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E-book: Amazon apre al prestito di ebook sui Kindle

Una delle più delicate questioni che si porta dietro la rivoluzione digitale del mondo del libro, vale a dire l’avvento e la diffusione della lettura su supporto ebook, è quella di non ammettere – a causa di vari ingessamenti cerebrali degli editori sul concetto di copyright – la condivisione di ebook tra amici, tra familiari o, più in generale tra utenti. Sebbene il fantastico potere che il linguaggio ha sulla realt‡ faccia sÏ che alla parola “condivisione” la maggior parte della gente pensi alla pirateria informatica , occorre ricordarsi che, al contrario, dietro quella espressione, almeno in questo caso, c’è dietro la parola “prestito” , una pratica sociale che sta alla base della diffusione di un libro . Da sempre. Cosa sarebbe successo al mondo se Gutenberg avesse impedito a chiunque di copiare i libri che

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100 libri per 100 euro, ovvero quando il marketing salva i libri dalle fiamme

Shih Huang Ti, primo imperatore cinese, colui che fece iniziare i lavori di costruzione della muraglia cinese, ordinò che tutti i libri scritti prima del suo regno venissero bruciati. Qualche secolo dopo, in Europa, in nome di un dio minuscolo e di una religione esclusiva e oscurantista, migliaia di libri fecero la stessa fine, spesso insieme ai loro autori, anticipando una furia distruttrice che fu una delle cifre stilistiche del Nazismo. Al giorno d’oggi, all’epoca della riproduzione digitale del sapere e della crisi economica , c’è una validissima casa editrice, la DeriveApprodi , che, assediata dalle regole del mercato, rischia di dover iscrivere il proprio nome nella lista diquesta triste e lugubre tradizione di piromania, gettando al macero intere tirature di un centinaio di titoli del catalogo. Ma la fortuna vuole che, in questo caso, al posto di schizzoidi sovrani, chierici infoiati o masse accecate da un’ideologia mortifera, c’è qualche addetto al marketing che vuole tentare di opporsi alla distruzione di cotanta cultura e di fermare il ciclo dei roghi. E’ per questo che ha pensato di offrire ai lettori, alle associazioni o alle biblioteche un’opportunità non di poco conto: ovvero acquistare 100 titoli ( l’elenco lo potete scaricare qui ) al prezzo di un euro l’uno, salvandoli dalle fiamme. Via| DeriveApprodi 100 libri per 100 euro, ovvero quando il marketing salva i libri dalle fiamme

Una giornata sbagliata per l’informazione online

La giornata di ieri, per l’informazione italiana, è stata una giornata sbagliata; e non lo è stata soltanto perché ha visto consumarsi un vero e proprio atto di censura della libertà di espressione – chi non ne fosse informato può trovare da queste parti ( Piovono Rane , Sul Romanzo e Punto Informatico ) tutte le informazioni relative al caso – ma soprattutto perché quest’azione censoria ad opera di Google si è svolta nell’indifferenza generale. Ma ricapitoliamo brevemente: qualche mese Morgan Palmas aveva pubblicato sul sito Sul Romanzo un post che denunciava un presunto plagio, da parte di una professoressa – Miriam Turrini – dell’Università di Sassari, della tesi di Maria Antonietta Pinna, di cui la Turrini fu correlatrice . Le reazioni degli interessati alla pubblicazione di questo post non si sono fatte attendere e, tra i commenti all’intervista rilasciata dalla Pinna a Palmas, si possono trovare alcune tra le peggiori dimostrazioni di insolenza e di arroganza da parte del professor Brizzi, relatore della tesi di Maria Antonietta Pinna. Ma il nocciolo del problema non sta certo nella bassezza dei commenti del prof. Brizzi, né nelle denunce incrociate che la Pinna e la Turrini si sono scambiate – una per plagio, l’altra per diffamazione – queste sono cose che capitano ogni giorno in Italia. E purtroppo non sta neppure in quello che è successo ieri al sito di Morgan Palmas, la censura dei post in questione (in particolare questo , non più raggiungibile), perpetrata con una leggerezza e un’agilità spaventose da Google. Il vero nocciolo del problema, almeno a mio parere, è, da una parte, l’assoluta indifferenza che ha circondato questa spiacevole pagina della storia informatica del nostro paese, e, dall’altra, l’altrettanto assoluta precarietà delle basi su cui ogni giorno appoggiamo le nostre chiappe virtuali, basi su cui oltre alle chiappe poggiamo quotidianamente la nostra illusione di libertà – di informazione, di espressione, di critica – ma basi che in fondo sono solide e sicure come la banchisa antartica all’epoca del riscaldamento globale. E …

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L’editoria italiana e il rispetto dell’ambiente, ovvero in Italia ogni storia è sempre la stessa storia

Jorge Luis Borges amava ripetere nei suoi racconti che tutte le storie, alla fine, sono la stessa storia, un’affermazione, geniale e fondamentalmente vera nell’ambito della sua idea di letteratura totalizzante, che, pur tolta dal suo contesto, mantiene pazzescamente il suo valore di realtà qui da noi, in Italia, dove tutte le storie si assomigliano tanto da spingere a credere che, alla fine, siano sempre la stessa storia. L’ultima di queste italiche – e grottesche – reiterazioni appartiene al mondo editoriale, mondo che, con le sue concentrazioni di potere e con le sue storie di ordinario sfruttamento, in nessun altro paese al mondo riesce ad essere una figura perfetta della società come nel nostro malandato paese. La storia in questione, riportata oggi dalla tastiera di Antonio Prudenzano di Affaritaliani.it , riguarda una pratica sempre più in voga nell’editoria, vale a dire l’utilizzo per la stampa di carte riciclate per accedere alla classifica degli editori virtuosi di Greenpeace nonché, ovviamente, per lottare contro la deforestazione e lo sfruttamento selvaggio delle risorse ambientali. Stando a quanto afferma Luigi Bechini, responsabile Certificazioni Geca Spa, nel suddetto elenco dei &#…

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