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Letto in vacanza. Un giorno, di David Nicholls

E’ un romanzo, questo, che lascia uno strascico, uno stato d’animo difficile da cancellare. Di solito, chiuso un libro, si passa a pensare ad altro, tornano le preoccupazioni, i pensieri di sempre. Un giorno , invece, apre uno spazio mentale ampio in cui si è portati a indugiare sulle solite domande esistenziali. Solite ma che martellano il cervello dell’essere umano da quando si è reso conto di averne uno: esiste il destino? come si riconosce l’amore? quando suonerà la mia ora? Ci si affeziona davvero a Dex ed Em, ai loro gesti, alle loro battute, alle loro vite che si rincorrono. L’occhio del narratore si apre ogni 15 luglio per circa vent’anni per raccontare squarci di quotidianità e aggiornare il lettore sui nuovi tasselli che di volta in volta si aggiungono al puzzle. I momenti di gloria e quelli di delusione, le strade sbagliate, gli amori di ripiego e, accanto a tutto ciò, il continuo cercarsi per non perdersi, l’idea costante dell’altro/a. “ Cosa penserebbe Em di questo? “, “ Cosa farebbe Dex al mio posto? ” sono le domande che si pongono quando si ritrovano lontani, perché non sono riusciti a restare vicini, per circostanze e per assecondare il flusso della vita che in quel momento scorreva in direzioni diverse per l’uno e per l’altra. Sullo sfondo si scorgono mode, città, romanzi e canzoni che hanno caratterizzato il passato recente. E il ventunesimo secolo li troverà ancora insieme per chiudere quel cerchio aperto molto tempo prima. Un giorno David Nicholls Neri Pozza Bloom, 2010 pp. 487, € 18,00 Letto in vacanza. Un giorno, di David Nicholls

La parrucchiera di Kabul, di Deborah Rodriguez

E’ un personaggio che mi piacerebbe davvero conoscere, la protagonista di La parrucchiera di Kabul. Ed in effetti lei, Deborah Rodriguez, esiste davvero. Abbigliamento e colore di capelli vistoso, trucco eccessivo, di carattere ma emotiva, dice lei. L’autrice racconta una piccola ‘rivoluzione’ condotta in Afghanistan, dove arrivò per la prima volta insieme a dei volontari di un’associazione: saputo che era parrucchiera in America, tutti gli stranieri residenti a Kabul le chiesero di poter usufruire dei suoi tagli e dei suoi trattamenti. A Kabul infatti c’è un solo parrucchiere, fatiscente e con le vetrine rotte: allestire un salone non è affatto facile, sempre con lo spauracchio delle accuse di essere in realtà ‘covi’ di prostitute, e quindi facile bersaglio delle ire dei talebani. A loro i negozi di parrucchieri non piaccionoperchè lì le donne

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La parrucchiera di Kabul, di Deborah Rodriguez

Libri da leggere assolutamente: Tre tazze di tè, di Greg Mortenson

Si legge come un romanzo, grazie alla abile scrittura di David Oliver Relin, ma è in realtà in tutto e per tutto vera, la storia del filantropo Greg Mortenson raccontata in Tre tazze di tè (Piemme ed.). Un libro che vi consiglio di non perdere se amate testimonianze di vita che arrivano dritte al cuore, ambientate in paesi lontani. Mortenson infatti, infermiere precario, decide di scalare il K2 per onorare la memoria della sorella Christa, disabile, morta a soli 24 anni. Christa amava la vita, era una persona dolcissima e generosa, e se ne era andata il giorno del suo compleanno in seguito a una crisi epilettica. Per ricordarla, Mortenson vuole tentare l’impresa di lasciare un suo braccialetto sulla cima della montagna. Fallirà, e dovrà scendere affamato e smagrito, raccolto e curato per due settimane da una famiglia poverissima di Korphe, in Pakistan, che per lui non lesina zucchero (bene inestimabile per la comunità) e la coperta più bella e più calda del capovillaggio: si trattava del pezzo più prezioso della dote della sua moglie scomparsa. Andando via da loro, guarito, penserà a un modo per sdebitarsi. Gli verrà in mente guardando i bambini del villaggio, fermi per strada a decine, riuniti all’aperto senza libri né banchi, intenti a ‘fare scuola’. Decide allora che costruirà per loro un luogo di apprendimento. Racimolare i soldi non sarà facile. Mortenson, spiantato e senza soldi, torna in America e usa come alloggio la sua macchina. Riesce a trovare comunque un lavoro e scriverà con una macchina da scrivere a noleggio 500 lettere ad altrettanti personaggi …

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Libri da leggere assolutamente: Tre tazze di tè, di Greg Mortenson

Libri vecchi: I ragazzi venuti dal Brasile

Ricordo lo stupore quando visitai la casa di un caro amico libraio (il mio libraio di fiducia finchè si è occupato di libri). Ricordo questa stanza dove c’erano più libri di quelli in vendita nel suo negozio in città! Gli chiesi se poteva prestarmi il libro più bello presente in quella Babele di carta. Lui accettò e fu così che lessi “I ragazzi venuti dal Brasile” di Ira Levin.
Il libro viene classificato nei libri vecchi perchè la prima pubblicazione è del 1976, ma gli argomenti che tratta sono attuali ancora oggi (manipolazione genetica, fanatismo, deliri di onnipotenza, sacrificio di vite innocenti per scopi di potere…).
Siamo negli anni ’70 e il famigerato Dr. Mengele (conosciuto per i terribili esperimenti sui prigionieri dei campi nazisti durante la seconda guerra mondiale), dal suo nascondiglio in Brasile, sta dando il via a un terribile piano che riporterà i nazisti al potere.
Novantaquattro uomini apparentemente senza legame tra loro e residenti in zone del globo diverse devono essere eliminati.
Yakov Liebermann, cacciatore di nazisti la cui figura letteraria ricalca quella reale di Simon Wiesenthal (scomparso nel 2005), viene a conoscenza del piano e cerca di fermare i sicari, scoprendo man mano i contorni di un progetto più articolato e totalmente folle.
Il libro è avvincente e scorre via che è un piacere.
Per questo ne consigliamo la lettura, sicuramente uno dei migliori libri vecchi che potete leggere.

libri vecchi da leggere

I ragazzi venuti dal Brasile di Ira Levin, 1976.

Recensione di Montag