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Perchè conserviamo i libri?

La domanda non è retorica, e vi spiego il motivo. Perchè bisognerebbe conservare un libro quando lo si è letto una volta e probabilmente non lo si farà mai più in vita propria. Siate onesti: quanti dei libri che conservate avete ri-letto? Non credo moltissimi. E non venitemi a dire che li si conserva perchè “se no che altro dovrei farci”? O perchè è bello avere una libreria ben fornita. Ecco, per questa seconda spiegazione ci sto: è come un ‘biglietto da visita’ di noi stessi, la nostra libreria. Che è appunto composta da libri che vogliamo tenere. Ma la nostra libreria è anche composta da tutti i libri che abbiamo voluto scartare, pur essendoci incappati, magari. Io ho rivenduto al mercatino La solitudine dei numeri primi di Giordano, appunto, e chi mi farebbe notare che non ce l’ho, nei miei scaffali, di certo non farebbe una bella figura con me. Non sto però parlando solo di questo. Io credo di aver conservato nel tempo dei libri che in qualche modo sono riusciti a dire

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Perchè conserviamo i libri?

Librai di strada, raccontate le vostre storie

Vorrei segnalarvi una bella intervista che parla dell’amore per i libri, quello vero, fatto di impegno quotidiano, tradizione di famiglia, soldi (mai abbastanza, come dice l’intervistato “più di un call center e meno di un impiegato”). La storia di Andrea Polla Mattiot, libraio di strada a Torino, la trovate qui . Lui studia psicologia e fa il libraio in uno storico banchetto per strada. Racconta che nel suo lavoro capitano colpi di fortuna: “il genero di un signore voleva far fuori quasi tutta l’opera di Calvino, Pavese e Fenoglio in edizione Einaudi, è stata una fortuna -dice – Certo, ogni tanto la fregatura ci scappa: ancora non dimentico quei cento volumi di esoterismo che mi sono rimasti sul groppone. E chi se li compra?” Per il resto, spiega, “sfido il caldo che fa sragionare, il gelo e la neve con tre maglioni addosso. Attrezzato, senza molte pretese, con una seggiola in legno e un tavolino su cui appoggio acqua e viveri o, d’inverno, il termos del caffè”. Avete belle storie di gente che sfida intemperie e nonostante la non-redditività non abbandona la passione di un mestiere che viva di letture (altrui)? Dai raccontate. Foto | Flickr Librai di strada, raccontate le vostre storie

Mattone su mattone: libri voluminosi che vale la pena di leggere

Come reagite alla vista di un ‘mattone’? Dicesi tale, in senso dispregiativo in genere, di un testo molto voluminoso, diciamo dalle 500-1000 pagine in su. Se siete lettori Doc la sfida in certi casi non può che appassionarvi. Chi si sognerebbe di dire, dopo averlo letto e amato, che Anna Karenina è un mattone? Vabbè, faccio un esempio che mi conquisterà una maggioranza di assensi più solida: Il Signore degli Anelli, voi che lo adorate, lo considerereste mai un ‘mattone’? Certo quando poi si tratta di dare dei consigli di lettura ad altre persone la sfida è più ardua: come riuscire a superare le perplessità di qualcuno riguardo lo splendido Vita e Destino? In genere la scelta del ‘mattone’ si accetta se si tratta di un classico o di un best seller di chiara fama (tipo I Pilastri della terra, La cattedrale del mare…etc). Secondo voi l’estate consiglia la lettura del mattone? A un primo ragionamento sembrerebbe di no (almeno a guardare la lista dei libri più venduti in questo periodo) però io non so perchè quest’estate la sto dedicando alla riscoperta di tomi voluminosi, non necessariamente dei best seller dell’ultimo minuto. Ho recuperato Mondo senza fine di Ken Follett (il seguito dei Pilastri della Terra, ineguagliabile. Mondo senza fine si fa leggere con piacere, ma tende alla telenovena, nella mia modesta opinione) e dell’appassionante giallo La quarta verità, di Ian Pearson. Voi? Mattoni che avete amato e che consigliate a spada tratta? Mattone su mattone: libri voluminosi che vale la pena di leggere