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Mein Kampf pubblicato in Germania per la prima volta dopo la fine della guerra

Un editore tedesco pubblica il Mein Kampf in Germania, per la prima volta dalla fine della seconda Guerra Mondiale: l’estratto delle prime sedici pagine saranno inserite nel magazine “Zeitungszeugen” questa settimana. Il che, nota l’articolista del Washington Post , preoccupa molti, come il presidente del Central Council of Jews in Germany. Per cui “pubblicare il testo può fare di Hitler uno degli autori-best seller del 21esimo secolo” e diventare una sorta di “modello” per i gruppi estremisti. La questione è anche politica, perchè la Germania sta cercando di risolvere il problema dell’esistenza del movimento di estrema destra NpD (in tedesco Nationaldemokratische Partei Deutschlands, Partito Nazionaldemocratico Tedesco), presente in alcuni Parlamenti regionali e di cui alcuni appartenenti si sono resi colpevoli di una decina di omicidi negli ultimi anni. La richiesta di arrivare a metterlo fuorilegge è arrivata qualche mese fa dal sindacato della polizia Gdp. La questione è anche se la diffusione del libro debba essere vietata perchè diffonde l’odio e ha il potenziale di ispirare sciagurati seguaci della sua dottrina, oppure il testo debba essere distribuito diffusamente come una “prova” degli orrori di un’epoca. Al di là di tutto, nota pragmaticamente l’articolista, il libro è diffuso da sempre, al di fuori della Germania, e facilmente reperibile da un qualsiasi tedesco. Che ne pensate? Mein Kampf pubblicato in Germania per la prima volta dopo la fine della guerra

Stagioni di Mario Rigoni Stern

Circa un anno fa moriva Mario Rigoni Stern (vedi il nostro post “Il giorno dopo la morte di Senofonte” »).

Oggi torniamo a parlare dei libri di questo scrittore unico, che sa come toccare i nostri cuori italiani.

Stagioni, libro che fa sempre piacere rileggere, è scritto in modo sobrio e asciutto, segue il ritmo delle stagioni partendo dall’inverno.
All’interno di ogni stagione si uniscono ricordi non in ordine cronologico, legati da condizioni climatiche simili. Sono questi salti nel tempo a dettare il ritmo della lettura, dai ricordi della II Guerra Mondiale (di cui Mario fu protagonista dal principio in Francia e poi in Albania e in Grecia, passando dall’epica ritirata di Russia per finire ai campi di concentramento tedeschi negli ultimi mesi del ’45) fino a quelli più recenti, legati ai suoi ultimi anni di vita e allo svolgersi della natura, del tempo (e delle stagioni appunto) intorno alla sua casa di montagna
Dicono che le opere della vecchiaia siano il distillato migliore che uno scrittore o pittore o musicista possa stillare nella sua carriera.
Personalmente il libro mi è piaciuto per il senso di pace che trasmette, per la calma che infonde, un ritmo lontano dalla frenesia delle città, un ritmo “naturale”, decisamente più consono all’animo umano. Un ritmo che è possibile sentire sotto la pelle stando a stretto contatto coi boschi e gli animali che lo popolano. Lo stesso ritmo dei ricordi e del pensiero.

Stagioni

Stagioni. Mario Rigoni Stern, 2006.

Recensione di Montag

Sven Hassel / Andrea Pazienza

Tra le ultime pagine di un fumetto di Andrea Pazienza (Zanardi, I classici del Grifo n. 13, 1993) viene proposto questo test:
“SEI UN GIOVANE CHE FA TENDENZA?”
La domanda numero 14 è “Di Sven Hassel hai letto”:
a) tutto
b) qualcosa
c) mai coperto

La prima volta che feci il test risposi “c) mai coperto”, non sapevo chi fosse Sven Hassel. Ma mi ripromisi di leggere qualcosa di lui.
Così ho letto 7 dei suoi libri:

