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La città della cura

La città della cura. Dopo il libro Etica della cura e progetto (Liguori 2002), Annalisa Marinelli allarga la riflessione alla città che vogliamo. Il suo sguardo è quello dell’abitare femminile e della differenza sessuale. Ne parlano con l’autrice Ida Farè, Gisella Bassanini, Sandra Bonfiglioli. Annalisa Marinelli, Ida Farè, Gisella Bassanini, Sandra Bonfiglioli hanno fatto parte del Gruppo Vanda della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Negli anni ’90 ha studiato teorie e opere femminili in architettura.

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Lettera a Sandra De Perini e Paola Mammani sull’odio

Lettera a Sandra De Perini e Paola Mammani sull’odio di Cristiana Fischer Cara Sandra, ne odi troppe! Non è che l’indifferenza invece ti, ci, potrebbe proteggere da sentimenti invidiosi e meschini? L’odio dice del tuo nostro coinvolgimento amoroso, che in odio si rivolge. Io ho preferito, da tempo, l’allontanamento, l’indifferenza. Certo, capisco che l’odio mantiene il legame: anche se l’odiata lo respinge? Lo svuota? Io, da lontano, non odio nessuna. Lontana ma legata e fedele. Allora odiare solo le traditrici? Chi sono? Ma davvero c’era gioia (o noia?) nei rapporti festosi degli anni ’70? davvero andare avanti, fuori dall’albero ha voluto dire tradirli? davvero collegarsi a un progetto politico è stato un tradimento dei legami precedenti? sarebbe terribile se …

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Storie di sorelle. June e Lea, di S. Bonini e S. Desmazieres

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Il profumo delle foglie di limone, di Clara Sánchez

È trascorso poco più di un mese dal giorno della memoria, il 27 gennaio, in cui il mondo ha ricordato simbolicamente l’immane tragedia dell’Olocausto, della Shoah. È uscito in questi ultimi giorni, per Garzanti, Il profumo delle foglie di limone , di Clara Sánchez – un libro che ha fatto impazzire la Spagna e adesso l’Italia, visto l’ottimo riscontro di pubblico –, è un intenso racconto di come ancora il dolore e le conseguenze di quel drammatico momento storico si diramino fino ad oggi e dimostri che le ferite non sono affatto rimarginate. Veniamo alla trama. Julián, dopo essere sopravvissuto al campo di concentramento di Mauthausen, si trasferisce in Argentina dove mette su famiglia e collabora spesso con il “Centro”, una non meglio specificata associazione. Che cosa fa il “Centro”? Si occupa di stanare gli ufficiali delle SS nascosti in piccole località sparse per il mondo, gente che ha evitato di essere giudicata per il male che ha perpetrato, che non si è mai pentita e, anzi, continua a credere di essere stati nel giusto e, infine, non pagherà mai se nessuno va a scovarli. Julián ovviamente non è certo quello che si potrebbe definire un uomo pacificato, ma data l’età forse un poco rassegnato sì, soprattutto dopo la dipartita di Raquel, l’adorata moglie; gli è rimasta soltanto sua figlia. Ma questo, tuttavia, non gli impedisce di partire alla volta di Alicante, nella Costa Bianca, Spagna, dove Salvator Castro – un suo compagno di Mathausen prima e del “Centro” dopo, che si fa chiamare con un diminutivo altamente simbolico: Salva –, è andato a trascorrere gli ultimi anni di vita e da dove gli spedisce una lettera in cui gli annuncia che Fredirik Christensen, svedese, feroce gerarca nazista, è proprio ad Alicante, insieme alla moglie Karin. Sandra, invece, è una ragazza spagnola di trent’anni che va ad Alicante per …

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