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Antoine de Saint-Exupéry in versione banconota, i 50 franchi dedicati al creatore del Piccolo Principe

Come riassumere l’aura mitica che circonda Antoine de Saint-Exupéry , autore ed aviatore osannato da folle di bambini all’ingresso nel mondo della lettura, e poi conservato dolcemente nel cuore, accanto ai ricordi più belli? E’ molto più semplice di quanto potrebbe sembrare se vi capitasse, com’è successo a me, che un’amica italiana si ritrovi in mano, per un rocambolesco affare di caminetti, cane fumarie e lavori in uno storico edificio di Montmatre , un bel barattolo pieno di vecchie banconote arrotolate come nei film d’altri tempi, tra le quali prendeva posto anche un biglietto da 50 Franchi del 1997 dedicato proprio al sopracitato scrittore francese. Un bel pezzo di carta, il cui valore collezionistico è ben inferiore a quello sentimentale, che riunisce alcuni tra gli elementi chiave dell’opera letteraria del creatore del Piccolo Principe , per finire, immediatamente, dritto nella lista dei più bei regali dell’anno nuovo. Ed ecco che sul lato principale ritroviamo proprio il ritratto, dalle sfumature bluastre, dello scrittore di origine lionese misteriosamente scomparso durante una missione aerea sul Mediterraneo, il 31 luglio 1944 al largo della Corsica. In alto sulla sua sinistra proprio la silhouette di un Latécoère 25, giusto sopra la testa dell’effige del Petit Prince , che da le spalle ad una mappa dell’Europa e dell’Africa sulla quale si possono distinguere chiaramente i due percorsi aerei coperti da Saint-Exupéry. E se sembra guardare nel vuoto, in realtà il ragazzino dai capelli d’oro osserva la sua pecora, riprodotta in filigrana perlata. Il retro è invece quasi totalmente dedicato al Bréguet 14 , il famoso aereo dell’autore, che sulla sinistra sorvola il deserto in un cielo nuvoloso, come nella nota storia, in vista della rosa dei venti che …

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Ho lasciato un Idiota e ho trovato un Piccolo Principe, ovvero cronaca di un bookcrossing all’italiana

Ieri pomeriggio, mentre il sole riconquistava il suo spazio nel cielo di Milano, nella bellissima scenografia offerta dai chiostri di san Barnaba andava in scena un evento culturale organizzato dalla Fnac e intitolato «Ho lasciato un Idiota e ho trovato un Piccolo Principe». Ma quello che nelle intenzioni degli organizzatori doveva essere un civile spazio di condivisione libera di libri e suggestioni di lettura – almeno così lo avevo ingenuamente interpretato io – si è trasformato nella consueta battaglia, gomito a gomito, quasi senza esclusione di colpi che puntualmente si scatena qui da noi quando qualcosa viene offerto gratuitamente. Gente in affanno che si accalca agli scaffali, mani leste a sottrarre qualsiasi edizione decente venga appoggiata negli spazi espositivi, trambusto, pile di libri nelle mani di alcuni, rabbia e delusione nella mente degli altri: questa potrebbe essere una descrizione sommaria di ciò che è successo ieri all’Umanitaria. Ci sono forse due modi per interpretare tutto questo. Il primo è quello di concentrarsi sulla metà vuota del bicchiere, ovvero su quanto poco sia servita la letteratura nell’operazione di nobilitazione dell’animo di quei lettori talmente accaniti e agguerriti da lanciarsi sugli scaffali come sciacalli, agognando il ritrovamento di un libro non tanto per guadagnare preziose ore di lettura, quanto per sgraffignare qualcosa di gratuito. Il secondo modo di vedere la cosa è quello di cercare di concentrarsi sul bicchiere mezzo pieno, vale a dire sul fatto che, nella desolazione culturale del nostro paese, un evento culturale come quello che si è svolto ieri sia riuscito ad attirare centinaia di persone, ovvero su come probabilmente la battaglia morale e culturale in questo …

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