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Il Cassetto delle Parole Nuove di Monica Cantieni

Una bambina che conosce pochissime parole e due genitori adottivi che si inventano di tutto per aiutarla; ecco la storia struggente del primo romanzo della Cantieni, finalista al Swiss Book Award 2011. Il titolo originale de Il Cassetto delle Parole Nuove è Grünschnabel, che più o meno sta a “sbarbatello”, “pivello”, “principiante”; una bella opera prima dell’autrice svizzera Monica Cantieni (edita in Italia da Longanesi ) che racconta la storia di una bimba di orfanotrofio, fin troppo abituata a non infastidire troppo con le sue parole la sua istitutrice e forse anche per questo in difficoltà con l’espressione e il liguaggio. Caratteristica per fortuna subito percepita dal padre adottivo, che tanto per cominciare la porta a fare dei giri in macchina, che le parole potrebbero fluire magicamente con più libertà. Entrare in una famiglia dalla porta, come dice la protagonista per descrivere l’ingresso in un nuovo nucleo famigliare, può significare una maturazione più lenta; ma il terreno ideale, se sostenuti dalle giuste risorse, a notare i dettagli che gli altri non sanno cogliere. Colpisce molto il tratto dominante di questa bambina, che ha sempre una gran cura di non fare rumore ; comunicando così uno struggente sentimento di fondo tipico di chi si sente venuto al mondo per sbaglio. Cosa fare allora per soppravvivere in un’esistenza partita in netto svantaggio? Questo libro ci insegna che un primo passo è coltivare la curiosità di imparare , e poi quello di ordinare le parole -e le emozioni- in tanti cassetti tematici; un discernimento che insegna a riconoscere il mondo che abbiamo dentro, e a gestirlo al meglio attraverso le riflessioni e le catene di connessione tra una parola e l’altra. Il Cassetto delle Parole Nuove di Monica Cantieni

La scrittura social al Salone di Torino con il concorso La mia Svizzera

Un concorso di scrittura “tutto social”: è questa la gara per i migliori corti letterari ideato e curato da Svizzera Turismo, in collaborazione con Hoepli, Swiss International Airlines e Montblanc. Del resto letterati, cantanti, scienziati, musicisti hanno trovato in Svizzera forte ispirazione per le proprie creazioni artistiche. Qualche nome? Georges Simenon, Mark Twain, Hugo Pratt, Freddy Mercury, Arturo Toscanini. Di Svizzera, ma soprattutto di scrittura social, si è appena parlato al Salone del Libro di Torino , nell’incontro dal titolo La mia Svizzera. Concorso a colpi di scrittura su piattaforma social . Essendo squisitamente social, il concorso si svolge via Facebook: loggandosi con il proprio account, si potranno inviare sul sito La mia Svizzera dei pensieri sulla Svizzera in 125 caratteri. Naturalmente c’è anche un hashtag dedicato: #lamiasvizzera I trenta pensieri più votati sul sito saranno valutati da una giuria che ne premierà dieci. Il vincitore assoluto del contest si aggiudicherà un viaggio in Svizzera del valore di 4000 euro; altri premi sono una MontBlanc, dei voli, buoni omaggio. È prevista anche un’estrazione a sorte tra quanti hanno partecipato ed espresso almeno dieci voti. All’incontro hanno partecipato Armando Troncana, Matteo Hoepli e Miriam Bertoli. Moderatore è stato Davide Giansoldati, esperto di comunicazione (e autore, tra l’altro del libro Ho Ho Ha Ha Ha. Vivere meglio con lo Yoga della Risata e del manuale Scrivilo! Dal Foglio Bianco al racconto in uscita a settembre 2013). Gli abbiamo rivolto quattro domande sul mondo della scrittura social e sulla lettura di testi digitali. Il concorso La mia Svizzera richiede la stesura di testi brevi, di appena 125 caratteri: a tuo modo di vedere, quali sono gli elementi vincenti di un testo breve, anzi brevissimo? Julio Cortazar ha detto: “…

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La scrittura social al Salone di Torino con il concorso La mia Svizzera