Le due facce dell’innocente, di Elie Wiesel

Elie Wiesel, premio Nobel per la pace nel 1986 e gigante della letteratura, torna alla narrativa con un romanzo notevolissimo per spessore intellettuale – come sempre –, per trama e qualità della scrittura. Il titolo del romanzo è: Le due facce dell’innocente , appena uscito per Garzanti. La storia ruota attorno a Werner Sonderberg, un giovane tedesco trasferito a New York per studiare e dove viene processato per l’uccisione di un uomo anziano. Sembra che l’uomo si fosse spacciato per un suo zio lontano e che avesse voglia di ritrovare uno dei suoi nipoti. Sta di fatto che i due passano molto tempo insieme e decidono infine di passare una settimana tra le montagne dell’Adirondack. Da questo momento, per la giuria e per i giudici, la storia assume i tratti del mistero. Dopo una lite con il presunto zio, Werner decide di lasciare immediatamente l’albergo e dunque anche lo zio che, nel frattempo, se n’è rimasto solo tra i monti. Il corpo senza vita verrà ritrovato in fondo a un burrone. Nessuna prova che sia stato Werner. Nessuna prova che dimostri il contrario. Werner viene comunque arrestato. Portato in tribunale, nel momento in cui il giudice chiede a Werner di alzarsi e dichiarare se si ritiene colpevole o non colpevole. Werner Sonderberg dichiara di essere allo stesso tempo colpevole e non colpevole. «Colpevole o innocente? Werner Sonderberg gioca con le parole, dichiarandosi “colpevole ma non innocente”? Che cosa vuol dire? Che è innocente ma anche un po’ colpevole? Che è al tempo stesso l’una e l’altra cosa? Come potrebbe la ragione accettarlo? Può l’angelo della morte non esistere?» A porsi tutte queste domane è Yedidyah, voce narrante per gran parte del romanzo, e giornalista che ha studiato arte drammatica all’università. Non ha neanche iniziato la carriera di attore. Ha iniziato a scrivere su un giornale critica teatrale …

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