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Anniversario salgariano: un omaggio di Michele Mari

Giorno dopo giorno si avvicina sempre di più il centesimo anniversario della morte di Emilio Salgari , il grande maestro dell’avventura capace di far sognare milioni di lettori con le sue storie di avventura per terra e per mare, suicidatosi il 25 aprile 1911 a colpi di rasoio. Per celebrare la sua memoria, Einaudi ha oggi ripubblicato sul proprio sito un bellissimo raccontino di uno dei più grandi estimatori di Salgari della contemporaneità, Michele Mari . Il racconto, intitolato Mamapraciam e pubblicato per la prima volta dieci anni fa in una antologia pubblicata da Strade Blu di Mondadori, grazie alla sanguigna fantasia di Mari ci fornisce uno dei più bei ritratti dello

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Anniversario salgariano: un omaggio di Michele Mari

Biografie, romanzi e saggi per riscoprire Emilio Salgari. A tutte le età

Il centenario della morte di Emilio Salgari (che ricorre il 25 aprile prossimo) ha dato il via, in libreria, a una serie di pubblicazioni dedicate al padre di Sandokan. Per chi fosse interessato ad un ritratto biografico dell’autore è appena uscito per Bur Rizzoli un volume di quasi 500 pagine, Emilio Salgari. La macchina dei sogni , scritto da Claudio Gallo e Giuseppe Bonomi, che riporta alla luce dei carteggi inediti dell’Archivio dell’editore di Salgari, Bemporad. Le scrivo in uno dei piu’ tristi momenti della mia vita. Mia moglie, dopo un mese di pazzia, diventata furiosa, ho dovuto ricoverarla ieri sera al manicomio. Mi occorre di fare subito un deposito di lire 300 che io non posseggo perche’ con le infermiere durante questo lungo periodo sono stato pelato. Io la prego di mandarmi la terza rata di 600 lire ed io le prometto di rimetterle fra giorni altre cento cartelle. Mi lasci un momento di respiro per rimettermi da questa terribile scossa, scriveva pochi giorni prima di suicidarsi, l’autore, come emerge da una lettera finora rimasta inedita. Il 25 aprile lo scrittore, che non sapeva che Bemporad aveva provveduto nel frattempo a inviargli quella cifra, si tolse la vita. Tra i saggi, anche Il Corsaro Nero. Nel mondo di Emilio Salgari (Franco Angeli editore) di Pino Boero, Walter Fochesato e Felice Pozzo e la ristampa di La tempestosa vita di Capitan Salgari (Neri Pozza) di Silvino Gonzato. Per chi volesse leggerne una biografia romanzata c’è invece Disegnare il vento. L’ultimo viaggio del capitano , di Ernesto Ferrero, mentre per chi desidera una raccolta definitiva di …

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L’isola di fuoco di Emilio Salgari, illustrato da Luca Caimmi

Emilio Salgari è una vera e propria icona della letteratura italiana, soprattutto per quella generazione che, nel dopoguerra, si è vista passare tra le mani tutti i suoi innumerevoli libri, le sue avventure di pirati, corsari e marinai, i suoi viaggi fantastici verso mondi sconosciuti persino a se stesso, ma resi con una tale passione e sanguigna fantasia da renderli non solo credibili, ma anche suadenti. Eppure, nel giro di una generazione la sua fortuna è sfumata, il suo potere di conquista sul cuore e sulle menti fantasticanti dei ragazzini italiani è tramontata: un po’ messo da parte dall’accumularsi di nuove storie, da Harry Potter alla carica dei vampiri emo, un po’ dal progresso tecnologico dell’intrattenimento, dalla Playstation alla Xbox, il destino del Capitano di Lungo Corso che sfidò i mari di tutto il mondo non muovendosi di un passo sembra segnato. Ma forse non tutto è perduto, e, come nei milgiori tra i suoi romanzi, quando il destino sembra avverso e il successo impossibile succede l’inaspettabile, qualcosa che cambia gli equilibri in gioco a favore dell’eroe. Nel caso di Salgari questa fortuna si è materializzata in una serie di omaggi, di riprese, di ricordi che, negli ultimi anni, stanno dando nuova vita alle sue opere. Quest’ultimo libro illustrato, pubblicato da pochi giorni da Orecchio Acerbo è uno di questi esempi, ma non è solo un omaggio. Questa riproposizione illustrata de L’isola di Fuoco – un racconto che Salgari scrisse ispirato dalla vicenda dell’isola Ferdinandea, comparsa e…

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Ho molto tempo dopo di te, di Alessandro Fullin

Con la penna intinta un po’ nelle storie alla Emilio Salgari (con la descrizione di terre mai visitate e di zone altamente pericolose) e un po’ alla ben consolidata tradizione dei fotoromanzi, Alessandro Fullin torna in libreria con il godibile romanzo Ho molto tempo dopo di te . La storia è ambientata in un non ben localizzato paese latino americano – Meríd – vessato dalla dittatura del Generalissimo Eloy (che, dopo la morte della moglie, si consola con giovani soldati) e narra la storia di Arìda (o meglio di Arìda Maria Arìda “perché, come disse mia mamma al sacerdote: È un nome talmente bello che si può ripetere un’altra volta”), della sua vita con tìa Atlantide (già zio Julio), del suo lavoro come ricopiatrice all’Istituto de la Canción National e dell’amore che, a seguito proprio di una missione per l’Istituto, Arìda trova in una foresta (alla Salgari, appunto). Le donne che hanno un sesto senso spesso difettano di quello dell’orientamento. La palude in cui ci eravamo cacciate era un gomitolo talmente intricato che anche ad Arianna avrebbe dato filo da torcere. Eravamo prigioniere in una diabolica Venezia: isolotti di terra ferma erano divisi senza soluzione di continuità da fondi canali, in cui risiedevano schifose carpe e gonfie sanguisughe. Su quegli isolati fangosi non cresceva erba, ma canne taglienti che ostacolavano la nostra marcia e nascondevano l’orizzonte. Pur di non entrare nell’acqua, compivamo giri tortuosi senza trovare nulla che orientasse il nostro cammino. Sopra di noi il cielo era lattiginoso e stanco […] Per alleviare la tensione, la Torres [direttrice dell’Istituto de la …

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