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Borges nasceva 112 anni fa e Google lo ricorda

Il 24 agosto di centododici anni fa nasceva a Buenos Aires Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo, noto come Jorge Luis Borges , uno dei più grandi geni letterari del Novecento. Anche Google lo celebra con un doodle . Forse Borges non avrebbe gradito un omaggio così virtuale. Stando a María Kodama (sua ex-alunna, poi sua segretaria e, infine, sua seconda moglie, sposata per procura in Uruguay) Borges storceva un po’ il naso dinanzi alle tecnologie (l’ultima volta che Borges avrebbe visto la tv sarebbe stato nel 1969 quando l’uomo andò sulla Luna – ricordiamo che Borges è morto a Ginevra il 14 giugno 1986). Il doodle di Google, comunque, è un buon modo, secondo me, per ricordare ai distratti navigatori della rete di fermarsi per un po’ e leggere (o rileggere) qualcuno degli scritti di Borges: c’è solo l’imbarazzo della scelta. Non dimentichiamo, poi, che Borges ha influenzato/ispirato diversi scrittori (come, per esempio, Italo Calvino, Umberto Eco, Leonardo Sciascia, Roberto Bolaño, Paul Auster, Philip K. Dick), cantautori (come Guccini, Vecchioni, Elvis Costello) e anche autori di fumetti (come, per

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The book cover archive, ovvero: tutte le copertine del mondo

Proprio tutte no, ma questo progetto, nato per archiviare tutte le copertine del mondo, è destinato ad allargarsi. Il “ book cover archive ” è un progetto davvero ambizioso, utile a chi fa il grafico di professione e a chi, più semplicemente, è appassionato di libri . E c’è da divertirsi, ve l’assicuro. Innanzitutto si può riconsocere una tendenza della grafica del mondo anglosassone: sicuramente oltremanica (e oltreoceano, aggiungerei) giocano più con le font di quanto non facciamo noi. Spesso i caratteri sono disegnati, unici, diversamente da quelli, piuttosto standard, a cui ci ha abituato l’editoria italiana. Provate a dare un’occhiata a quelli di Safran Foer,

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The book cover archive, ovvero: tutte le copertine del mondo

Proprio tutte no, ma questo progetto, nato per archiviare tutte le copertine del mondo, è destinato ad allargarsi. Il “ book cover archive ” è un progetto davvero ambizioso, utile a chi fa il grafico di professione e a chi, più semplicemente, è appassionato di libri . E c’è da divertirsi, ve l’assicuro. Innanzitutto si può riconsocere una tendenza della grafica del mondo anglosassone: sicuramente oltremanica (e oltreoceano, aggiungerei) giocano più con le font di quanto non facciamo noi. Spesso i caratteri sono disegnati, unici, diversamente da quelli, piuttosto standard, a cui ci ha abituato l’editoria italiana. Provate a dare un’occhiata a quelli di Safran Foer, e in particolare alla copertina, splendida, di “Ogni cosa è illuminata” (la potete vedere qui ), o a quella della “Strada” di Cormac McCarthy ( qui ), ugualmente bella, se non fosse per lo strillo del “Times” stampato a caratteri cubitali in copertina… Avete notato quanti occhi e quanti volti femminili sono comparsi sulle copertine italiane da quando è uscito “La solitudine dei numeri primi”? Altrove, nel mondo, si ha l’impressione che ci sia più varietà, anche se a volte con risultati non proprio eccellenti. Chi è abituato alle belle

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