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Libri da regalare a Natale: L’ascensione di Roberto Baggio, di Matteo Salimbeni e Vanni Santoni

È la seconda volta in meno di un mese che mi ritrovo a parlare di un libro in cui ha messo le mani Vanni Santoni, un giovane autore toscano da tenere d’occhio perché sa quel che scrive. Dopo il bel Se fossi fuoco arderei Firenze , questa volta il Santoni si è messo in società con Matteo Salimbeni, anche lui toscano e anche lui giovane (in due fanno poco più sessant’anni), per scrivere L’ascensione di Roberto Baggio, un libretto edito da Mattioli1885 che in poco meno di 150 pagine riappacifica sia con il calcio che con la letteratura, perché è un dichiarazione d’amore a entrambe queste arti, troppo spesso bistrattate negli ultimi tempi. Al centro di questo romanzo – costruito con abilità dai due toscani intercalando il racconto della loro ricerca del Baggio perduto ai racconti dei testimoni che incontrano sulla loro strada – c’è uno dei personaggi più incredibili dell’Italia contemporanea, sportiva, ma non solo: …

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Se fossi fuoco arderei Firenze, di Vanni Santoni

Se fossi fuoco arderei Firenze, il nuovo libro di un talentuoso scrittore toscano di nome Vanni Santoni, l’ho letto tutto di filato su un treno che da Parigi mi riportava a Milano. E ogni volta che alzavo gli occhi dalla pagina, a riprendere il fiato, il paesaggio sempre diverso che mi sfrecciava a lato dal finestrino faceva da rilassante contraltare a Firenze, paesaggio obbligato di questa immensa collana narrativa. Una collana, esattamente, perché le decine di personaggi che Vanni Santoni mette in gioco si intercalano, si passano il testimone e insieme le scenografie, da piazza della Signoria fino a San Miniato, passando per gli Uffizi, le stradine più recondite e le piazze più famose della città di Dante. E così emerge il ritratto della vera protagonista: Firenze, con le sue virtù, i suoi vizi, le sue luci e le sue ombre, la cui immagine viene fuori un po’ come quella delle foto che, viste da vicino, rivelano la propria essenza di mosaico, formate come sono da decine e decine di altre foto, in questo caso dai personaggi che si alternano sulla scena, quasi tutti alle prese con qualche fallimento o delusione. Alla fine l’unica a non deludere sembra essere proprio Firenze. Non credo sia un caso che, seppur molto spesso i personaggi si chiedono se restare o andarsene, la chiusa sia affidata a un personaggio che ritorna: Maddalena, videomaker assente dalla sua città da due anni, che si ritrova a riflettere sull’impossibilità di filmare Firenze senza essere retorica, o alla meglio inutile: E neanche puoi dire: bene, saremo analitici,

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