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Romanzi: quanto sono lunghi?

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Romanzi: quanto sono lunghi?

Marcel Proust e i carnets della BNF

Il grande scrittore francese Marcel Proust era ossessionato dalla scrittura, e i momenti di ispirazione lo assalivano ovunque. Per catturare le idee, subitanee come le sensazioni, si affidava alla penna e a dei quaderni tascabili, come i cinque carnets stretti e lunghi dalla copertina dipinta, acquistati nel negozio inglese Kirby Beard, situato nel quartiere di Opéra, che sono il frutto di un regalo indovinato offerto nel gennaio 1908 da Geneviève Straus , al suo grande amico Marcel. Di qualità superiore e con finiture lussuose, quattro dei piccoli tesori di carta, che sono ormai conservati alla Bibliothèque Nationale de France ( BNF ) furono impiegati dall’autore

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Marcel avant Proust, 11 testi inediti riuniti e pubblicati in Francia

I suoi contemporanei molto probabilmente non immaginavano nemmeno di trovarsi davanti alle parole di colui che sarebbe diventato uno dei monumenti della letteratura francese, e lo stesso Marcel Proust , allora solo un brillante diciannovenne agli esordi, faceva di tutto per nascondersi, celando la sua identità dietro innumerevoli soprannomi fantasiosi come Pierre de Touche, Étoile filante, de Brabant, Fusain, Y, M.P. Giovane rampante appena approdato alle scene del belmondo della capitale, tra la fine del 1890 e il dicembre dell’anno successivo, il giovane Marcel pubblicherà sulle colonne della rivista “Le Mensuel” ben undici articoli, dei quali solo uno riporta la sua firma per esteso. Questi testi, rari e sconosciuti al grande pubblico, sono oggi riuniti per la prima volta in un libro: “Marcel avant Proust” , 160 pagine pubblicate dalle éditions des Busclats , con prefazione di Jérôme Prieur , scrittore, cineasta, autore di “Proust fantôme” (per Gallimard) che ha ricevuto da una giuria di esperti di Proust il “Prix Céleste”. Questi pezzi inediti ormai disponibili alla lettura, tratteggiano le sembianze di un grande autore ancora agli albori, svelando curiosi riferimenti ai temi che saranno sviluppati nella famosa Recherche : Cronache di moda, descrizioni della vita mondana e culturale, commenti di esposizioni, pareri e critiche a proposito di raccolte poetiche… Vi troviamo il giovane dandy affrontare i suoi primi passi nei salons e nell’universo parigino delle arti e delle lettere che nutrirà la sua opera futura, mentre affila la sua piuma infilandosi nei bassifondi dei music-hall, scive un corto poema e pubblica due racconti. Via | Le

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François Truffaut e la lettura

Era e resta ancora oggi, a quasi due decenni dalla sua scomparsa, l’indimenticabile maestro della Nouvelle Vague. Si chiamava François Truffaut , ed oltre che regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, attore e critico cinematografico francese, era un grande lettore. I suoi libri viaggiavano dall’ufficio all’abitazione, se li portava dietro dal suo ufficio fino alla sua abitazione all’ombra della Tour, dove i testi di lavoro incontravano gli altri, come vecchi amici che dopo essersi persi per lungo tempo, ritrovavano la gioia dei bei tempi andati. Gioie su carta, volumi di una certa età, scovati nei numerosi “antri” di bouquiniste della capitale, oppure presso il suo libraio di fiducia, in una botteguccia di Montmatre, di quelle nelle quali non si trovano che vecchi tomi, dai grandi classici agli scritti dimenticati, fino a quelli maledetti. Nel video d’epoca che vi presentiamo, estratto dalla trasmissione culturale “L’invité du jeudi” di Gilles Daude, ed emerso dal sito dell’Istituto Nazionale degli Archivi francesi, alias INA del 1980, è lo stesso Truffaut a parlare della sua routine di lettore, confessando uno dei

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