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Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: all’Efebo d’oro le scene tagliate

Le scene tagliate del Gattopardo nella cornice siciliana dell’Efebo d’Oro tra registi e scrittori. Tra poche ore all’ Efebo d’oro di Agrigento saranno mostrate delle scene cinematografiche davvero poco note. Dodici minuti girati sulle scene del famoso adattamento cinematografico de “Il Gattopardo” , capolavoro di Tomasi di Lampedusa firmato Luchino visconti e vincitore della Palma d’oro come miglior film al 16º Festival di Cannes. Una pellicola magistrale, che ha portato dritto nell’immaginario degli italiani, la staticità della situazione politica siciliana di fine ottocento, stretta tra splendore e decadenza, con attori entrati nel mito come Claudia Cardinale, Alain Delon, Burt Lancaster, avvolti in splendidi costumi di Piero Tosi e immersi nelle musiche di Nino Rota e che riserva ancora qualche sorpresa. L’Efebo d’oro di Agrigento celebra alcuni retroscena del film alle 17,30 di oggi, venerdì 25 ottobre 2013, presso l’ex Collegio dei Filippini con un incontro dedicato all’elaborazione dell’opera intitolata “Nello specchio del Gattopardo la Sicilia 50 anni dopo fra coraggio e paure” , appuntamento condotto da Piero Violante, che interrogherà sull’argomento i registi Roberto Andò e Graziano Diana , che domani riceveranno L’Efebo d’oro per “Viva la libertà” ed “Edda Ciano e il comunista”, lo scrittore e giornalista Marcello Sorgi, che tratta delle riprese e degli aneddoti sul dietro le quinte del Gattopardo a Palermo nel suo ultimo libro “Le sconfitte non contano”, ed i giornalisti …

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Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: all’Efebo d’oro le scene tagliate

Somnium Hannibalis di Chiara Prezzavento

La vita, le battaglie e le avventure del grande Annibale Barca. Chiara Prezzavento è una delle voci che abbiamo avuto modo di incontrare durante l’ultimo festivaletteratura a Mantova, il giorno dopo la suggestiva rappresentazione serale che aveva portato dinanzi alla Rotonda di San Lorenzo , i fuochi del gran potenziale teatrale della storia di Annibale . Ed è stato proprio tra le piazze mantovane che si è fatta strada la voglia di ritornare a scoprire le evoluzioni nostrane del romanzo storico , per rintracciare opere radicate nel tessuto italiano e nel suo ricchissimo e glorioso passato. Ecco la genesi che ci ha spinto ad inoltrarci tra le pagine del Somnium Hannibalis , per ritrovare le avventurose vicende del leggendario generale cartaginese, dalla pesante eredità del padre Amilcare, al sostegno del cognato Asdrubale, dalle glorie di Canne e del Trasimeno ai dolori di Zama , dall’incredibile traversata delle Alpi alla tranquilla frescura delle campagne italiche, dall’incredibile beltà delle donne di Capua all’eterna battaglia con il nemico romano, elementi di un racconto che avanza a suon di domande e di frasi strappate ad Apamea, nel 191 a.C. da Antioco, Re di Siria, ospite non esattamente…

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È’ come sangue e non va via di Antonella Beccaria

2 agosto 1980: la strage di Bologna, le vittime e la memoria in un ebook gratuito. “È come sangue e non va via” di Antonella Beccaria : il caso vuole che il titolo del libro faccia la rima con il cognome della sua autrice, ma è una rima amara, senza velleità poetiche. Una rima intrisa di sangue scuro, secco ma ancora gorgogliante, anche quello nella medesima definizione, proveniente dai corpi straziati di tante persone, presenti alla stazione di Bologna il maledetto 2 agosto 1980 . Trentatré anni e un giorno ci separano da quella data, più di tre decenni nei quali i reali mandanti della strage, mascherata sotto una troppo sospetta esplosione di caldaia nei momenti immediatamente successivi all’accaduto, non sono ancora stati chiariti. Mentre le vittime restano mute, al di là della strenua lotta dei loro familiari, rappresentata anche in disegni , gli stessi che, riuniti in associazioni e confortati nel dolore da altre persone ancora, quelle che hanno perduto i loro cari nella milanese Piazza Fontana, nella bresciana Piazza della Loggia, sul volo DC-9 dell’Itavia precipitato nei pressi di Ustica, e in quelli di altri capitoli neri della nostra giovane Italia, hanno mantenuto in vita la fiamma anelante verità e giustizia, altre come Antonella Beccaria, quei tasselli di vita incontratisi per caso hanno deciso di recuperarli e intesserli, riunendoli in un libricino dal nome scomodo. Erano giovani coppia in partenza per le vacanze, stranieri di passaggio, diretti in altre…

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È’ come sangue e non va via di Antonella Beccaria

Mare calmo di Nicol Ljubić

Il peso della tragedia, su due ragazzi originari dei Balcani, incontratisi in una capitale tedesca accogliente, aperta e quasi immemore. Dimenticate la spensieratezza della copertina e concentratevi su un passato piuttosto recente, senza paura di risalire alcuni importanti snodi storici del secolo scorso e gettatevi nella breve anteprima proposta al link . Perché, al contrario del titolo, il mare verdeggiante dell’Adriatico, che fa da sfondo a questa storia d’amore intrisa di guerra, e centellinata come gocce di tè da Nicol Ljubić , è tutt’altro che calmo. Distesa solcata da impercettibili correnti, scrigno di segreti inconfessabili lucidati dalla maledizione della colpa, e maciullati in orde di popoli prima uniti e poi divisi dalla barbarie. Questa è una pagina che tradisce i croati, strazia i bosniaci e flagella i serbi, e il tutto nell’alcova di una storia di un’amore sincero, di quelli che restano unici, vissuto a chilometri e chilometri di distanza, nella contemporanea Berlino . I protagonisti, Robert e Ana, una casetta, quella di lei, con poche suppellettili, sfondi scarni e tanta letteratura, per un incontro d’anime e di gradini, di lettere e di fotografie, che non smetterà di confrontarne i passati intrecciati per provenienza etnica, stretti nella stessa terra, ben oltre le divisioni di un processo straziante e necessario. Eredi di generazioni scontrate, sovrapposte, figli di padri che hanno rifiutato, oppure sposato la causa nazionalista del proprio popolo ben oltre la protezione, sfociando nei territori oscuri della vendetta shakesperiana di Tito Andronico , e avviluppandosi nei drappi solenni di una tragedia il cui alone, inciso nelle case e nelle menti a colpi di mortaio, pena a svanire. Alla vita. In quell’occasione era un’esortazione ma poteva anche essere una supplica. Detta con un altro tono o in un altro momento quella parola assumeva una valenza ben diversa. Gli viene da pensare a Šimić e all’amaro retrogusto che quel brindisi avrebbe provocato in sua presenza. Alla vita. Gli viene da pensare alle immagini televisive di Srebrenica, a Mladić e al comandante olandese che brindano insieme. Živeli. Dopo …

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