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+ India – Cliché all’Assab One di Milano

Un libro per conoscere il sub-continente indiani attraverso cinque racconti, sei reportage, tre fumetti e 11 scrittori indiani. “INDIA”, un’antologia multiforme che cerca di aggirare i cliché e scoprire un paese immenso, fatto non solo di profumo di spezie, colori intensi e storia millenaria, edulcorata da una valanga di luoghi comuni, molti dei quali di recente fattura, altri invece radicati in un tempo quasi immemore, ma dal continuo brulicare di un umanità varia, che si porta dietro un singolare mix di retaggi post-coloniali, ammirazione per l’occidente e crescita economica record. Una sola cornice per riunire tante voci, provenienti da luoghi altrettanto vari, spezzoni diversi stretti insieme e definiti da un breve profilo biografico introduttivo, con tanto di foto, e da un altrettanto ristretta intervista, che chiude i tanti moduli riconducendoli ad una struttura di cellule che comunicano tra loro come vasi interscambiabili. Avventure che si intersecano, vite separate da un solo muro sottile, e a volte dal solo scompartimento di un treno, come nell’estratto che abbiamo scelto di riportarvi da “IL NAvjEEvAN ExPRESS” di Tishani Doshi : Le mattine contengono tanta speranza, tanto sollievo… Guardare dal finestrino di un treno che avanza verso la sua meta, il sole che tinge il cielo di un paesaggio sconosciuto, è come avere il bandolo per sbrogliare un sogno, per capire la vita in modo nuovo, impensabile. Ho visto la mia infanzia, il mio primo amore. Ho visto la donna che sono stata e che voglio diventare. Le ho viste raccogliere le proprie speranze da terra e mettersele in spalla. Ho visto un uomo solo che pedalava in silenzio su una strada di fango e ho pensato che forse sentiva le cose in modo diverso: lo sferragliare del treno, i massi imponenti sul percorso, la calura, il bisbiglio della terra. Narratori come Chandrahas Choudhury , Susan Mridula Koshi , fumettisti come Sarnath Banerjee , e tanti altri ancora, intrisi dei forti valori di una potente cultura d’origine frammista a sfumature di altre città anglofone. Dalla stessa Londra del tè …

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"Dignità", nove scrittori per Medici senza frontiere

Come si può raccontare l’orrore, la miseria, la bestialità umana, la violenza gratuita senza essere retorici, ma allo stesso tempo arrivando con forza al lettore? Devono esserselo chiesto i nove scrittori di fama internazionale (Esmahan Aykol, Eliane Brum, Tishani Doshi, Catherine Dunne, Alicia Giménez-Bartlett, Paolo Giordano, James A. Levine, Wilfried N’Sondé, Mario Vargas Llosa) a cui Medici senza frontiere , che quest’anno compie 40 anni, ha chiesto di visitare alcuni contesti in cui l’associazione opera e di raccontarli. Ciascuno ha dato una risposta diversa ed è nato così dignità , un collage di storie laceranti, di umanità violata, calpestata e martoriata. Un libro difficile da leggere e da scrivere. C’è chi come Alicia Giménez-Bartlett ha scelto il racconto nudo e crudo, senza finzioni letterarie. Il suo compito è descrivere la Grecia, ma non la terra fatta di gente ospitale, mare e cibo, che conosceva. Il suo viaggio è nei Centri di detenzione per “clandestini”, tra mani tese dietro le sbarre e bambini “tristi”. “ Non sono riuscita a scrivere una storia inventata sulla mia esperienza – spiega l’autrice spagnola – La sola cosa che desideravo trasmettere ai lettori italiani era, appunto, un’esperienza. Non sono mai stata meno letteraria in un mio scritto, né più fedele alla realtà “. Anche il Nobel per la letteratura 2010 Mario Vargas Llosa ha deciso di adottare la forma del reportage per raccontare il Congo. Tutta la verità, in modo lucido e a tratti spietato. Alcuni particolari sono come schiaffi in faccia, come quando il dottor Tharcisse, di Mdf, racconta: “ In questo consultorio arrivano ogni giorno donne, bambine, violentate con rami, coltelli, baionette. Il terrore collettivo è perfettamente spiegabile “. Ha invece preferito…

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