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Il romanzo della mia vita, un’autobiografia di Tex Willer

Segnalo volentieri questa originale autobiografia di Tex Willer scritta da Mauro Boselli ed edita da Mondadori col titolo Il romanzo della mia vita. Trovo geniale l’idea di scrivere una autobiografia di un personaggio di un fumetto: chissà se lo faranno anche per Dylan Dog o Diabolik. Nel libro, la storia dele origini di Tex, “l’incontro con il burbero Kit Carson, con il fiero navajo Tiger Jack e la nascita del figlio Kit dopo il matrimonio con Lilyth, figlia del capo Freccia Rossa”. Boselli – sceneggiatore di Tex, Dampyr e Zagor – dà voce alla filosofia di vita dietro le scelte del personaggio, i motivi del “marchio” di fuorilegge, il suo essere antirazzista e amico di ogni “fratello rosso” indiano, e essere ribattezzato dai Navajo “Aquila della notte”. M. Boselli Il romanzo della mia vita. Tex Willer Mondadori 17 euro Il romanzo della mia vita, un’autobiografia di Tex Willer

John Harvey Kellogg. Mai dire mais, di Silvestro Ferrara

Mentre gustate tranquilli e beati una tazza di latte con i cereali più famosi del mondo potreste mai immaginare che dietro quei pezzetti di mais croccanti ci sia una storia incredibile, grottesca e morbosa? La vicenda è quella di J ohn Harvey Kellogg , inventore dei fiocchi di mais e di altri cibi “gastricamente corretti”. Il Dottor Kellogg, instradato sulla via del salutismo e del moralismo da una coppia di avventisti, i coniugi White, diresse dal 1876 al 1943 il Sanitarium di Battle Creek, una clinica lussuosa per obesi, dispeptici ed erotomani. Nella sua follia l’eccentrico dottore propinava ai suo malcapitati pazienti diete a base di cibi insapori, incitamenti a ripetere la masticazione infinite volte, riposini rigorosamente all’aperto (anche a meno venti) e sedute estenuanti di esami clinici. Una menzione a parte merita il sesso, argomento al quale il dottore dedicò molti studi. La sua teoria era che il liquido seminale riparasse i tessuti danneggiati all’interno del corpo e per questo bisognasse disperderne il meno possibile. Da qui le crociate contro la masturbazione e i rapporti sessuali. In breve tempo divenne l’incubo degli adolescenti che per loro sfortuna vivevano nei dintorni della clinica: al minimo segnale di pubertà captato dai genitori, i poveri ragazzi venivano condotti dal dottor Kellogg il quale, tramite pratiche orribili e illegali nella maggior parte degli stati, tentava di estirpare le “insane” abitudini. L’autore racconta l’affascinante storia di John Harvey Kellogg in modo ironico e scanzonato, tanto da rendere quasi simpatico un personaggio a tratti mostruoso. Consigliato a chi ama le biografie non convenzionali e i personaggi stravaganti. Unica controindicazione alla lettura: subito dopo diffiderete di Spa e Beauty farm, il fantasma di un clistere da cinquanta litri di yogurt resterà in agguato per un po’. Mai dire mais si inserisce nell’irriverente collana I cattivi dell’editore Bevivino accanto alle biografie di personaggi come Margaret Thatcher, Steve …

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John Harvey Kellogg. Mai dire mais, di Silvestro Ferrara

Mille lire, di Giulio Levi

“Un biglietto di Monopoli – borbottò – Sai che bella fortuna!” Il biglietto da mille lire si agitò e diede un colpetto di tosse. (…) Poi disse: “No Gigi, non sono un biglietto del monopoli. Sono un biglietto da mille lire vere” Segnalo questo bel volume per ragazzi, Mille lire, per una molteplicità di buone ragioni. Innanzitutto per l’intelligenza del progetto editoriale che c’è dietro.Apprezzabile la scelta di pubblicare un volume su un pezzo della nostra storia – le lire – per i 150 anni dell’Unità d’Italia ( e per i 9 anni dell’addio alla lira, che ricorrono oggi), e scegliere di affidare il progetto – oltre che all’autore Giulio Levi, già membro del Consiglio Scientifico dell’Enciclopedia dei ragazzi dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana Treccani – al ‘duo’ di illustratrici Cinzia Cavallaro e Valentina Martegami. Trovo intelligente infatti aver scelto proprio loro per le illustrazioni non solo perchè insegnano illustrazione allo IED di Milano, ma soprattutto perchè il loro stile distintivo è il collage di materiali: la scelta ideale per inserire nei disegni a corredo della storia il corpo “fisico” della cara vecchia liretta che (in versione cartacea o in forma di monete) si anima…

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Mille lire, di Giulio Levi

Momento di taglio, di Mario Ventura

“ Il taglio , si spiega nella quarta di copertina, è uno stato di tensione in cui la forma di un materiale solido tende a cambiare e può subire deformazioni fino ad arrivare alla rottura “. L’elemento che accomuna le storie di Mario Ventura è proprio l’incrinatura, la falla che si apre nella quotidianità di personaggi, almeno in apparenza, normali. E quel momento, in cui tutto cambia, può essere l’inizio della fine, o solo di un nuovo corso delle cose. Lo stile di Ventura, autore di cui avevo già parlato , è evidente anche in queste nuove pagine. Il tempo e lo spazio diventano strutture malleabili ed è difficile collocare i racconti in una data e un luogo precisi: le figure raccontate si muovono in una sorta di piano parallelo, più simile alla dimensione delle fiabe che alla realtà. Un treno che, attraverso la montagna, arriva nel futuro, una riga sul muro che crea una voragine in un appartamento, il rifiuto di un patto con Mefistofele, uno strambo ménage familiare, trame che presentano la particolarità di deviare la linea retta su cui a volte sembra scorrere l’esistenza per condurla in luoghi nascosti e meno accessibili. Ventura apre spiragli di originalità in posti dove, di solito, non si pensa di trovarli: in fabbrica, in casa, su un treno, luoghi dove l’esistenza scivola via quasi senza accorgersene. La penna dell’autore, invece, interrompe il flusso ordinario per inserire elementi

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Momento di taglio, di Mario Ventura