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La mostra su Giulio Einaudi a Milano e un’intervista a Malcolm Einaudi Humes

Si è appena inaugurata a Palazzo Reale di Milano la mostra Giulio Einaudi: l’arte di pubblicare , che resterà aperta fino al 13 gennaio 2013 e che “indaga ed evidenzia gli intrecci tra arte, tipografia ed editoria” . Un nuovo hommage meneghino al mondo della cultura che si incastra alla perfezione tra Bookcity Milano e il periodo festivo: già che siete in centro per shopping, fateci un salto! Come vi abbiamo anticipato poco fa, la mostra – piccola e preziosa e a ingresso gratuito –- ricorda l’editore Giulio Einaudi, la cui vita e il lavoro hanno rappresentato uno dei punti focali della cultura italiana dagli anni ‘30 fino alla fine del secolo scorso. Per approfondire vi segnalo il sito Doppio Zero che pubblica una bella intervista a Malcolm Einaudi Humes, presidente da dieci anni della Fondazione Giulio Einaudi. L’intervista è corredata di immagini e video della mostra, da gustare lentamente in un momento di pausa o per rilassarsi a fine giornata; ma subito, le curiosità. Tra i “must have” pubblicati Malcom suggerisce Cinquant’anni

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La mostra su Giulio Einaudi a Milano e un’intervista a Malcolm Einaudi Humes

Un piccolo omaggio a Giulio Einaudi, editore

Uno struzzo in campo ovale con un chiodo in bocca e una scritta: Spiritus durissima coquit, ovvero lo spirito digerisce le cose più dure. A questo piccolo stemma cinquecentesco, che avrebbe potuto benissimo fungere da stemma di casata nobiliare, il caso ha voluto affibbiare un compito molto più grato, quello di rappresentare una grandissima impresa culturale, forse una delle più importanti dell’Italia novecentesca, l’Einaudi. L’uomo che scelse quel simbolo – che in realtà “acquisì” dalla rivista La Cultura di Mario Praz – si chiamava Giulio Einaudi e oggi, 2 gennaio 2012, avrebbe compiuto un secolo tondo tondo. Su Twitter quest’oggi sono tantissimi i fedeli einaudiani che gli stando offrendo il proprio tributo: una citazione, una dichiarazione di stima e di affetto, persino qualche parola di rimpianto per i tempi che furono. È innegabile, infatti, che ripensando a Giulio Einaudi e agli anni d’oro del suo gioiello editoriale si ripensa a uno scenario intellettuale che rispetto ai nostri giorni pare un olimpo: Pavese, Vittorini, Ginzburg, Calvino e moltissimi altri. Insomma, la crema di una classe intellettuale che molti ormai dichiarano estinta. Ma è proprio vero? Io credo di no, esattamente come sono convinto che il miglior modo di fare arrivare a Giulio Einaudi i nostri auguri sia portare avanti con forza questa convinzione. È vero, l’Italia ha passato gli ultimi vent’anni a dormire, con la testa sotto la sabbia come gli struzzi. Ma questo non significa che la cosa debba continuare a piacerci. È arrivato il momento di riemergere, di tirar fuori la testa dalla sabbia e l’inizio di un anno come il 2012 – magnete per profezie millenariste

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Un piccolo omaggio a Giulio Einaudi, editore

– "Riflessioni sul Senso della Vita" intervista a Giulio Cesare Giacobbe

Nella rubrica di Ivo Nardi: “Riflessioni sul Senso della Vita” intervista a Giulio Cesare Giacobbe, psicoterapeuta e scrittore italiano. Autore di numerosi testi di stampo accademico, è noto per alcuni libri di carattere divulgativo di grande successo commerciale, centrati sui temi della psicologia e della filosofia orientale.

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– "Riflessioni sul Senso della Vita" intervista a Giulio Cesare Giacobbe

Ho una storia in testa…una videolezione sulla scrittura, di Giulio Mozzi

Una bellissima videolezione di scrittura di Giulio Mozzi , quella qui sopra, che vi consiglio di seguire se avete sempre pensato ‘Ho una storia in testa…ma non so come raccontarla’. Quello che suggerisce il nostro è prendersi un ‘tempo di esitazione’, proprio nel momento in cui si sente di aver avuto un’intuizione che potrebbe trasformarsi in un libro. “Bisogna attendere, parlare con le persone, studiare”, anche leggere storie simili, “…in attesa che questa cosa ’si dispieghi’…in tutti i suoi particolari”, spiega Mozzi, secondo cui “non è vero che se ci si mette subito a scrivere si perde subito l’intuizione”. Il rischio è solo che quella intuizione che ci sembrava così incredibile se ne vada dalla mente così come era arrivata, come ‘l’infatuazione per una persona che ci passa dopo averci trascorso un pomeriggio insieme”. Via | Centostorie Ho una storia in testa…una videolezione sulla scrittura, di Giulio Mozzi