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In arrivo l’autobiografia del fisico Stephen Hawking, scritta con un muscolo

Lo scienziato e cosmologo britannico è famoso per i suoi studi sulla morte dei buchi neri e per l’insegnamento della matematica all’università di Cambridge; paralizzato completamente a causa di un’atrofia muscolare, ha scritto un libro grazie all’aiuto di un computer molto speciale. Uscirà a giorni nel Regno Unito per Bantam Press l’autobiografia del fisico, matematico e cosmologo britannico Stephen Hawking (71 anni), il titolo è My Breaf History ed è la prima volta che l’emerito professore racconta la propria vita -ed evoluzione- dal Dopoguerra ad oggi; il libro è corredato di foto rare d’archivio e vuole essere un agile excursus nella sua esperienza, a partire da quando a scuola già era soprannominato Einstein dai compagni, affascinati dalla sua incredibile intelligenza. Nel libro, oltre

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Elogio del tempo perso, di Sandra Dema

Ma è poi così grave “perdere” tempo? E dove lo conservate voi, tutto il tempo che risparmiate? Evidentemente se iniziamo a ragionare così la logica non ci aiuta, ma leggendo Elogio del tempo perso , di Sandra Dema, riusciamo a capire come rendere piacevole il tempo dei nostri bambini, e metterlo a loro disposizione. Oggi, fa notare giustamente l’autrice di Elogio del tempo perso , Sandra Dema, i bambini sentono di non averlo più, il tempo. Invece, guarda un po’, bisogna imparare a perdere il tempo per riprenderselo. E la strategia è proprio “farsene beffe” . Come? Prima parola d’ordine è fermarsi, “per cancellare la parola fretta perché la fretta non permette di sentire e osservare”. Seconda parola d’ordine è scegliere “per cancellare la parola abitudine che non permette di agire e impegnarsi”. Terza parola d’ordine è fare, per “cancellare la parola indifferenza in quanto questa non permette di condividere e partecipare.” Messi in pratica vuol dire: …

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Pompei è viva, di Eva Cantarella e Luciana Jacobelli

Il recente progetto tedesco per salvare Pompei dall’incuria ha sollevato il solito vespaio di critiche richiamando però l’attenzione su di un tema mai risolto e, forse, mai affrontato con la necessaria serietà e incisività. Pompei muore, si sbriciola e quello che non poté il vulcano nella sua furia riesce a compierlo il tempo con l’alleanza della “crisi”, per voler essere diplomatici. Pompei è uno dei siti archeologi più visitati al mondo per le sue peculiarità e per averci dato l’opportunità di trovarci in una città sigillata nel giro di poche ore per l’eternità. Ma la vita non ne è fuggita una…

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Pompei è viva, di Eva Cantarella e Luciana Jacobelli

Fiction tv Oriana Fallaci: al via le riprese. Qualche titolo da leggere nel frattempo

Era stata annunciata da tempo: finalmente iniziano (e speriamo l’impresa valga l’attesa) le riprese di una fiction tv firmata dal regista Marco Turco, in due puntate, dedicata alla scrittrice e giornalista Oriana Fallaci. Il primo ciak dovrebbe scattare a ottobre, e pare che la protagonista designata sia Vittoria Puccini. Qualche altro dato, il fatto che l’impresa battezzi l’esordio del produttore di Fandango, Domenico Procacci sul piccolo schermo, in collaborazione con la Rai, e la firma della,sceneggiatura ad opera di Stefano Rulli e Sandro Petraglia, che hanno avuto l’arduo compito di dover sintetizzare in solo due puntate la vita della nostra. Nell’attesa di saperne di più, non possiamo che ricordarvi qualche consiglio di lettura che vi abbiamo proposto in questi ultimi anni, per arrivare nel frattempo “preparati” all’esordio televisivo. Si tratta di testi che svelano una Fallaci privata, raccontata da amici e conoscenti, come ad esempio l’interessante La segretaria dello scrittore, di Elena Attala Perrazzini (Barbera). Quest’ultimo è una sorta di “Il diavolo veste Prada” all’italiana, visto che l’autrice fu segretaria della Fallaci quando già si era trasferita in America e ne dà un ritratto molto intenso e per certi versi “intimo”, sorprendente. C’è poi il volume fotografico Oriana Fallaci in New York – Una storia d’orgoglio (Sperling&Kupfer) Gianni Minischetti, che le fu amico per trent’anni, dall’epoca dei suoi primi reportage, e che è stato ammesso a fotografare i suoi

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