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Giornata Mondiale della Poesia 2015 con una poesia di Tagore

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Giornata Mondiale della Poesia 2015 con una poesia di Tagore

Il profumo della ricca primavera in una poesia di Tagore

La primavera è sbocciata quest’anno. Tardi, quasi sul limitare dell’estate: ma c’è! La bellezza della natura, il suo rigoglio, la vita che nasce e rinasce ci rendono più lieti e le giornate sembrano trascorrere più felici. È quasi un invito a guardarsi intorno e a vedere quello che succede o che è successo: è un modo per andare ai ricordi e, allo stesso tempo, vivere il presente. Un po’ come suggerisce Rabindranath Tagore in una poesia tratta dalla raccolta Il Giardiniere . Il poeta si domanda chi leggerà un domani le sue poesie e, conscio che non potrà sapere chi sarà il suo lettore o la sua lettrice a distanza tempo, lo invita ad aprire le porte del proprio cuore per raccogliere i fiori della ricca primavera che lui vedeva quando scriveva e i suoi versi e di cui noi godiamo oggi nel leggerli. Chi sei tu, lettore, che leggerai le mie poesie tra cento anni? Non posso mandarti un solo fiore di questa ricca primavera, né darti un solo raggio d’oro delle nuvole che mi sovrastano. Apri le tue porte, guardati intorno. Nel tuo giardino in fiore cogli i fragranti ricordi dei fiori sbocciati cento anni fa. Nella gioia del tuo cuore che tu possa sentire la vivente gioia che cantò, in un mattino di primavera, mandando la sua voce lieta, attraverso cento anni. Foto | Xanetia via photopin cc Il profumo della ricca primavera in una poesia di Tagore

Il verde e giallo come colori autunnali in una poesia di Tagore

Di che colore è l’autunno? Tendente al rosso, si direbbe, per via delle foglie degli alberi che piano piano seccano e grazie anche a una certa iconografia che lo vuole così. Ma l’autunno è di mille colori: c’è molto verde, c’è tanto giallo, c’è l’azzurro del cielo. E ancora: ci sono i suoni della natura, il tepore del sole, l’allegria dei più giovani. In un contesto come questo, come si fa a non farsi catturare dalla gioia e a ubriacarsi di luce? Sono tutte immagini che usa Tagore ne Il Giardiniere per parlare di questa stagione di mezzo che è l’autunno. E allora spendiamo questa domenica d’autunno in futili canzoni, tra splendide poesie! Sopra le verdi e gialle risaie Sopra le verdi e gialle risaie passano le ombre delle nuvole autunnali, inseguite dal sole rapido e incalzante. Le api dimenticano di succhiare il miele, ubriache di luce, ronzano come pazze. Le anatre, sulle isolette del fiume, senza motivo starnazzano gioiosamente. Nessuno vada a casa stamattina, ragazzi, nessuno vada al lavoro. Nella corsa, rubiamo l’azzurro del cielo, vinciamo lo spazio. Come la spuma sul torrente così l’allegria vaga nell’aria. Amici, spendiamo la nostra mattina, in futili canzoni. Foto |

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Poesie estive: Scendi da me come nuvola estiva, di Tagore

È ancora Tagore che ci fa compagnia in quest’ultima domenica di agosto. Il caldo di questi giorni è tanto e l’attesa della pioggia ristoratrice è intensa. Ci sono vari tipi di refrigerio: oltre a quello immediato del clima, c’è quello più intimo che ci viene offerto dalle letture. Visto che sul primo non possiamo intervenire, concentriamoci sul secondo leggendo testi belli che arricchiscano dal profondo il nostro animo. Scendi da me come nuvola estiva, versando uragani dall’uno e dall’altro cielo. Rendi più scura, con le tue maestose ombre, la porpora dei monti, dona rigoglio ai languidi boschi e suscita nei ruscelli delle colline il fervore della lontana ricerca. Scendi da me come nuvola estiva, scuotimi il cuore con la promessa d’una vita arcana e futura, con la Gioia del verde. Foto | Flickr Poesie estive: Scendi da me come nuvola estiva, di Tagore