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Il fu Luigi Pirandello ricordato con un Google doodle nel giorno del compleanno

Il Google Doodle di oggi è dedicato a Luigi Pirandello che nasceva ad Agrigento il 28 giugno del 1867. Nel doodle le due “o” di Google sono sostituite dal disegno del Pirandello che regge una maschera: pochi tratti per ricordare il grande drammaturgo, scrittore e poeta e anche la motivazione del Premio Nobel per la letteratura (“Per il suo coraggio e l’ingegnosa ripresentazione dell’arte drammatica e teatrale”) che gli fu assegnato nel 1934. Le sue opere sono ben note e i titoli di alcune sono diventate anche modi di dire, come, per esempio: Uno, nessuno e centomila . A me sono sempre piaciuti l’atto unico L’uomo dal fiore in bocca e il romanzo Il fu Mattia Pascal : l’idea che si possa ricominciare una nuova vita all’improvviso la trovo molto affascinante. L’ Avvertenza sugli scrupoli della fantasia – aggiunta in seguito da Pirandello…

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Il fu Luigi Pirandello ricordato con un Google doodle nel giorno del compleanno

"Due parole" di Alfonsina Storni

All’inizio del 1938 il Ministero dell’Istruzione uruguaiano organizzò un importante incontro con quelle che erano considerate le tre più importanti poetesse viventi nel continente americano. Tre le autrici convocate: Gabriela Mistral , Juana de Ibarbourou e Alfonsina Storni . I loro nomi potrebbero non dirci molto, eppure la cilena Mistral fu la prima donna latinoamericana a vincere il Premio Nobel per la letteratura, l’uruguaiana de Ibarbourou, la prima ad essere sepolta come una grande personalità di Stato e poi c’era Alfonsina. Poetessa argentina di origine svizzera. Parlava italiano Alfonsina Storni, l’aveva appreso nel Canton Ticino dai genitori. Una vita difficile e straordinaria. Ragazza-madre a soli vent’anni, lavoratrice precoce, attrice, giornalista e poi scrittrice. Mise fine ai suoi giorni camminando nel mare, per esserne completamente sommersa, come farà solo qualche anno dopo in fiume un’altra celebre donna di lettere . Ma prima compose. Poesie dolcissime, raccolte emozionanti come “Il dolce danno” (1918) dalla quale è tratta “Due parole”: Questa notte all’orecchio m’hai detto due parole. Due parole stanche d’esser dette. Parole cosi’ vecchie da esser nuove. Parole cosi’ dolci che la luna che andava trapelando dai rami mi si fermo’ alla bocca. Cosi’ dolci parole che una formica passa sul mio collo e non oso muovermi per cacciarla. Cosi’ dolci parole che, senza voler, dico: “Com’e’ bella la vita!” Cosi’ dolci e miti che il mio corpo e’ asperso di oli profumati. Cosi’ dolci e belle che, nervose, le dita si levano al cielo sforbiciando. Oh, le dita vorrebbero recidere stelle. Immagine da ellitoral.com Via | akkuaria.net “Due parole” di Alfonsina Storni

Un addio in rima a Wislawa Szymborska

Non è la prima volta che vi parlo di una delle mie poetesse preferite, l’autrice polacca Wislawa Szymborska, premio Nobel nel 1996 e morta ieri a 88 anni nella sua casa di Cracovia. Ne ho parlato per l’incanto del suo Taccuino d’amore , sempre sul mio comodino, citando una sua splendida poesia dedicata alla domenica . Vogliamo ricordarla con una sua poesia. Che non parla di addii, no, ma celebra quel che ha dato linfa alla sua vita – la “poesia” come “potere di perpetuare./La vendetta di una mano mortale”. Di seguito, la sua Gioia di scrivere , tratta dalla raccolta Adelphi di tutte le sue poesie (1945-2009). La gioia di scrivere Dove corre questa cerva scritta in un bosco scritto? Ad abbeverarsi a un’acqua scritta che riflette il suo musetto come carta carbone? Perché alza la testa, sente forte qualcosa? Poggiata su esili zampe prese in prestito dalla verità, da sotto le mie dita rizza le orecchie. Silenzio – anche questa parola fruscia sulla carta e scosta i rami generati dalla parola “bosco”. Sopra il foglio bianco si preparano al balzo lettere che possono mettersi male, un assedio di frasi che non lasceranno scampo. In una goccia d’inchiostro c’è una buona scorta di cacciatori con l’occhio al mirino, pronti a correr giù per la ripida penna, a circondare la cerva, a puntare. Dimenticano che la vita non è qui. Altre leggi, nero su bianco, vigono qui. Un batter d’occhio durerà quanto dico io, si lascerà dividere in piccole eternità piene di pallottole fermate in volo. Non una cosa avverrà qui se non voglio. Senza il mio assenso non cadrà foglia, né si piegherà stelo sotto il punto

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Un addio in rima a Wislawa Szymborska

"Manuale di di pittura e calligrafia" di Saramago

H. fa il pittore, anche se ha abbandonato la deriva dell’arte per virare verso il ritratto, in fondo non è che abbia tanta scelta con i tempi che corrono, con il regime che incombe e la tensione imperante. Ma il suo talento per la figura non è poi così sviluppato come quello per la scrittura, e il tutto cambia direzione, la sua attività subisce un vero e proprio “spostamento dimensionale” per orientarsi verso la calligrafia, sintesi sublime di parola e disegno. La storia si chiama “Manuale di di pittura e calligrafia” ed è un triangolo di lettere, un complicato intrigo di personaggi che si identificano con una semplice iniziale, come nella migliore delle tradizioni kafkiane. Una vicenda, al limite dell’autobiografico, quasi un diario trasfigurato della vita dello stesso premio Nobel José Saramago , che oscilla tra Portogallo e Italia, affondando nell’atmosfera fascista e nella speranza della liberazione. Si tratta in fondo di una nuova chiave, dopo il “ritratto appassionato” di Armando Baptista-Bastos, per carpire i segreti dell’immaginazione del grande scrittore. […] e questi fogli di carta sono un altro tentativo, cui mi avvicino a mani nude, senza colori ne pennelli,

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"Manuale di di pittura e calligrafia" di Saramago