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Buon Natale 2013, tra Charles Dickens e David Maria Turoldo

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I libri di metallo che potrebbero cambiare la storia del Cristianesimo

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I libri di metallo che potrebbero cambiare la storia del Cristianesimo

Destined, di Aprilynne Pike. Si conclude la serie Wings

Destined , di Aprilynne Pike , è il quarto e ultimo volume della serie urban fantasy romantica sulle fate per ragazzi e adolescenti Wings e il seguito di Illusions . E siamo arrivati all’ultimo capitolo che, a detta dei lettori americani, costituisce un ottimo finale di saga, ben ritmato e con molti momenti di azione, tensione e suspanse. Avalon, il regno delle fate, parallelo al nostro, è a rischio estremo. Laurel e il suo gruppo, Tamani, David e Chelsea, dovranno impegnarsi in una pericolosa e definitiva battaglia all’ultimo sangue contro Klea, Yuki e i troll, per salvarlo. E David darà un interessante contributo con un’arma speciale e leggendaria. Non tutti i personaggi coinvolti nella lotta sopravviveranno, e la morte di uno, in particolare, sarà, forse, più triste di altre. I nostri eroi, comunque, come era lecito aspettarsi, riusciranno nel loro nobile intento. Anche dal punto di vista sentimentale le cose si sistemeranno definitivamente, anche se per l’elemento maschile che non verrà scelto da Laurel (la fata Tamani o

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David Foster Wallace: un ricordo. Postumo e incompleto

David Foster Wallace veniva ricordato, ieri, urbi et orbi , per l’anniversario della sua morte. Anzi, per essere precisi, per l’anniversario del suo suicidio. Io me l’ero dimenticato e l’ho trovato molto grave perché me lo sono ricordato tutti gli anni dal 2008 in poi (anzi, me lo ricordavo da giorni prima della ricorrenza), perché mi ricordo dov’ero e con chi quando ho saputo la notizia e chi me l’ha data e come e che sensazioni ho provato, e allora, visto che me ne sono dimenticato, ho capito che c’era qualcosa che non andava nella mia gestione del tempo e delle priorità. E così è andata a finire che ho capito di nuovo una cosa per merito di David Foster Wallace. Voi direte: a chi importa? Non è una tua questione personale? E’ vero. Ma credo sia anche importante e spiego perché. Leggendo i ricordi sparsi che sono stati lasciati in rete su Wallace, mi sono chiesto come li avrebbe presi, potendo dar loro un’occhiata. Magari avrebbe corretto i refusi, messo delle note a margine, fatto delle precisazioni, aperto parentesi e poi si sarebbe arreso ancora una volta, sopraffatto dall’impossibilità di farsi capire davvero da tutti e nello stesso modo, universalmente, annichilito dalla necessità di trovare le parole giuste, di chiarire bene il suo pensiero. Poi mi sono chiesto cosa avrei pensato io delle sue correzioni o puntualizzazioni. E poi che effetto avrebbero fatto a tutti gli altri lettori. Ecco, il punto è che, secondo me, lettore e amante del suo lavoro immenso e purtroppo finito – nel senso più letterale del termine, anche se Infinite Jest e il postumo Il re pallido nascondono, nei loro meandri e frattali, una spasmodica e per nulla nascosta ricerca di infinità…

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