi nell’anonimato che gli consente il suo soprannome. Si è messo a vendere donne, bellissime donne, a uomini che “ hanno paura e non hanno tempo…far andare avanti un’azienda, una banca o un partito politico. Tutte queste cose il tempo se lo divorano. La paura, invece, è quella di sentirsi dire in faccia il monosillabo che meno riescono ad accettare: no”. E nella prigione mentale in cui vive da anni, Bravo divide le ‘ore d’aria’ con il vicino di casa cieco, Lucio, con cui ogni giorno scambia crittografie. “Un giorno uno di noi ne inventerà uno particolarmente complesso e l’altro lo risolverà. Forse quel giorno potremo dire di essere amici”, dice. Finchè un giorno una donna gli sussurra in faccia un desiderio che non sentiva da tempo: “Con te ci verrei anche gratis”. Lei è Carla, lavora per una ditta di pulizie e dietro l’apparenza dimessa Bravo sa che si nasconde una dea, e decide di reclutarla. Ma quella frase sussurrata in faccia non smette di tormentarlo. Il romanzo di Faletti appassiona, si beve d’un fiato, e…

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