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Il Mein Kampf divide la Francia

La libreria di Berck-sur-Mer lo ritira, ma non si placano le polemiche. La storia del Mein Kampf è sempre stata travagliata, la contestatissima opera in due tomi di Adolf Hitler , composta tra il 1924 e il 1925 durante il periodo di detenzione presso la prigione di Landsberg, consecutivo al putsch de la Brasserie, sta facendo discutere la Francia negli ultimi tempi, portandosi dietro una prevedibile ricaduta in termini di pubblicità. Dopo gli strascichi di malcontento che hanno fatto seguito alla prima pubblicazione in Germania , estremamente recente, alcuni sviluppi di un titolo che rievoca troppi fantasmi storici, contenendo in nuce gran parte delle direttrici della politica nazista, hanno interessato i cugini francesi risvegliati dalla recente apertura al testo di una libreria di Berck-sur-Mer , cittadina di circa 15,000 abitanti situata nella regione settentrionale del Nord-Pas-de-Calais. Il bookstore aveva infatti deciso di mettere in vendita il libro, attirandosi cosi’ un’ondata di polemiche che aveva coinvolto anche alcuni esponenti politici del partito PCF-Front de Gauche e della Ligue de défense des droits de l’Homme . Problemi che hanno spinto i coniugi Cazier, tenutari della libreria, a ritirarlo dagli scaffali, nonostante il successo registrato da più media. E se la vendita del libro resta legale in Francia , in seguito ad una decisione della Corte d’Appello di Parigi risalente al 1979, ciò non toglie che, pur essendo sottoposta a regole ben precise, come ad esempio l’obbligo di avvertire il lettore sull’interesse prettamente storico dell’opera, e alcune indicazioni specifiche riguardo alla collocazione all’interno del punto vendita, molte voci insistono sulla vaghezza di certe indicazioni in merito, come lascia intendere anche l’avvocato Lhotel , specialista interrogato da La Voix du Nord, le cui dichiarazioni riportate su L’Expres, evocano un “vuoto giuridico” . Perché l&#…

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Il Mein Kampf divide la Francia

In Francia nessuna crisi delle librerie indipendenti. Perché?

I francesi continuano ad essere “differenti”. Nonostante infatti le librerie indipendenti falliscano, ultimamente, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, il mercato francese sembra non conoscere crisi. Ma diamo qualche numero. Come scrive il New York Times la Francia conta 2500 librerie indipendenti, e per ogni libreria di quartiere che chiude, sembra aprirsene un’altra. Non solo: soprattutto, dal 2003 al 2011 è il mercato dei lettori – ovvia linfa vitale delle librerie – che sembra non conoscere cedimenti: in questo periodo le vendite sono infatti aumentate del 6.5%. Non altrettanto in espansione il mercato degli E-book, che conta solo l’1.8% del mercato editoriale. Una percentuale bassa, se comparata col 6.4 % totalizzato negli Stati Uniti. “Ci sono due cose che non butti mai via in Francia, il pane e i libri”, dice Bernard Fixot, proprietario ed editore di XO, una piccola casa editrice. Il fattore di questo successo, nota invece l’articolista, è forse l’intervento dello Stato: mentre nel mercato anglofono regna il prezzo libero, in Francia fin dall’81 grazie alla legge Lang, promossa da Jack Lang, ministro della cultura del tempo, ci sono prezzi fissi per i libri in lingua francese: nessun libraio può scontare libri più del 5% rispetto al prezzo dell’editore. Inoltre, l’anno scorso la lobby degli editori è riuscita a estendere la legge Lang anche al mercato degli ebook. Il prezzo viene deciso dagli editori: ogni altro sconto è vietato. Inoltre, c’è anche l’importante sostegno del governo ai librai, con garanzie e prestiti a interessi zero. Insomma, anche le librerie francesi camminano verso il futuro con le “stampelle” di leggi ed aiuti statali, il che nasconde forse dietro la stessa crisi dei lettori (crisi economica che taglia il budget per l’acquisto dei libri, crisi culturale che riduce il mercato) che lamentiamo in Italia. “Non avremmo potuto aprire la nostra libreria senza sussidi”, ammettono infatti i proprietari del francese L’Usage du Monde, “e non potremmo sopravvivere ora senza i prezzi fissi”. Foto | Flickr…

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In Francia nessuna crisi delle librerie indipendenti. Perché?

In Francia nessuna crisi delle librerie indipendenti. Perché?

I francesi continuano ad essere “differenti”. Nonostante infatti le librerie indipendenti falliscano, ultimamente, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, il mercato francese sembra non conoscere crisi. Ma diamo qualche numero. Come scrive il New York Times la Francia conta 2500 librerie indipendenti, e per ogni libreria di quartiere che chiude, sembra aprirsene un’altra. Non solo: soprattutto, dal 2003 al 2011 è il mercato dei lettori – ovvia linfa vitale delle librerie – che sembra non conoscere cedimenti: in questo periodo le vendite sono infatti aumentate del 6.5%. Non altrettanto in espansione il mercato degli E-book, che conta solo l’1.8% del mercato editoriale. Una percentuale bassa, se comparata col 6.4 % totalizzato negli Stati Uniti. “Ci sono due cose che non butti mai via in Francia, il pane e i libri”, dice Bernard Fixot, proprietario ed editore di XO, una piccola casa editrice. Il fattore di questo successo, nota invece l’articolista, è forse l’intervento dello Stato: mentre nel mercato anglofono regna il prezzo libero, in Francia fin dall’81 grazie alla legge Lang, promossa da Jack Lang, ministro della cultura del tempo, ci sono prezzi fissi per i libri in lingua francese: nessun libraio può scontare libri più del 5% rispetto al prezzo dell’editore. Inoltre, l’anno scorso la lobby degli editori è riuscita a estendere la legge Lang anche al mercato degli ebook. Il prezzo viene deciso dagli editori: ogni altro sconto è vietato. Inoltre, c’è anche l’importante sostegno del governo ai librai, con garanzie e prestiti a interessi zero. Insomma, anche le librerie francesi camminano verso il futuro con le “stampelle” di leggi ed aiuti statali, il che nasconde forse dietro la stessa crisi dei lettori (crisi economica che taglia il budget per l&#…

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Un inverno con Baudelaire, di Harold Cobert

Ha un bell’impatto sul cuore leggere la storia che Harold Cobert narra in Un inverno con Baudelaire in questi giorni in cui le cronache ci riportano, purtroppo, le morti per freddo nel popolo dei senzatetto. Sì perchè in questo bel romanzo, Philippe si ritrova sbattuto fuori di casa dalla moglie, licenziato, senza una lira per pagarsi un tetto, proprio nel momento più freddo dell’anno. E noi ne seguiamo le orme, passo passo, in una trafila che, purtroppo, capita sempre più spesso…

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Un inverno con Baudelaire, di Harold Cobert