Tag Archives: filosofia

"Il demone reazionario. Sulle traccie del Baudelaire di Sartre"

Alessandro Piperno si lancia alla scoperta del più oscuro “rapporto incestuosamente spirituale”, della letteratura francese nel suo libro “Il demone reazionario. Sulle traccie del Baudelaire di Sartre”: Tutto questo spiega la famosa paresse baudelariana. E qui Sartre è acutissimo nel descriverne le nuances. Perché essa non va intesa come un abbandono perpetuo a uno stato di inattività e apatia. Ma anzi essa si traduce in quella forma di iperattività cerebrale che può condurti alla paralisi. Sartre parla di miriadi di “iniziative istantanee” che vengono fulmineamente disarmate dalla coscienza riflessiva che affonda nella propria stessa gratuità. Una strana forma di pigrizia quindi che non trova il proprio

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"Il demone reazionario. Sulle traccie del Baudelaire di Sartre"

L’ultimo lupo mannaro, di Glen Duncan

«Le creature mostruose» scrive Glen Duncan nel suo L’ultimo lupo mannaro appena uscito per Isbn e primo di una trilogia, «muoiono quando non sono più necessarie all’immaginario collettivo. L’estinzione di una specie come questa non è altro che uno slittamento nella scaletta psichica complessiva. In passato la bestia nell’uomo era confinata nel buio, ripudiata. Dopo la trasparenza della storia contemporanea questo non è più possibile: ci siamo visti nei campi di concentramento, nei gulag, nelle giungle, nei campi di sterminio […] La bestia siamo noi. Lo siamo sempre stati». Lo sa bene Jacob Marlowe, che in quasi duecento anni di vita ha avuto modo di attraversare gli ultimi due secoli magnificamente orrendi per l’umanità. Lo sa bene Jacob Marlowe, perché Jacob è l’ultimo della sua specie, è l’ultimo lupo mannaro. A dargli la caccia sono quelli del WOCOP (Organizzazione Mondiale per il Controllo dei Fenomeni Occulti), un’antica organizzazione che ormai da secoli ha come unico obiettivo eliminare la sua specie dalla faccia della terra. Grazie ad alcune, profonde amicizie, Jacob riesce a organizzare un sistema di fuga che in un modo o nell’altro funziona, ma sa benissimo che non può fuggire in eterno, prima o poi – a essere precisi, alla prossima luna piena – dovrà affrontare il suo destino. Naturalmente niente avviene per caso, e così tra una fuga e l’altra Jacob fa l’incontro più inaspettato, definitivo e risolutivo della sua lunghissima esistenza che

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L’ultimo lupo mannaro, di Glen Duncan

Umberto Galimberti e la mistificazione intellettuale, di Francesco Bucci

Alzi la mano chi non hai mai copiato o, per usare un neologismo, non ha mai copincollato. Copiare (e incollare) è una pratica abbastanza diffusa e, se fatta con criterio, anche accettata. Uno dei miei professori di metodologia all’università diceva che si può benissimo copiare se necessario, basta poi indicare in nota la fonte e il problema è risolto. Ovviamente bisogna anche saper copiare perché non è che si prende un testo a caso e lo si incolla nel nostro documento. Questo credevo fino a pochi giorni fa. Poi ho letto il libro di Francesco Bucci dedicato al “vizietto” (come lo definisce Emanuele Severino) di Umberto Galimberti e mi sono reso conto di appartenere alla “vecchia scuola”. Bucci, infatti, ha da poco pubblicato con Coniglio editore un libro che fin dal titolo è emblematico: Umberto Galimberti e la mistificazione intellettuale . Teoria e pratica di “copia e incolla” filosofico. Un clamoroso caso di clonazione libraria . In quest’opera di circa trecento pagine Francesco Bucci, con abbondanza di esempi e rigore nella ricerca, mostra come Umberto Galimberti (U.G. per tutto il libri) non solo ha copiato da altri (senza citareli), non solo ha copiato da se stesso (senza dirlo, facendo comparire così ogni volta il lavoro come nuovo e originale), ma ha copiato anche all’interno degli stessi libri per cui ci sono delle parti ripetute pressoché in maniera identica all’interno di uno stesso libro. Basta un solo esempio tratto dai libri di U.G. per rendersene conto. Ne Il tramonto dell’Occidente a pagina 694 si legge (il grassetto è nel testo di Bucci): L’esegesi heideggeriana è questo tentativo. Come il ta’ wil islamico essa è un ritorno promosso dalla persuasione che ciò che rimane nascosto e gelosamente custodito dallo spazio simbolico non costituisce il limite o lo scacco del linguaggio , ma il terreno fecondo su cui solamente possono fiorire e svilupparsi …

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Umberto Galimberti e la mistificazione intellettuale, di Francesco Bucci

– "Dove si spiega perché Filosofia e Medicina non si possono separare" di Federico E. Perozziello

Nuova rubrica d’autore “Filosofia della Medicina” di Federico E. Perozziello, con l’articolo: “Dove si spiega perché Filosofia e Medicina non si possono separare”

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– "Dove si spiega perché Filosofia e Medicina non si possono separare" di Federico E. Perozziello