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Libraries Without Borders, le biblioteche senza frontiere che aiutano i paesi in via di sviluppo
Il motto di Libraries Without Borders è: investire nelle prossime generazioni, di cosa si tratta? E’ un’ organizzazione umanitaria internazionale che promuove il sorgere di biblioteche nel mondo in via di sviluppo. In oltre 20 paesi del mondo i suoi volontari si occupano di costruire biblioteche, istruire nuovi bibliotecari, favorire l’amore per la cultura e diminuire il gap con il mondo digitale, perchè secondo loro la conoscenza è il motore dello sviluppo umano . Una delle sue attività principali è portare un sostegno culturale alle popolazioni colpite da una catastrofe , perchè oltre a cibo, acqua e medicine, anche i libri possono portare conforto e questo è un aspetto del soccorso di norma molto poco tenuto in considerazione; cosa che è successa per esempio, dopo il terribile terremoto che ha colpito Haiti nel gennaio 2010 (nella foto in alto il campo allestito
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Biblioteche senza frontiere, quando la lettura diventa missione
Una volta c’erano i Giochi senza Frontiere , quella manifestazione che ci lasciava incollati per con il naso allo schermo nelle lunghe sere d’estate, e per il ritorno dei quali si è messo in moto in vero e proprio comitato di appassionati, con tanto di petizione da migliaia di firme. Oggi sono le biblioteche ad aver varcato le frontiere grazie ad un’associazione che abbiamo incrociato appena qualche giorno fa grazie ai Bibliotaptap haitiani. Perché dietro la simpatica iniziativa ci sono proprio i membri di tale ONG impegnata, su numerosi fronti, per la diffusione e la consolidazione della cultura del libro condiviso. Si tratta di Bibliothèque sans Frontières , una struttura fondata nel non lontano 2007, su iniziativa di Patrick Weil e diventata in breve tempo uno dei principali strumenti per l’esportazione dell’istruzione attraverso il libro non proprietario. Un complesso strumento che può contare su frotte di volontari e su varie filiali, come la belga Bibliothèque sans Frontières Bruxelles, e soprattutto l’Americana Libriries without Borders di New York, particolarmente attiva sul fronte dei progetti scolastici. Attraverso il finanziamento di forniture e allestimenti, e l’impegno costante di volontari disposti a partire in missioni esplorative o di consolidamento, l’ONG ha già aiutato tre scuole di New Orleans duramente colpite dall’uragano Katrina, la biblioteca pubblica di Kingali in …
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"Dignità", nove scrittori per Medici senza frontiere
Come si può raccontare l’orrore, la miseria, la bestialità umana, la violenza gratuita senza essere retorici, ma allo stesso tempo arrivando con forza al lettore? Devono esserselo chiesto i nove scrittori di fama internazionale (Esmahan Aykol, Eliane Brum, Tishani Doshi, Catherine Dunne, Alicia Giménez-Bartlett, Paolo Giordano, James A. Levine, Wilfried N’Sondé, Mario Vargas Llosa) a cui Medici senza frontiere , che quest’anno compie 40 anni, ha chiesto di visitare alcuni contesti in cui l’associazione opera e di raccontarli. Ciascuno ha dato una risposta diversa ed è nato così dignità , un collage di storie laceranti, di umanità violata, calpestata e martoriata. Un libro difficile da leggere e da scrivere. C’è chi come Alicia Giménez-Bartlett ha scelto il racconto nudo e crudo, senza finzioni letterarie. Il suo compito è descrivere la Grecia, ma non la terra fatta di gente ospitale, mare e cibo, che conosceva. Il suo viaggio è nei Centri di detenzione per “clandestini”, tra mani tese dietro le sbarre e bambini “tristi”. “ Non sono riuscita a scrivere una storia inventata sulla mia esperienza – spiega l’autrice spagnola – La sola cosa che desideravo trasmettere ai lettori italiani era, appunto, un’esperienza. Non sono mai stata meno letteraria in un mio scritto, né più fedele alla realtà “. Anche il Nobel per la letteratura 2010 Mario Vargas Llosa ha deciso di adottare la forma del reportage per raccontare il Congo. Tutta la verità, in modo lucido e a tratti spietato. Alcuni particolari sono come schiaffi in faccia, come quando il dottor Tharcisse, di Mdf, racconta: “ In questo consultorio arrivano ogni giorno donne, bambine, violentate con rami, coltelli, baionette. Il terrore collettivo è perfettamente spiegabile “. Ha invece preferito…
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