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Una poesia per l’inizio dell’inverno

Inizia oggi ufficialmente l’inverno, anche se già lo abbiamo sperimentato nei giorni scorsi. Scaldiamoci il cuore e la mente con la poesia La meseta d’inverno di Federico García Lorca e rallegriamoci: d’inverno, accoccolati sul divano, si legge con più piacere! Il cielo è di cenere. Gli alberi sono bianchi, e son carboni neri le stoppie bruciate. Ha sangue asciutto la ferita dell’Occaso, e la carta incolore del monte è raggrinzita. La polvere della strada si nasconde nei burroni, son torbide le fonti e quieti gli stagni. Suona in un grigio rossiccio il campano del gregge, e la noria materna terminò il suo rosario. Il cielo è di cenere. Gli alberi son bianchi. Foto | Flickr Una poesia per l’inizio dell’inverno

Una poesia per la domenica. Nazim Hikmet

Un momento di pura vita e consapevolezza di sè, nel sole, ecco la prima domenica fuori di prigione di Nazim Hikmet. E in quel ritaglio di libertà della vita solo poco può importare, il corpo riprende con prepotenza le sue priorità dopo la lunga costrizione: la terra, il sole e me. E a noi, cosa serve per realizzare finalmente quanto sia vasto il cielo? Oggi è domenica. Per la prima volta mi hanno portato al sole oggi E per la prima volta nella mia vita sono rimasto esterrefatto che il cielo sia così lontano e così blu e così vasto che sono rimasto senza muovermi. Poi mi sono seduto sul suolo e con rispettosa devozione appoggiato al muro bianco. Chi se ne frega le onde dove anelo a rotolare O dei conflitti o della libertà o mia moglie in questo momento. La terra, il sole e me … Mi sento felice e tanto (N. Hikmet, Oggi è domenica) Una poesia per la domenica. Nazim Hikmet

Chi è senza peccato non ha un c. da raccontare, di Chinaski

Chinaski ci piace perchè ricorda Bukowski. E non solo nel nome, ma anche nel suo essere cultore dell’alco e delle nude verità dell’esistenza. Come il vecchio Buk, anche lui è una pellaccia dal cuore tenero, e ti butta in faccia punte di lirismo quando non te le aspetti. E così “il mondo si nasconde/dietro spigoli di luce/ in attesa che un Dio si decida a scendere” e “che brutta cosa le nuvole/piano/piano/girano il mondo senza intervenire/senza mai appoggiarsi”, mentre “cenere tabacco e clementine/è l’odore dei giorni/che confonde/il profumo della vita”. A volte è puro Bukowski, perchè “di notte le sirene di polizia/e autoambulanze squarciano i sogni…Allora mi alzo vado in bagno e osservo/la trasformazione della birra (…)” e “c’è chi beve e si vanta/della propria ubriachezza. C’è chi si ubriaca e si vergogna/dei propri sentimenti. C’è chi osserva tutto questo/e lo sopporta solo bevendo”. Tanto “c’è sempre chi ha qualcosa da dire/pochi hanno da dire qualcosa” e “quando incontri qualcuno che ti/sembra non sappia quello che dica /in

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Chi è senza peccato non ha un c. da raccontare, di Chinaski

Una poesia per la domenica. Corrado Govoni

Questa di Corrado Govoni (1884-1965) ritrae una domenica che non c’è più, con la biancheria distesa nel prato e il sole sulle soglie. O forse esiste ancora, per chi vive lontano dalla città, o per chi passa il finesettimana di riposo nelle campagne italiane. Dove forse, a distanza di anni, le atmosfere sono le stesse di sempre. Le cose che fanno la domenica L’odore caldo del pane che si cuoce dentro il forno. Il canto del gallo nel pollaio. Il gorgheggio dei canarini alle finestre. L’urto dei secchi contro il pozzo e il cigolìo della puleggia. La biancheria distesa nel prato. Il sole sulle soglie. La tovaglia nuova nella tavola. Gli specchi nelle camere. I fiori nei bicchieri. Il girovago che fa piangere la sua armonica. Il grido dello spazzacamino. L’elemosina. La neve. Il canale gelato. Il suono delle campane. Le donne vestite di nero. Le comunicanti. Il suono bianco e nero del pianoforte. Le suore bianche bendate come ferite. I preti neri. I ricoverati grigi. L’azzurro del cielo sereno. Le passeggiate degli amanti. Le passeggiate dei malati. Lo stormire degli alberi. I gatti bianchi contro i vetri. Il prillare delle rosse ventarole. Lo sbattere delle finestre e delle porte. Le bucce d’oro degli aranci sul selciato. I bambini che giuocano nei viali al cerchio. Le fontane aperte nei giardini. Gli aquiloni librati sulle case. I soldati che fanno la manovra azzurra. I cavalli che scalpitano sulle pietre. Le fanciulle che vendono le viole. Il pavone che apre la ruota sopra la scalèa rossa. Le colombe che tubano sul tetto. I mandorli fioriti nel convento.

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Una poesia per la domenica. Corrado Govoni