Colpo di mano a Mosca
Battaglione d’assalto
Gli sporchi dannati di Cassino
Corte Marziale
General SS
Maledetti da Dio
Gestapo

Sven Hassel (pseudonimo di Willy Alberg) nacque nel 1917 in Danimarca. Chiamato a combattere sotto le bandiere del Terzo Reich, disertò, conobbe gli orrori del campo di concentramento, fu trasferito poi in una compagnia di disciplina e avviato al fronte russo dove combattè fino alla dissoluzione della Wermarcht. Fu costretto a uccidere per non essere ucciso dai suoi stessi superiori… e questo per anni… sempre sul filo del rasoio, mentre intorno a lui fior di generali venivano condannati a morte dalla Gestapo, organo di polizia suprema in un sistema completamente allo sbando, dominato dal caos. Negli anni della disfatta, il giocattolino dell’Adolfo si ritorse su se stesso portando al suo interno tutto il dolore e le ingiustizie commesse fuori e finendo col mangiarsi le proprie budella.
Le storie decisamente pulp di Hassel vedono un gruppo di dannati (Barcellona, Fratellino, il Legionario, Porta, lo stesso Sven ecc…) costretti a battersi in eterno tra le rovine e le miserie dell’anima che hanno caratterizzato la seconda guerra mondiale.

ps : Andrea Pazienza è il piu grande fumettista che abbia mai calcato il suolo terrestre. Il suo potenziale purtroppo, è rimasto in buona parte inespresso, a causa della morte sopraggiunta nel 1988, a 32 anni. Se fosse ancor oggi tra noi, avrebbe senz’altro collaborato con le grandi case di fumetti americane, magari disegnando Batman o Spider Man… Dalle sue opere sarebbero stati tratti colossal cinematografici. Forse ad un certo punto della sua vita si sarebbe messo egli stesso dietro la macchina da presa… uno dei suoi film sarebbe stato tratto dai libri di Sven Hassel.

Hassel-Pazienza
Sven Hassel (a sinistra) e Andrea Pazienza

Recensione di Montag

Il giorno dopo la morte di Senofonte

Il 16 Giugno 2008 è morto Mario Rigoni Stern.

E’ una perdita molto grave per il nostro paese…
MRS era tornato dalla guerra per testimoniare quello che era successo sul fronte italiano negli anni oscuri del secondo conflitto mondiale che lui ha vissuto dal principio, quando i cavalieri dell’ Apocalisse cominciarono a passeggiare tranquillamante per l’ Europa, fino all’epilogo in un campo di concentramento tedesco mentre su Berlino echeggiava “Il Crepuscolo degli Dei” di Wagner.
Da quel campo di concentramento MRS ritornò a piedi fino a casa portando con se’ ogni momento vissuto.
La sua è una testimonianza senza inclinazioni di parte.
Racconta quello che successe… semplicemente, senza sventolare bandiere di questa o quell’ altra parte.
Attraverso di lui rivivono i nostri nonni e i nostri zii e tutte quelle persone (molte) che sono “andate avanti”.
Erano tutte dentro di lui e lui le trasferiva nei suoi libri…

Elio Vittorini lo definì “scrittore non di vocazione” per il suo attingere dall’esperienza vissuta… ma il caro Elio si sbagliava. Forse pronunciò questa frase senza pensarci, ingabbiato nel ruolo che lui e la società  interpretavano in quel momento. Non so…
Ebbene caro Elio, MRS è uno scrittore… e basta.

Grande scrittore… ha lavorato come impiegato fino alla pensione e nella vecchiaia ci ha lasciato preziose testimonianze sulla vita nei boschi e sulla natura in genere.

Ora, lo spirito di Senofonte tornerà a vagare finchè non troverà un bambino che sarà testimone della guerra di domani e in esso si fonderà così come aveva fatto con MRS…

A presto…

Recensione di Montag