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Tutti i numeri del mondo, di Lara Albanese

Ci risiamo, con la solita, triste domanda: perché – io che non sopporto la matematica – dovrei leggermi un libro (bello, colorato, liscio al punto giusto, per carità) che parla di…numeri? E la risposta è sempre quella: basta lamentarsi! La matematica non è solo una punizione! Ce lo insegna Lara Albanese Se si guarda dietro i numeri, se si inizia a frequentarli come si deve e a cercare di capire il linguaggio che parlano, la cosa può diventare affascinante, come ci dimostra il bel libro di Lara Albanese, Tutti i numeri del mondo , ben illustrato da Cristina Bellacicco. E così vi potrebbe accadere anche di rimanere con il fiato sospeso, scoprendo la meraviglia del “quadrato magico”, quello in cui sommando i numeri di uno qualsiasi dei suoi lati o delle sue diagonali, si ha sempre lo stesso risultato (!). Potremmo scoprire che fu proprio un bambino a inventare quel nome che spesso sentiamo pronunciare ai nostri genitori, Google, o che se ci si ragiona un po’, è possibile capire dopo quanti giri di barca è possibile risolvere il dilemma di lupo, capra e cavoli. Le storie dei numeri vengono, poi, da ogni parte del mondo e da tutte le epoche. Come quella delle moltiplicazioni dei gatti e dei topi di Ahmes, interrogarsi su quali ore segna l’orologio di Lewis Carrol che perde un minuto al giorno. Potremmo imparare a contare con i numeri di Maya, imparare le regole del Mancala o a costruire le figure che vogliamo con il Tangram! Istruttivo e colorato, volume da collezionare. Lara Albanese Tutti i numeri

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Tutti i numeri del mondo, di Lara Albanese

La storia in una frase: Afocalypse, antologia dell’aforisma serbo

Il mio televisore si è rotto, dovrò guardare i bombardamenti dalla finestra (Slobodan Simic). Se l’aforista ha in mano uno spillo – le sue frasi – con cui sgonfiare il clamore e la retorica del mondo, quanto un coro di aforisti riuscirà a raccontarci la storia del proprio Paese in maniera più puntuale ed antiretorica rispetto a libri di testo e dirette tv o certi articoli di giornale. Accade così con gli aforisti serbi contemporanei che ci presenta Fabrizio Caramagna in questo Afocalypse, antologia dell’aforisma serbo , in cui i martiri di un popolo e il suo martoriato presente vengono osservati dal buco della serratura di uno “scrivere corto” che illumina la mente come una sfuriata di lampi in successione. Quale sia il significato di pace in quella terra, ad esempio, ce lo spiega fra gli altri Baljak quando scrive che “per motivi di sicurezza, i negoziati di pace sono stati condotti con il coltello tra i denti” e se è vero che “Dio ci vede, un Awaks della Nato gli oscura la vista” (M. Bestic). Certo, “ci sono anche politici onesti, ma per la loro sicurezza non riveliamo i nomi” (Nestorovic). A volte invece, come scrive Cotric, “Mettono il popolo di fronte ai carri armati. E la definiscono una parata” mentre i “giornalisti vengono divisi. Alcuni sono chiamati per il briefing, altri per un interrogatorio”. C’è chi pensa, di…

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