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Il messaggio natalizio di Edward Snowden e il romanzo 1984 di George Orwell

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La Bestia umana di Zola ritorna nei cinema francesi restaurato da un laboratorio di Bologna

Versione restaurata in Italia per un noto capolavoro del cinema francese del secolo scorso. C’è una buona ragione d’orgoglio tutto italiano nell’uscita delle sale della versione restaurata di una pellicola leggendaria come “La Bestia Umana” (titolo originale “La Bête Humaine” ), capolavoro di Jean Renoir, ispirato all’omonimo testo di Zola . Perché l’adattamento cinematografico girato nel 1938 con Jean Gabin nei panni del protagonista Jacques Lantier, testimone dell’omicidio commesso da Roubaud, capostazione a Le Havre, e poi amante della moglie dell’assassino che farà di tutti per incitarla ad uccidere il marito; è ritornato nei cinema di Parigi e dintorni proprio ieri, mercoledì 27 novembre 2013, grazie al sapiente lavoro di restauro HD eseguito su commissione di StudioCanal (importante società francese di coproduzione, acquisizione e distribuzione di film, filiale del francese Canal+) dal laboratorio italiano Immagine Ritrovata di Bologna. E’ quindi grazie all’impegno di tecnici nostrani che gli spettatori ritroveranno tutta la bellezza di scene mitiche, che integrano in un’atmosfera ad alta tensione, gli effetti spersonalizzanti della rivoluzione industriale e l’integrazione fagocitante uomo-macchina, metafora di una paura mai sopita. Il complesso procedimento di recupero A partire dalle bobine dei negativi originali conservati presso il Centre national du Cinéma et de l’Image animée (CNC) , trasportate in specifiche condizioni ambientali di temperatura costante indispensabili per proteggere le pellicole, gli esperti hanno lavorato innanzitutto alla riparazione delle perforazioni per permettere lo svolgimento e la proiezione. Ogni immagine è stata poi pulita attraverso uno specifico apparecchio ad

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Vota per gli Autoblog Awards 2013 e scegli l’auto migliore dell’anno!

Si sono appena aperte le votazioni per gli Autoblog Awards 2013 , il premio automobilistico più prestigioso del web, organizzato dai colleghi di Autoblog.it . La competizione comprende 6 categorie non convenzionali: Migliore Auto Sportiva, Migliore SUV Compatto , Migliore Vettura 7 Posti , Migliore Sistema di Infotainment , Migliore Spot Video Internazionale e Migliore Auto Ibrida Le nomination della redazione hanno prodotto sei modelli per categoria, ma anche voi potete segnalare i vostri modelli più amati ed aggiungere così nuove auto alla gara. La “competizione” potrà essere seguita anche su Twitter , grazie all’hashtag #autoblogawards . Il vostro contributo però sarà importantissimo. Sarete ancora una volta voi lettori a determinare i nomi dei vincitori di questa nuova edizione . Puntate il vostro mouse sul sito Autoblog Awards e scegliete i vostri modelli preferiti, entro il 19 Gennaio 2014. I vincitori saranno annunciati durante l’evento finale di premiazione. Non resta che rinnovare l’invito: visitate il sito Autoblog Awards 2013 e votate, votate, votate! Vota per gli Autoblog Awards 2013 e scegli l'auto migliore dell'anno!

Io speriamo che me la cavo, la periferia di Napoli di Marcello D’Orta

Napoli è stata milionaria tante volte, la sua periferia invece resta immortalata soprattutto nel testo di Marcello D’Orta. Il testo del compianto Marcello d’Orta è stato un grande classico delle letture giovanili di tanti ragazzi italiani, a maggior ragione in provincia di Napoli, un ricordo che resterà negli anni nella memoria di un’intera generazione. Una raccolta di temi fantasiosi e tristemente reali, raccolti proprio da d’Orta nel suo decennio “al fronte” come maestro elementare ad Arzano . Documenti che a detta di colui che li lesse e corresse per poi raccoglierne sessanta nel libro intitolato “Io speriamo che me la cavo” : Colorati, vitalissimi, spesso prodigiosamente sgrammaticati e scoppiettanti di humour involontario, di primo acchito possono far pensare a una travolgente antologia di “perle”. Ma, per chi sa guardare, sotto c’è qualcosa di diverso e di più. Una saggezza e una rassegnazione antica, un’allegria scanzonata e struggente nel suo candore sottoproletario, una cronaca quotidiana ilare e spietata che sfocia in uno spaccato inquietante delle condizioni del nostro Sud. Il maestro Marco Tullio Sperelli, nuovo venuto dal nord e fresco trasferito per errore alla scuola Edmondo De Amicis di Corzano, Paolo Villaggio nell’adattamento cinematografico del 1992 firmato da Lina Wertmüller , il suo incontro con la realtà del napoletano, lo choc degli scugnizzi, dei ragazzini in strada e il lavoro minorile imperante, elementi di una realtà che a pochi anni dalla fine del millennio sembra quasi impossibile, eppure esiste ed in certi casi è ancora la stessa in molti comuni. Una specie di libro Cuore degli anni ‘90 e in versione napoletana, richiamato anche nel riferimento all’autore nel nome della scuola che dovrebbe essere frequentata proprio da quei ragazzini che invece sono …

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