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Un inverno con Baudelaire, di Harold Cobert

Ha un bell’impatto sul cuore leggere la storia che Harold Cobert narra in Un inverno con Baudelaire in questi giorni in cui le cronache ci riportano, purtroppo, le morti per freddo nel popolo dei senzatetto. Sì perchè in questo bel romanzo, Philippe si ritrova sbattuto fuori di casa dalla moglie, licenziato, senza una lira per pagarsi un tetto, proprio nel momento più freddo dell’anno. E noi ne seguiamo le orme, passo passo, in una trafila che, purtroppo, capita sempre più spesso…

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Un inverno con Baudelaire, di Harold Cobert

Dopo il libro con François Bon

François Bon lo abbiamo già incontrato qualche settimana fa, quando ci eravamo soffermati sull’inesauribile dibattito che circonda l’ormai assodato passaggio dal cartaceo al digitale. Un’occasione, fondata sul contraddittorio, che vedeva contrapporsi due voci rappresentative di entrambe le correnti di pensiero più evidenti, allora le avevamo definite con le parole di Umberto Eco, Apocalittici & Integrati, quella di Frédéric Begbeider, ostilissimo rappresentante della prima visione di pensiero, e quella del suddetto Bon, propositiva ed ottimistica. Quel che mi preme approfondire in questo momento è proprio la posizione di Bon che, ben lungi da poter essere inquadrata come una “semplice e banale accettazione dell’inevitabile”, si presenta come una specie di ermeneutica del passaggio.

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Dopo il libro con François Bon

"Il demone reazionario. Sulle traccie del Baudelaire di Sartre"

Alessandro Piperno si lancia alla scoperta del più oscuro “rapporto incestuosamente spirituale”, della letteratura francese nel suo libro “Il demone reazionario. Sulle traccie del Baudelaire di Sartre”: Tutto questo spiega la famosa paresse baudelariana. E qui Sartre è acutissimo nel descriverne le nuances. Perché essa non va intesa come un abbandono perpetuo a uno stato di inattività e apatia. Ma anzi essa si traduce in quella forma di iperattività cerebrale che può condurti alla paralisi. Sartre parla di miriadi di “iniziative istantanee” che vengono fulmineamente disarmate dalla coscienza riflessiva che affonda nella propria stessa gratuità. Una strana forma di pigrizia quindi che non trova il proprio

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"Il demone reazionario. Sulle traccie del Baudelaire di Sartre"