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Oggi è domenica, una poesia di Nazim Hikmet

Un momento di pura vita e consapevolezza di sé, nel sole: ecco la prima domenica fuori di prigione di Nazim Hikmet , una delle voci più importanti della letteratura turca, di cui quest’anno celebriamo il cinquantesimo anniversario della morte . In quel ritaglio di libertà della vita di cui ci parla Nazim Hikmet – che era chiamato anche il rivoluzionario romantico – solo poco può importare, visto il corpo riprende con prepotenza le sue priorità dopo la lunga costrizione: la terra, il sole e me. Oggi è domenica. Per la prima volta mi hanno portato al sole oggi. E per la prima volta nella mia vita sono rimasto esterrefatto che il cielo sia così lontano e così blu e così vasto che sono rimasto senza muovermi. Poi mi sono seduto sul suolo e con rispettosa devozione appoggiato al muro bianco. Chi se ne frega le onde dove anelo a rotolare o dei conflitti o della libertà o mia moglie in questo momento. La terra, il sole e me … Mi sento felice e tanto E a noi, cosa serve per realizzare finalmente quanto sia vasto il cielo? Foto | Paulo Brandão via photopin cc

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Oggi è domenica, una poesia di Nazim Hikmet

Signor Erdogan… su Le Monde la lettera aperta dello scrittore turco Nedim Gürsel

Lo scrittore turco residente a Parigi si rivolge direttamente al politico additato dalle proteste di questi giorni. Nedim Gürsel , si divide dall’epoca della sua formazione, cominciata con il nonno a Balıkesir, nella regione de Marmara per continuare poi al liceo francese Galatasaray d’Istanbul e alla Sorbonne, tra la Turchia e la Francia, dove insegna in qualità di direttore di ricerca al CNRS e come docente all’Institut des langues orientales (Inalco), entrambi con sede a Parigi. Del suo paese scrive continuamente nei suoi romanzi, intrisi di quella nostalgia dell’esilio che assume una sfumatura tutta particolare per coloro che hanno assaporato il profumo delle rive del Bosforo e che ha già straziato tanti autori, come il poeta Nazim Hikmet (uno dei due protagonisti, insieme a Louis Aragon, della sua tesi in letteratura comparata sostenuta nel 1979). Non c’è troppo da stupirsi quindi che per dire il suo sdegno abbia scelto il più famoso dei quotidiani francesi, Le Monde , che tra le due pagine ospita una sua l ettera aperta diretta proprio al primo ministro turco Erdogan . Una missiva per la quale Gürsel, neo-vincitore del prix Méditerranée …

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Cinquant’anni fa moriva Nazim Hikmet. Tre poesie per ricordarlo

Il 3 giugno 1963 moriva a Mosca il poeta Nazim Hikmet , il rivoluzionario romantico . Nato a Salonicco nel 1901 è ritenuto uno dei più importanti poeti turchi dell’epoca moderna. E muore e nasce a tutta forza albero stella uomo virus eccetera eccetera un tumulto uno strepito speranza malinconia nostalgia e nasce e muore a tutto vapore In italiano le poesie di Hikmet sono state tradotte da Joyce Lussu, partigiana, politica, scrittrice, traduttrice e poetessa a sua volta che ha lavorato ai testi del poeta sotto la supervisione di Hikmet stesso: Amo in te l’avventura della nave che va verso il polo amo in te l’audacia dei giocatori delle grandi scoperte amo in te le cose lontane amo in te l’impossibile entro nei tuoi occhi come in un bosco pieno di sole e sudato affamato infuriato ho la passione del cacciatore per mordere nella tua carne. amo in te l’impossibile ma non la disperazione. In occasione del cinquantesimo della sua morte noi di Booksblog vi invitiamo a leggere le sue opere (poesie ma anche

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Cinquant’anni fa moriva Nazim Hikmet. Tre poesie per ricordarlo

Libri in moschea, libri e moschee a Istanbul

In tempi di polemiche e scoppi iracondi dagli effetti più che devastanti, abbiamo pensato di ricordare, con un bel sorriso sulle labbra, una parte dei tanti libri scovati negli angoli di alcune tra le più belle moschee di Istanbul. E se nella città dagli infiniti minareti e altrettanti gatti, scenario naturale delle “mille e una notte”, ci siamo già concessi più di un periplo, passando per quel che resta della prigione del poeta Nazim Hikmet , per il bazar dei libri e incantandoci davanti ad un’istallazione sospesa da sogno , ciò non toglie che, come in ogni viaggio che si rispetti, ci sia stato spazio per la riflessione. Un’occasione imperdibile per osservare anfratti non sempre visibili dei luoghi più sacri della città, zone sottratte al caos circostante e immerse in un’ovattata atmosfera, perfetta per la lettura, la preghiera e la meditazione. E in tale scenario i tomi non potevano naturalmente essere lontani. Sguardo attento e obiettivo alla mano, abbiamo percepito “per istinto libresco”, la presenza degli amati stampati, e un’attenta verifica sul campo ha confermato l’intuizione, ma immortalarli è stato più difficile. Perché i libri nelle moschee, a causa della loro indubbia sacralità, non sono esattamente in evidenza ai non fedeli, per trovarli bisogna aguzzare la vista e concedersi qualche evoluzione destinata

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