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Il Master di Ballantrae, di Robert Louis Stevenson

È lo stesso Robert Louis Stevenson ad autorizzarci a leggere il suo romanzo Il Master di Ballantrae dalla fine. O meglio a leggere prima l’epistolario e il racconto di Stevenson sulla genesi dell’opera, entrambi inediti in Italia che troviamo nell’edizione di Nutrimenti, da poco in libreria. L’appendice di questa nuova edizione dell’opera di Stevenson, infatti, riporta dei documenti interessanti che squarciano un po’ il mondo intimo dell’autore e ci fanno capire come nasce un libro. Racconta Stevenson: Una sera

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Il Master di Ballantrae, di Robert Louis Stevenson

Una nascita e una morte: Joseph Conrad e Robert Louis Stevenson

Joseph Conrad e Robert Louis Stevenson hanno qualche cose in comune, chiunque abbia letto qualcuno dei loro romanzi ne può facilmente elencare tre o quattro: un rapporto viscerale e inalienabile con il mare, la lingua – l’inglese, lingua straniera appresa per uno, lingua madre per l’altro -, ma anche un predisposizione psicologica alla malinconia e una tendenza irrefrenabile all’avventura. Quello che quasi sicuramente non sapete – non lo sapevo neanch’io fino a ieri – è che i due condividono un giorno, il 3 dicembre, che per uno, Conrad, fu il giorno della nascita, nel 1857, mentre per l’altro, Stevenson, rappresentò l’ultimo giorno di vita, nel 1894. Ma c’è una coincidenza ancora più curiosa che lega i destini di questi due grandi scrittori: l’anno della morte di Stevenson fu l’anno in cui Conrad abbandonò per sempre il mare e si mise a scrivere. È certamente molto forzato pensare che questa decisione, cresciuta con fatica e dolore nell’animo del polacco, maturò proprio il giorno del suo

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Libri per Natale: La filosofia dell’ombrello, di R. L. Stevenson

Boswell: Ci annoiamo a starcene qui in ozio Johnson: Ciò accade, signore, perchè essendo gli altri indaffarati vogliamo compagnia: ma se fossimo tutti pigri non ci si annoierebbe; dovremmo intrattenerci l’un con l’altro Ecco, questo è un libro che io personalmente mi riprometto di regalare a Natale. Chi di noi non vorrebbe leggersi una gustosa difesa dei pigri o una dissertazione sul carattere dei cani (soprattutto se a farla è quella gran penna di Robert Louis Stevenson , e soprattutto dopo aver letto il suo imprescindibile Elogio dell’ozio?). I cani hanno pagato un prezzo troppo alto all’uomo a confronto dei gatti, ad esempio, dice Stevenson: “E’ stata proprio questa mania di essere considerato a trarre in inganno il cane

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