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Leonardo Sciascia, ritratti di Mario Francesconi in mostra a Milano ed altri eventi
Un’esposizione per presentare i ritratti inediti di Leonardo Sciascia dipinti da Mario Francesconi a partire dagli anni ’70. Leonardo Sciascia , una pietra miliare, un aedo capace di traghettare la letteratura italiana del XX° secolo ben oltre gli scenari nazionali, in profondità di senso che abbiamo più volte sondato tra queste pagine, anche piuttosto di recente . Sono proprio sue le fattezze riprodotte dal pittore viareggino Mario Francesconi e riunite in una mostra che riporta l’artista a Milano dopo trent’anni d’assenza a partire dal 20 novembre alle ore 18. Ritratti inediti realizzati dagli anni ’70 ai giorni nostri, che saranno svelati in anteprima nazionale proprio durante il vernissage, e corredati da alcuni formidabili sketchbooks (per un totale di circa 100 opere). Una mostra visitabile gratuitamente previo appuntamento, che gode di importanti sostegni come il patrocinio del Comune di Milano, dell’Associazione Amici di Leonardo Sciascia, del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux e dalla Fondazione Giuseppe Whitaker, e sarà ospitata nella sede milanese dello Studio (via Correggio 43, Milano) sino al 31 gennaio 2014, prima di raggiungere i più caldi lidi della sua seconda tappa (a partire dal 15 marzo 2014) presso la Fondazione Giuseppe Whitaker di Palermo nella cornice di Villa Malfitano e che sarà inaugurata a pochi giorni dalla conferenza stampa di presentazione del terzo fascicolo della rivista internazionale annuale di studi sciasciani ‘Todomodo’ . Il 22 novembre 2013 sarà infatti svelato l’atteso numero del cartaceo fondato nel 2011 dall’editore fiorentino Leo S. Olschk, con riferimenti alla mostra ritratti di Sciascia, un prezioso autografo dell’artista ed un saggio critico di Luigi Cavallo, specialista tra i maggiori del Novecento italiano. Preludio al quarto convegno di studi “Leonardo Sciascia Colloquim” dedicato a 1912+1, il primo libro di Sciascia. “Transiti” Mario Francesconi a
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Leonardo Sciascia: il mare colore del vino
La saggezza acuta di Sciascia, cronista di un sud immensamente denso di storie, in una raccolta di racconti da rintracciare. Il mare, sangue che innerva l’Italia, le sue coste bagnate di sole, i profumi del Mediterraneo a anche la bellezza del sud, dei suoi paesaggi sociali, il radicamento di tradizioni ancestrali e l’evoluzione di istituzioni che ancora oggi insidiano, a ‘mo di imponente e ramificato ‘Antistato’, i simboli preposti alla salvaguardia di una Repubblica intrinsecamente menzognera. Per comprendere la Penisola bisogna risalirla dalla sua punta, seguendo le mollichine gettate dai suoi
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Sciascia e la scomparsa di Ettore Majorana
C’è Sciascia e Sciascia, come c’è libro e libro. Lo Sciascia sul quale abbiamo posato gli occhi in questo periodo è l’investigatore interessato ad indagare a fondo sulla strana scomparsa del fisico siciliano Ettore Majorana . E la sua tesi, messa su attraverso ricerche d’archivio e castelli di supposizioni guidate dagli scarni indizi inerenti il caso, è meno inverosimile di quanto si potrebbe credere a prima vista. Un breve disquisire che parte dalla necessaria silhouette di Majorana, mente geniale a dire dello stesso Enrico Fermi , per risalire, attraverso alcune lettere della famiglia, mai arresasi all’idea di aver perso un membro fondamentale, un missiva di Giovanni Gentile, ed alcuni rapporti polizieschi già indirizzati, ad uno scenario ben più complesso della semplice archiviazione per probabile suicidio. Sciascia propende per il volontario “ritiro dal mondo” e segue la pista di Pirandello e Shakespeare, che porta proprio in questa direzione, partendo dal viaggio…
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In morte di Vincenzo Consolo
Non aspettatevi un coccodrillo. Non avevo pezzi pronti nel cassetto per la morte di Vincenzo Consolo . Non ce li avevo semplicemente perché, nonostante l’età avanzata e la lunga malattia, ho sempre creduto che non potesse andarsene così… e invece, con mio sommo disappunto, lo ha fatto davvero. Ha riunito le immagini della sua Sicilia d’origine, stampate nella retina come splendidi presepi viventi, gli anni di impegno giornalistico, i suoi numerosi scritti, il grosso pezzo di secolo che ha attraversato e Milano, la città nella quale viveva dal fatico ‘68 e anche il luogo in cui ha visto la fine. Ne ha fatto un fagotto leggero e se ne è andato così, sottobraccio con un anno che farà a meno di lui come ha fatto a meno, già prima di nascere, del suo grande amico Sciascia , ritrovandosi congenitamente orfano di forti guide. Un po’ come quel Sud fiero e ferito dei romanzi che, da narratore fedele alla missione civile dell’intellettuale, impreziosiva di vita e di lotta, un po’ come l’intero paese, in balia di separatismi e provincialismi, che non avrebbero potuto essere più alieni dal suo sereno spirito di apertura. Se ne è andato Vincenzo Consolo, rivelato alla scrittura con “Il sorriso dell’ignoto marinaio” (1976), collaboratore in Rai, consulente editoriale per Einaudi e Premio Strega 1992. Una figura dall’ombra densa di significati, come emerge nello spezzone di intervista che riportiamo: […] Negli anni in cui ho scritto “Retablo” c’era l’esplosione della contestazione giovanile per cui i teorici dicevano che bisognava leggere soltanto saggistica e che la letteratura era un’attività borghese. Mi sembrava enorme questa faccenda qui e allora ho pensato di rivendicare quello che era il ruolo della letteratura e della poesia. […] Soltanto la letteratura può rappresentare quelli
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