Tag Archives: digital

Collane Bus Stop di Delos Digital. Novità di aprile

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Collane Bus Stop di Delos Digital. Novità di aprile

Salone del libro di Torino 2014: Susanna Tamaro è la madrina della manifestazione

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Salone del libro di Torino 2014: Susanna Tamaro è la madrina della manifestazione

Do you speak Facebook? Una guida al social network scritta da Anna Fogarolo

Quante volte ci siamo trovati a navigare su Facebook e a non capire come funziona questo o quell’aspetto? E che dire delle impostazioni della privacy: come settarla? Se poi vi avventurate a creare una fan page potreste avere mille dubbi su come gestirla insieme al vostro profilo. Insomma, tante sono le domande che abbiamo su re dei social network, anche perché ogni tanto qualcosa cambia e tutti si va nel panico. Affidarsi ai motori di ricerca per trovare una soluzione ai problemi che ci si presentano è senza dubbio la cosa più veloce da fare ma, ahimè, i consigli che si trovano in rete creano più confusione di prima. Se poi capitate su un sito gestito da nerd, vi sentirete piccoli piccoli perché non capirete nemmeno una parola di quel che dicono (almeno così capita a me!). Ho salutato con un sospiro di sollievo, pertanto, il libro Do you speak Facebook? di Anna Fogarolo , pubblicato dal Centro Studi Erickson. Il sottotitolo dice tutto: Guida per genitori e insegnanti al linguaggio del social network . Il libro di Fogarolo – Content & Community Manager, Web Relation e Digital PR specialist – ha il pregio di parlare un linguaggio semplice e accessibile a tutti e una chiarezza espositiva che lo rende uno strumento prezioso. La Guida è divisa in tre parti: nella prima si presenta Facebook, il suo funzionamento, le impostazioni, i gruppi, le pagine e via dicendo; la seconda si focalizza sul linguaggio e la terza è centrata sull’utilizzo didattico del social network, con uno sguardo alla cittadinanza digitale (quindi cyberbullismo e netiquette). Facebook e il linguaggio Ho trovato particolarmente utile la seconda parte della Guida, quella che analizza il linguaggio. Scrive l’autrice: La lingua italiana è viva, anche se affrontiamo con diffidenza i suoi cambiamenti e percepiamo come un attacco personale la sua struttura dinamica. Siamo parte attiva del suo …

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Robert Darnton, di chi sarà la biblioteca globale prossima ventura?

Ieri ho ascoltato il Professor Darnton ospite delle tre Fondazioni dei grandi gruppi editoriali milanesi, per una presentazione del suo ultimo lavoro: Il futuro del libro , una raccolta di undici saggi uscita da poco in italiano. Lo rivedremo sulle pagine di Blogo per l’altro incontro di domani a Perugia, dove spiegherà ai fortunati spettatori come il blog abbia una storia di 250 anni. Cosa ci ha raccontato Darnton? Ma sopratutto lui chi è? Robert Darnton è Direttore del sistema bibliotecario di Harvard, e di biblioteche ha parlato qui a Milano. Se ne legge poco su Booksblog, ecco qualche nota dalla presentazione, nel seguito di questo post uscito un po’ lunghetto. Per prima cosa, son rimasto sbigottito dal suo colpo ad effetto: Tetraedron, rivista di chimica da quarantamila Euro l’anno. Esempio di un mercato matto, dove i prezzi in costante aumento hanno messo in crisi un intero sistema. Le riviste costano, troppo, le biblioteche universitarie possono permettersene poche, la foliazione diminuisce e chi la paga sono i tesisti che non trovano più spazio per pubblicare le proprie ricerche. La soluzione? Passare al digitale e al sistema Open Access, dove i lavori di ricerca sono aperti alla lettura e alla valutazione dei colleghi sul web in maniera gratuita. Nel 2001 Berkeley e Stanford lanciano una petizione perchè i professori scrivano solo per riviste aperte, e la cosa ha successo: la Public library of science si impone come modello e acquista prestigio nell’ambiente accademico. Oggi Harvard ha un archivio digitale sul quale i professori hanno potere di opt out, in altre parole i loro lavori sono resi disponibili al pubblico a meno di un’espressa richiesta in senso contrario da parte dell’autore. I numeri: 6190 articoli online gratuitamente e il 70% di professori attivi. Purtroppo manca un modello di business: è solo Google Books a prevedere un accesso su abbonamento, nemmeno alle biblioteche pubbliche è concesso di connettersi gratuitamente. E così Google, da forza positiva, finisce per diventare un nemico per …

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